lunedì 20 febbraio 2023

Simple Minds, Direction of the heart (2022)

Era impossibile, per chi negli anni ottanta viveva la musica mainstream, non incappare nei Simple Minds. Nel mio caso, a differenza di altre band che sarebbero divenute colossali (U2) o che si sarebbero drammaticamente eclissate (Big Country), con la band di Jim Kerr non si venne a creare un legame ombelicale, diciamo tuttavia che nel periodo di maggior visibilità commerciale del gruppo, quel lustro allargato in cui cronologicamente si posizionavano Once upon a time; Street fighting years e Real life (e non quindi la fase precedente e più nobile della band), una loro nuova uscita era qualcosa a cui prestavo attenzione. Poi, non essendo appunto per me imprescindibili, sono passato ad altro.

Gli scozzesi invece, pur attraverso cambi di formazione e abbandoni (ad oggi gli unici membri originali sono, oltre a Kerr, il chitarrista Charlie Burchill), tra alti e bassi non hanno mai mollato il colpo. Per dire, negli anni zero, quando in pochi se li filavano, hanno rilasciato sette album. Come dicevo, per me il discorso è diverso, infatti sono tornato ad accorgermi di loro casualmente e solo in occasione di quest'ultimo disco uscito lo scorso ottobre, che però, devo ammettere, mi ha invischiato nella sua tela di melodie subdolamente catchy.

Direction of the heart è un tuffo pieno in quella stagione ottantiana che, dopo aver preso slancio dalla new wave, entrava nella fase del grande consenso di massa. Epic pop con ritornelli da cantare a pieni polmoni ma sempre eleganti, che andavano ad intasare le programmazioni radiofoniche. 
I Simple Minds a quanto pare sono rimasti lì (è un complimento). 
Provare per credere l'enfasi barocca dell'opener Vision thing, i rimandi al pop celtico di Street fighting years nell'attacco di Solstice kiss, la compostezza dandy di First you jump e la dance di qualità di Human traffic (featuring Russell Mael degli Sparks). 
Un disco insomma che ti si appiccica addosso al punto che diventa complicato scrollarselo, principalmente perchè non vuoi davvero farlo.

Comfort music.

2 commenti:

Filo ha detto...

Sono curioso. Vado ad ascoltarmelo.

monty ha detto...

Let me no :)