venerdì 29 maggio 2009
This time is for real
giovedì 28 maggio 2009
Anche Franceschini, nel suo piccolo...
Vi ricordate Nanni Moretti in (mi sembra) Aprile quando davanti a D'Alema che balbettava in una tribuna elettorale in tv si comportava come un ultras ? Anch'io l'altra sera ho esultato come per un gol dell'Inter, quando il segretario del PD ha messo al suo posto l'ex direttore de Il Giornale.
martedì 26 maggio 2009
Back in time
Come molti della mia generazione ho cominciato a conoscere Huey e i News all'epoca del primo Ritorno al futuro, grazie, all'eccezionale pop rock di The power of love, anche se già in precedenza, con I wanna a new drug (in odore di plagio a Ghostbusters, il brano) il nostro aveva fatto parlare di se. I due album che contengono queste hit, Sports e Fore, sono ottimi esempi di rock'n'soul'n'pop, con un esaltante (per il sottoscritto) utilizzo di fiati e tastiere che impastano in maniera old fashion il sound della band.
Nel 1988, dopo la botta di successo di Fore!, Huey e i suoi cambiano registro. Si tolgono jeans e stivali e si infilano shorts, hawaiane e infradito. L'album Small world aggiunge il calipso e i ritmi tropicali al sound classico della band. Old Antone e Bobo tempo spezzano con allegria la continuity con la storia musicale del gruppo, la deliziosa Stuck with you la riprende, rinfrescandola. Pur vendendo meno dei precedenti, anche Small world è un successo. L'ultimo. Con il successivo Hard at play la parabola discendente è iniziata. Four chords and several years ago segue la tendenza del precedente. Il nostro prova anche nel cinema, con risultati incerti, e solo nel 2001 torna ad incidere un album, il confortante Plan B.
domenica 24 maggio 2009
Ma vah?
Ma la Lega non tirava fuori di continuo dati angoscianti?
E anche il Beppe Grillo non ci faceva del populismo?
Invece pare proprio che...
"Troppe menzogne, l'indulto funziona"
In tanti sono usciti dai giri criminali
Uno studio accurato dimostra il netto calo di detenuti recidivi
L'indulto funziona, ma nessuno ci crede. Il tasso di recidiva, dei detenuti ceh sono ricaduti nei reati, è sceso al 27 per cento contro il 68 per cento dell'epoca precedente: è il dato emerso al convegno di studi sulle politiche di prevenzione svoltosi al carcere "Due palazzi" di Padova organizzato dall'associazione Ristretti Orizzonti, che ha visto coinvolte oltre 600 persone tra operatori, studiosi e volontari del mondo carcerario. Un convegno che in alcuni momenti ha avuto come sottofondo il rumore della "battitura" delle celle fatto dai detenuti per protestare contro il sovraffollamento e che arrivava fino alla palestra del carcere.
venerdì 22 maggio 2009
Mario the man
Gli affollati blog su Balotelli dibattono molto sulle sue reazioni agli insulti razzisti e sulla sua «arroganza». I due elementi sono collegati. Da un lato, la sottocultura di curva emette, più che sentenze immorali, assurdità scientifiche: «Non ci sono negri italiani», infatti, per il semplice motivo che sul piano genetico-evolutivo «siamo tutti africani»: proveniamo tutti da ominidi vissuti proprio in Africa orientale più di 4 milioni di anni fa. Dall' altro, sono innegabili differenze fisiologiche, ambientali e culturali: quelle che determinano nei neri sia superiori prestazioni atletiche che un forte senso identitario.
Going up
giovedì 21 maggio 2009
Il tal quale
martedì 19 maggio 2009
Apatia politica
Ha parlato una mezzoretta con grande capacità comunicativa, davanti ad un pubblico un pò sparuto ma adorante. Tema centrale del suo discorso, Silvio Berlusconi, con qualche frecciata al PD. Nemmeno una parola sui programmi per la città in cui era ospite , o su quelli della lista per il parlamento europeo.
