E' notte, Ivan Locke esce da un impianto industriale e sale sulla sua auto. Una volta partito si collega con il vivavoce al telefono. Deve dire al suo capo che non sarà presente l'indomani mattina per dei lavori di un'importanza enorme (è capocantiere), ma, soprattutto, deve confessare a sua moglie un tradimento ed affrontarne tutte le conseguenze.
Locke è quel tipo di film che rischia di essere "solo" un giocattolo, uno sfoggio di tecnica,un esperimento fine a sè stesso. Invece è un'opera assolutamente compiuta. La sfida che il regista Steven Knight ha lanciato è quella di girare un film in tempo reale, con la macchina da presa che non stacca mai da un'unica ripresa, quella di un uomo alla guida di una BMW la cui vita si sgretola nell'ambito di una notte, anzi delle poche ore che lo separano dalla sua destinazione.
Perchè un progetto ambizioso di questa natura abbia successo serve, va da sè, l'interprete giusto. E in questo Knight ha avuto il meglio, vale a dire Tom Hardy, a mio modesto parere uno dei migliori attori della sua generazione. Titolo che gli conferisco non solo per le notevoli capacità attoriali ma anche per le scelte sui ruoli che, almeno fino ad un certo punto della sua carriera, ha compiuto (mi sovvengono Bronson, Warrior, La talpa, Mad Max, Legend) che ne hanno affermato versatilità e duttilità.
In questa pellicola (sorretta da un'ottima sceneggiatura dello stesso Knight), la sua capacità di modulare voce, espressioni e linguaggio non verbale a seconda che parli col suo capo, con il sottoposto che, in maniera riluttante, dovrà sostituirlo, con la moglie, il figlio, la persona fragile che sta raggiungendo, o, ancora, sfoghi tutto il suo rancore verso il padre morto che l'ha abbandonato da piccolo, enfatizzando con orgoglio quanto lui sia diverso, fanno, letteralmente, il film.
Un'opera magnifica, sicuramente unica, che riesce magicamente nell'obiettivo di innovare e sperimentare, emozionando.
Locke è disponibile su Amazon Prime Video
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