venerdì 22 maggio 2009

Mario the man

Fa sempre molto discutere Mario Balotelli, campione dell'Inter classe 1990, nato a Palermo da genitori ghanesi e subito adottato da una famiglia italiana. Appare come una delle realtà più fulgide del calcio italiano, epperò il suo talento è sempre contrapposto al suo carattere e alla sua personalità senza compromessi.

Il calcio è un mondo strano. Tutti a lamentarsi del suo linguaggio monotono, delle sue liturgie ammuffite, ma quando qualcuno esce con i suoi comportamenti dai canoni usuali, viene aspramente criticato, i suoi atteggiament stigmatizzati.

Nei comportamenti di Mario, che possono apparire talvolta sleali o provocatori, io ci ho sempre visto tanto orgoglio, ed espressione di coraggio. Io non ho paura. Come il pugno alzato di Smith alle olimpiadi del 68, come il mantra "Ali buma Ye" per Cassius Clay. Con le dovute proporzioni, ovvio.

Finalmente ho trovato uno che la pensa come me e che in più esprime il concetto in modo di gran lunga migliore del sottoscritto. E' Modeo Sandro, dalle pagine del Corriere della Sera di martedì:


Balotelli tra jazz e riscatto sociale
Guerriero e artista L' insofferenza al razzismo simile alla protesta dei ragazzi di banlieue, i guizzi in campo improvvisazioni choc contro l' indolenza


Gli affollati blog su Balotelli dibattono molto sulle sue reazioni agli insulti razzisti e sulla sua «arroganza». I due elementi sono collegati. Da un lato, la sottocultura di curva emette, più che sentenze immorali, assurdità scientifiche: «Non ci sono negri italiani», infatti, per il semplice motivo che sul piano genetico-evolutivo «siamo tutti africani»: proveniamo tutti da ominidi vissuti proprio in Africa orientale più di 4 milioni di anni fa. Dall' altro, sono innegabili differenze fisiologiche, ambientali e culturali: quelle che determinano nei neri sia superiori prestazioni atletiche che un forte senso identitario.

Nato nel quartiere di Borgo Nuovo a Palermo da genitori ghanesi (i Barwuah) prima di essere adottato, Balotelli non può che conservare alcuni connotati profondi del suo Paese d' origine: un Paese tra i più saccheggiati dallo schiavismo e tra i più tenaci nella resistenza anticoloniale. Senza enfatizzare, è difficile non sentire in certi atteggiamenti del ragazzo interista eco lontane di quella storia, anche se declinate al presente. Nell' insofferenza al razzismo, ma anche in certe «insolenze» (il faccia a faccia con Cristiano Ronaldo), più che l' arroganza c' è un orgoglio antico, un duro impeto di riscatto sociale, lo stesso di tanti ragazzi da banlieue; e se nei suoi tratti esteriori (i lineamenti nobili e i capelli cool con geometrie in bassorilievo) si possono riconoscere quelli di un guerriero Ashanti (etnìa chiave del Ghana), certe proteste sembrano quelle di un rapper incazzato.

Più che il rap, invece, la sua sintassi in campo ha movenze jazz. Dotato di complessione scultorea (189 cm per 88 kg), è capace di unire tenuta e cambi di ritmo. Ma il suo brand è nei movimenti contromano e controtempo, sincopati e imprevedibili, emergenti di colpo da un' apparente indolenza. Da qui le difficoltà di Mourinho a integrarlo nell' ensemble: per Supermario, l' ordine di fondo (il sistema di gioco) è un canovaccio, una base ritmico-armonica su cui improvvisare assoli spesso risolutivi, che ricordano la tromba di Miles Davis o il sax di Coltrane. Speriamo di ascoltarli (di vederli) presto in nazionale: se siamo tutti africani, è ora - una volta per tutte - di avere dei neri italiani.

5 commenti:

jumbolo ha detto...

credevo in balotelli. ho perso un po' le speranze quando ho letto un suo "volevo uscire dal campo" in occasione di cori razzisti ad Ascoli (con la Primavera credo), ma poi non lo ha fatto.
quello sarebbe stato un gesto di rottura, non i faccia a faccia con c.ronaldo che tanto non picchierebbe nessuno.

Gemelle a rotelle ha detto...

Che noiaaaaaa!:-OOOOO
E' più interessante la febbre suina...

monty ha detto...

è vero che potrebbe usare in modo
più "politico" la sua anarchia,
e invece per ora è fermo a reazioni
istintive che sembrano un pò fini a se
stesse.

il calcio è solo la superfice di
questo post, cara gemella.

Gemelle a rotelle ha detto...

Comunque è noia. Bianco o nero Balotelli è un calciatore come gli altri, con consiglieri, immagine pubblica, tornaconto economico...Eddai, vi prego, smettiamola di cercare significati alti in un gioco che è diventato un mercato come qualunque altra cosa...Vabbeh...

jumbolo ha detto...

No, ferma lì. Non stiamo cercando noi significati alti. E' la morte della politica che ha travasato la politica non tra i calciatori, ma nelle curve (e a volte anche sulle gradinate). Ecco che allora entra in gioco anche il razzismo. E un nero italiano fa notizia e divide. Ci sono dinamiche interessantissime, se solo tu riuscissi ad interessartene, ma non te ne faccio una colpa, per carità. Solo per dirtene una, i tifosi dell'Inter, squadra dove gicoa Balotelli, hanno espresso solidarietà a quelli della Juve che hanno fatto squalificare il campo alla propria squadra proprio perchè hanno indirizzato cori razzisti verso Balotelli in occasione di Juve-Inter. Tutto questo perchè il 90% delle curve d'italia e delle squadre piu importanti, diciamo serie A e B, negli ultimi 10 anni hanno subito un preoccupantissimo spostamento a destra, rispecchiando (in peggio, addirittura) il paese.
Quindi, non è che stiamo cercando significati alti in un gioco che non solo è diventato un mercato come qualsiasi altra cosa, anzi, ha in gioco interessi finanziari altissimi ed è giocato da persone mediamente con un intelligenza di molto inferiore alla media imperante (già bassa), persone che da sole non si sanno togliere un dito dal culo (al 90% dei calciatori professionisti non riesce andare in posta a pagare una bolletta, tanto per dirne una). Infatti, a noi, persone a cui piace proprio il gioco, oltre ad essere tifosi di qualche squadra, piace molto il calcio inglese. per dirne un'altra.