domenica 17 maggio 2009
venerdì 15 maggio 2009
Oh mercy, part II
"Quei guanti di lattice, che servono a non toccare l'orrore, sono come il nostro pensiero, come i nostri ragionamenti sull'immigrazione-sì e l'immigrazione-no, le quote, i conteggi, i controlli, le leggi. Le guardie di finanza usano guanti di gomma e noi usiamo guanti mentali. Proprio come loro li indossiamo per non entrare in contatto con il male fisico, con la sofferenza dei corpi. Ma bastano una, due, tre foto come queste per farci scoprire la fisicità. Le guardiamo infatti senza più la mediazione della logica, ne percepiamo l'efferatezza e la bruttura. E saltano i ragionamenti, non c'è più bibliografia, spariscono i distinguo del "però questo è un problema complesso". Ecco dunque la banalissima verità che sta dietro ai nostri dibattiti, al nostro accapigliarci sull'identità e sulle frontiere: stiamo buttando fuori a calci in faccia dei poveretti che ci pregano in ginocchio stringendo le mani delle nostre guardie di finanza, mani schifate e dunque inguantate. "
giovedì 14 maggio 2009
Back to the stone age
In ultima analisi parrebbe proprio che a livello di ottusità, egoismo e ipocrisia, gli utenti abituali dei p2p stiano in buonissima compagnia.
mercoledì 13 maggio 2009
Pubblicitari di tutto il mondo...
Dico io, partecipate ad una tornata elettorale che nella migliore delle ipotesi perdete, e se va male vi asfaltano, che vi frega di osare un pò di più?
E' una partita persa? Uscite dalla solita sloganistica, cercate la giocata spettacolare, rompete gli schemi!
E invece... A quale target si rivolgono questi messaggi? Qualcuno può essere persuaso dallo scegliere il PD invce di altri Partiti vedendo un gruppo di persone che spinge una parola fuori dal manifesto? Boh!
Alla fine, contrariamente a molti miei amici, andrò a votare, ma che fatica...
lunedì 11 maggio 2009
A cuccia, Toby!
I fatti sono questi. La rivista Rolling Stone ha chiesto ad Ethan Hawke di intervistare il cantante/attore Kris Kristofferson, beniamino dell’attore (tra parentesi anch’io amo Kris, mi chiedeste come vorrei essere a 70 e rotti anni risponderei: - cazzo, come Kris Kristofferson !) , Hawke accetta con entusiasmo e un po’ di soggezione. L’articolo si apre con un flashback: anno 2003, siamo nel backstage della festa per i 75 anni del leggendario Willie Nelson. Racconta l’attore che c’erano diverse stelle di prima grandezza, che coprivano l’arco di molteplici sensibilità musicali, nel camerino insieme all’attempato countryman con le treccine : tra gli altri Ray Charles, Elvis Costello, Wycleaf Jean, Norah Jones, Kris Kristofferson.
All’epoca l’America era ancora scossa dall’undici settembre e dalle sue conseguenze, e sia Hawke che Kristofferson avevano criticato pubblicamente le strategie di Bush e gli attacchi all’Afghanistan. Ad un certo punto arriva una delle star più note del country, che proprio in quel momento andava forte con un singolo che incoraggiava le truppe USA a bombardare senza pietà i nemici degli States. Hawke non rivela il nome della star ( ad ogni modo non c'è voluto molto per scoprirlo). Questo tizio saluta tutti, poi passando vicino a Kristofferson gli sussurra: - sul palco niente cazzate di sinistra, stasera -.
Il settantenne, che non è tipo da subire in silenzio, ancorpiù da una burbetta, tra l’imbarazzo generale dei presenti, lo affronta rabbiosamente. – Cazzo dici?- La star fa per allontanarsi e lui, uomo del sud avvezzo ai ruoli da duro : - Non voltarmi le spalle ragazzo – e poi: - Hai mai indossato l’uniforme del tuo paese?- La star non risponde. Kris continua: - No, non l’hai mai fatto. Hai mai ucciso un altro essere umano? Hai mai ucciso per poi incassare lo stipendio dal Governo? No, non l’hai mai fatto. Quindi chiudi quella cazzo di bocca! –
Il pistolotto, mi rendo conto, è un po’ retorico. Ma il contesto è quello dello sputtanamento di uno dei più potenti cantanti americani, fatto davanti a colleghi e discografici. Per cui quello che perde per ridondanza, ne acquista per smerdamento ad aerografo.
