Okay. Quando un gruppo semi sconosciuto ha la possibilità di aprire, davanti a decine di migliaia di persone, i concerti di Rolling Stones, The Who, Dave Matthews Band e AC/DC, alla mia veneranda età la prima cosa che mi viene da pensare non è "quanto sono bravi!" ma "chi li raccomanda?".
Il dubbio rimane ascoltandoli perché, stante l'autorevolezza vocale del singer e frontman Ty Taylor, l'impressione che si tratti di un prodotto accuratamente confezionato per i nostalgici di un certo tipo di suono (vintage, appunto) è penetrante e fastidioso.
Dopodiché la band si destreggia bene tra soul, classic errebì, rhythm and blues e rock 'n' blues, offrendo canzoni tanto gradevoli quanto ruffiane, buone come sottofondo in una cena tra amici (modello Il grande freddo per intenderci) ma, temo, altrettanto effimere.
Comunque un pezzo come l'opener Run like the river riesce ad essere suggestivo, così come Angel City, California trascinante, Another man's words dolcemente introspettivo e la stonesiana Strike your light accattivante.
Un bignamino rhythm and blues figlio di questi maledetti tempi di ascolti usa e getta.
3 commenti:
Pensa che mi avevano invitato al concerto...
Concordo in pieno. Se piace il genere consiglio Delilah di Anderson East: tutt'altro spessore.
@ anonimA: beh, un concerto a scrocco va sempre accettato!
@ blackswan: l'ho ascoltato distrattamente, devo tornarci
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