Un Babbo Natale, tra i tanti in giro nel periodo delle feste, si aggrappa stancamente al bancone di un bar mentre sorseggia senza convinzione una birra annacquata emettendo qualche rutto. Uno scambio di battute con un "collega" e poi riprende a lavorare. C'è però una piccola differenza tra lui e gli altri. Lui è quello vero. E pur essendo demotivato e del tutto disinteressato al suo ruolo, continua a girare case e lasciare regali. E' proprio mentre si trova in una casa di milionari, isolata dalle altre, dopo l'ennesimo cicchetto, che si addormenta profondamente fino a quando dei forti rumori lo svegliano di soprassalto. Intrappolato in uno scenario di guerriglia, dovrà tornare a vestire i panni del violento guerriero che fu.
E se è così, indubbiamente il merito va attribuito per larga parte al protagonista David Harbour, una vita da caratterista fino all'exploit di Stranger things e finalmente anche il giusto riconoscimento del cinema (ruoli importanti in Black Widow - con un personaggio "parente" di questo Santa Claus - e No sudden move). Al contrario il villain John Leguizamo mi è parso davvero appesantito e fuori giri, senza comunque che questo abbia inficiato sul divertimento complessivo nel film.
Insomma, avevamo già cinematograficamente assistito alle gesta di babbinatale ladri, assassini, sconci e pervertiti, ma mai uno che, utilizzi uno spietato bagno di sangue per riconciliare anche i più cinici al vero significato del Natale.
Altro che i cinepanettoni, questo è il miglior digestivo post pranzi/cenoni delle feste. E pazienza se non toccherete più un candy cane in vita vostra.
Al cinema.
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