Per questo Kris chiosa con Hawke citando un suo amico recentemente scomparso: - Sai cosa ha detto Waylon Jennings dei tizi come lui? – Pausa. – Che stanno facendo alla musica country quello che i collant hanno fatto alla pratica dei ditalini - .
Il pezzo, molto lungo, tant’è che RS Italia l’ha spezzato in due, metà sulla rivista (non è stato ancora messo in rete) e l’altra sul sito, ha scosso il music biz americano (in USA il country è uno dei generi che continua a vendere a camionate), è ben presto si scopre che il cantante misterioso citato nel pezzo è Toby Keith, che dopo l’undici nove in effetti cantava robette tipo: Justice will be served / And the battle will rage / This big dog will fight / When you rattle his cage / And you’ll be sorry that you messed with / The U.S. of A. / 'Cause we'll put a boot in your ass / It's the American way (Courtesy of the red, white and blue) e ancora Those big U.S. jets came flyin one night / They dropped little bombs all over their holy land / And man you should have seen em run like rabbits, they ran (The taliban song). Immagino che questi pezzi andassero forte tra i bifolchi mandati giù a Kandhahr.
Questo ardimentoso patriota è offeso a morte dall’articolo, bestemmia e minaccia, dice che non ricorda l’episodio. Blogger e riviste del settore impazziscono manco fosse il divorzio tra Silvio e Veronica. In rete si sprecano i riassunti e le prese di posizione a difesa di uno o degli altri. In questi casi il sospetto è sempre quello della manovra pubblicitaria creata ad arte, ma nel dubbio, conoscendo il caratterino di Kritofferson, fossi nel fighetto Toby, per un pò gli starei alla larga.
Ad ogni modo mi sento di assicurare che la cosa non finirà con un duetto pacificatore...
P.S. Nel titolo ironizzo sul nome di Keith. Mi sono preso la licenza, perchè è lui stesso a farlo, come testimonia la cover dell'album qui sotto.
domenica 10 maggio 2009
MFT, maggio 09
Led Zeppelin - II
Gang – Storie d’Italia
Gang – Le radici e le ali
Gang – Fuori dal controllo
Steve Earle – Townes
Mastodon – Crack the skye
Depeche Mode – Sound of the universe
Kris Kristofferson – This old road
Texas Tornados – The best
Lucio Dalla – Antologia
Pino Daniele – Nero a metà
Pino Daniele – Omonimo 1979
Raul Malo – Lucky
Rancid – And out comes the wolves
Jimi Hendrix – Electric ladyland
Social distortion – Best of
Fabri Fibra – Chi vuole essere Fabri Fibra?
The Pogues – Just look them... vol III
Giorgio Canali – Nostra signora della dinamite
Robbie Robertson – Omonimo 1987
Ben Harper and the Relentless 7 – White lies for dark times
sabato 9 maggio 2009
Oh mercy
venerdì 8 maggio 2009
MVB part II
giovedì 7 maggio 2009
Tentazioni
martedì 5 maggio 2009
Balla Vladimir, balla!
lunedì 4 maggio 2009
La lotta continua
C’è qualcosa di dannatamente sbagliato e allo stesso tempo perfettamente armonioso nella presenza dei bambini ai concerti rock. Guardando a tutte le sacre liturgie della fede del sex and drug and rnr centrano come il cavolo a merenda, ma nelle occasioni in cui mi è capitato di averli intorno, non li ho trovati così dissonanti dal contesto. Certo, non è ben chiaro se siano felici di assecondare la scelta dei loro genitori o se gli pesano tutti quei decibel che penetrano come lama rovente i loro timpani di burro. Però è bello vederli correre liberi di qua e di la, giocare a palla, piangere, ridere, sedere concentrati a fissare i musicisti o le reazioni del loro papà che a casa magari sono ingessati e invece qui perdono i freni inibitori.
Alassio (SV) è una cittadina fottutamente borghese. Gente coi soldi, vestiti firmati, macchine costose. Non spendo in una vita le cifre che qui usano per comprarsi tuta e scarpe da ginnastica per portare bambini e chiuhaua al parco. Non so davvero come possa esserci ad Alassio un circolo ARCI attivo e interessante come è il Brixton. Qui, dove domina da anni la destra e dove hanno già ribattezzato il 25 aprile “festa della libertà” e non della Liberazione d’Italia, i ragazzi del Brixton ogni anno organizzano la celebrazione con esibizioni live di gruppi schierati. Ho notato che l’anno scorso i concerti si tenevano nei giardini pubblici di fronte al comune, vicino al famoso muretto, praticamente in centro città. Probabilmente tutti quei pugni alzati e quegli slogan disturbavano le moderne coscienze di residenti e turisti, e perciò stavolta la giunta non si è fatta fregare e ha spostato i concerti nel più tranquillo (e isolato) Parco San Rocco, su in collina.
