Copenaghen, sala operativa del soccorso telefonico della polizia. Asger è uno degli agenti incaricato di raccogliere le telefonate che arrivano copiose e di tutti i generi. Il nostro non è entusiasta di ricoprire quel ruolo ed emerge che si trova lì solo in attesa di subire un processo per qualcosa che ha commesso in servizio. Nel corso del suo turno riceve la telefonata di una donna che riesce, fingendo di parlare con la figlioletta e non con la polizia, a fargli capire di essere stata rapita. L'esito di questa vicenda avrà più di una conseguenza inimmaginabile sia per Asger che per Iben (la donna al telefono).
Ogni volta resto basito su come, ad altre latitudini, con una buona idea ed una messa in scena al risparmio, si ottengano risultati straordinari, a differenza dell'Italia dove qualcuno ha avuto il coraggio di incensare Il talento del calabrone, uno dei film più inverosimili, maldestri ed involontariamente comici che mi sia capitato di vedere di recente. Che San Di Leo ci assista, se la rinascita del cinema di genere italiano passa da quelle parti.
Ho citato quell'obrobrio perchè, volendo, la trama potrebbe avere qualche punto di contatto con questo meraviglioso film danese. Giusto qualche punto, perchè ne Il Colpevole il regista Gustav Moller, al contrario del suo omologo italiano, riesce a creare tensione e angoscia sostanzialmente con un attore, un telefono e una stanza e mezzo senza mai perdere la verosomiglianza degli eventi. Non siamo dalle parti di Locke, appena recensito, ma insomma ci passiamo molto vicino. Il protagonista, interpretato da un Jakob Cedergen che ha la giusta faccia da poliziotto stronzo, non si rende conto fino all'epilogo di come la vicenda che sta gestendo lo coinvolga nel suo inconscio più nascosto, e di come gli permetta, attraverso gli errori di valutazione che commette, di arrivare ad una catarsi liberatoria e purificatrice.
Dobbiamo avere l'umiltà di prendere esempio da produzioni così.
Il colpevole è disponibile su Amazon Prime Video.
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