Avevo visto per la prima ed unica volta Un lupo mannaro americano a Londra in televisione, a metà anni ottanta, qualche tempo dopo la sua uscita al cinema.
Riguardando in questi giorni il film di John Landis (su un dvd ricco di extra, che hanno aggiunto fascino alla magia della pellicola) c'è ancora da rimanere sbalorditi da quanto grandiosa sia quest'opera.
In pratica mi sono accorto che della mia visione giovanile (parliamo di oltre trent'anni fa...) ricordavo solo l'ancora oggi insuperabile sequenza della trasformazione in licantropo dello studente David Naughton (David Kessler) e l'amarissimo finale.
Capiamoci, tanta roba già così, ma che piacere rituffarmi nelle atmosfere della brughiera inglese, nello sconfinato godimento per una sceneggiatura esemplare, nei dialoghi perfetti, in un bilanciamento inedito tra toni leggeri, dramma e horror e in almeno mezza dozzina di scene memorabili (come le conversazioni del protagonista con le sue vittime, post mortem), senza parlare dei tempi perfetti e di una messa in scena da scuola di cinema.
Piacere nel piacere, la possibilità, oggi, di apprezzare la scelta delle canzoni inserite nella colonna sonora, tutte a rigoroso tema lunare, con la parte del leone rappresentata dallo standard Blue moon (originariamente composto da Rodgers e Hart) proposto in tre differenti versioni interpretate da Bobby Vinton, Sam Cooke e The Marcels, ma anche dai Creedence di Bad moon rising e dal Van Morrison di Moondance.
Geniale poi la scelta del mitologico John Landis di accompagnare gli ultimi istanti del film accostando ad un finale drammatico e unhappy l'allegra e spensierata versione doo-wop che i The Marcels fecero proprio di Blue moon.
Non aggiungo altro se non: capolavoro!
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