Quest’anno il Brixton ha portato in città i Gang. Non mi sembra vero. Mi piacciono da sempre, e nonostante la loro intensissima attività live non sono mai riuscito a vederli nella loro veste elettrica. Trovarli in una località “fuori contesto” proprio nell’unica settimana dell’anno in cui ci sono io dev’essere proprio un segno del destino. In giro comunque nessun negozio ha affisso la locandina del concerto, vengo a sapere quasi per caso che dalle 14 alle 20 suoneranno diverse band con i marchigiani come headliner. Mi faccio due conti e alle 5 e mezzo del pomeriggio mi arrampico su per le stradine tortuose oltre la stazione ferroviaria alla ricerca del posto. Le note dell’inconfondibile sound dei fratelli Severini comincinciano ad arrivarmi a qualche centinaia di metri di distanza e mi conducono senza problemi al luogo. I Gang hanno già iniziato a suonare. La location è pittoresca, una specie di anfiteatro romano con un palco rialzato in cemento al quale fa da sfondo una folta vegetazione e il mare . Presenti un centinaio di persone, famiglie con bambini, qualche decina di affezionati sotto il palco, gli altri seduti sui gradoni.
Arrivo sotto il palco che si è appena concluso un pezzo, dal benvenuto di Marino Severini ai presenti, intuisco che probabilmente era il brano d’apertura del concerto.
Nonostante il contesto non incoraggi granchè una rock band a fare casino, Marino mi sembra in forma e volenteroso e sciorina una dopo l’altra le canzoni dell’invidiabile repertorio della band . Tra un brano e l’altro dialoga con il pubblico, la ricorrenza è importante e non si fa pregare a dire la sua riguardo al valore della resistenza e della costituzione. Parlando di partigiani e fascisti introduce La pianura dei sette fratelli, 4 maggio 44, e Dante Di Nanni (degli Stormy Six) scritte per ricordare alcuni dei tanti massacri di civili e partigiani perpetrati dalle squadracce fasciste, con o senza l’ausilio dei nazisti. Spero di non essere stato l’unico a commuoversi durante l’esecuzione di queste struggenti e dolorose ballate.
Durante la fase centrale dello spettacolo (tra le altre Le radici e le ali, Banditi nel tempo, Sesto San Givanni, Paz) mi siedo un po’ sulle gradinate, mi fumo una sigaretta e osservo i (non più) giovani fratelli Severini. Li trovo fieri e al tempo stesso disincantati, orgogliosi di essere minoranza nel paese, a volte un po’ retorici, ma mai banali. Penso a come rappresentino fedelmente lo sbandamento di noi ex qualcosa in questa sinistra italiana disastrata.
Superata l’ora e mezza di concerto torno sotto il palco, voglio godermi il gran finale. I Gang non mi deludono: Kowalski, Comandante, La lotta continua e I fought the law dei Clash vedono addirittura accendersi dei piccoli capannelli in cui si tenga un tranquillissimo pogo, tutti stanno bene, larghi sorrisi e cori felici di rimando alla musica della band.
I Gang alla fine hanno suonato due ore abbondanti, un vero concerto quindi, non un’esibizione controvoglia, quasi per dovere, come in altre ricorrenze simili mi era capitato di vedere. Dopo tanti anni di isolamento, disavventure, anche drammi, la band c’è, ed è ancora in salute.
Epilogo: con atteggiamento poco da rockstar e più da padre premuroso, Marino si compiace della presenza dei bambini che corrono davanti al palco, e , come farebbe chiunque di noi, chiede ai loro genitori di passargli il testimone della storia, di cosa successe negli anni del nazifascismo e del perché il 25 aprile è una festa di liberazione dall’oppressore, non uno spot elettorale.
domenica 3 maggio 2009
Il secondo divorzio di un devoto
A un'amica: "Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni"