sabato 20 gennaio 2007

Paraculi o coraggiosi?


Quando, durante la seconda metà dei sessanta, cominciarono ad arrivare in televisione le immagini della guerra in VietNam che mostrarono in alcuni casi le atrocità commesse dai soldati USA (il napalm, mai lai) l’opinione pubblica, già critica per una guerra che non capiva, cominciò a schierarsi per il ritiro .

I figli dei fiori e gli hippy, che all’epoca erano movimenti che raccoglievano migliaia di giovani andarono oltre. La critica alla guerra era troppo poco e troppo scontato, ce l’avevano scritto dappertutto make love not war, bisognava andare oltre e punire i colpevoli americani dei massacri.
E così i militari USA che tornavano dal fronte asiatico non facevano in tempo a scendere la scaletta dell’aereo che venivano accolti a uova marce e insulti.
Poi anche i reduci, da Kovic in poi, si organizzarono e fu chiaro a tutti che in molti casi si trattava di ragazzotti pieni di ideali o senza prospettive di un futuro abbindolati dai reclutatori di zio Sam, sia quelli in carne e ossa che quelli televisivi e mandati a fare da carne da cannone.
Da lì a poco anche il rock and roll prende posizione a favore dei veterani e dei reduci in generale. I Creedence Clearwater Revival su tutti,con Fortunate son e soprattutto Run through the jungle hanno dato la spallata; e poi gli eventi hanno seguito il loro corso: Nixon ha firmato l’armistizio, gli hippy sono diventati yuppies, gli USA hanno trovato altre guerre più fruttuose, i reduci sono finiti quasi tutti in manicomio, in carcere, al cimitero o alcolizzati.

Perciò oggi gli artisti hanno imparato la lezione. Le guerre si criticano assolvendo i soldati al fronte. Il governo ha imbrogliato tutti, anche loro. Le ragioni della guerra in Iraq sono state una colossale menzogna, a causa della quale, ad oggi, sono morti più di 3000 giovani americani.

In america se ti appioppiano la nomina di antiamericano o antipatriota sei fottuto, anche nel 2007. Salvaguardare la vita dei ragazzi mandati nel deserto a sparare ai fantasmi invece si può fare. L’opinione pubblica capisce. La gente capisce. Le madri e i padri capiscono. L’hai sfangata.

Steve Earle e Bruce Springsteen ci vanno giù pesanti con questo concetto. Bruce ha pubblicato nell’extended version delle Seeger Sessions (American land edition) Bring’em home, sempre di Seeger, che è un perfetto esempio applicato di quanto cianciavo. La registrazione dal vivo a New York è emozionante. Quando il pubblico, che non conosce il pezzo, capisce le parole partecipa con un applauso di convinta approvazione.
La democrazia e il dissenso sono salvi.


Bring 'em home


If you love this land of the free
Bring 'em home, bring 'em home
Bring them back from overseas
Bring 'em home, bring 'em home


It will make the politicians sad, I know
Bring 'em home, bring 'em home
They wanna tangle with their foe
Bring 'em home, bring 'em home


They wanna test their grand theories
Bring 'em home, bring 'em home
With the blood of you and me
Bring 'em home, bring 'em home
Now we'll give no more brave young lives


Bring 'em home, bring 'em home
For the gleam in someone's eyes
Bring 'em home, bring 'em home

The men will cheer and the boys will shout
Bring 'em home, bring 'em home
Yeah and we will all turn out
Bring 'em home, bring 'em home


The church bells will ring with joy
Bring 'em home, bring 'em home
To welcome our darlin' girls and boys
Bring 'em home, bring 'em home


We willl lift their voice and sound
Bring 'em home, bring 'em home
Yeah, when Johnny comes marching home
Bring 'em home, bring 'em home
Bring 'em home, bring 'em home


Il brano è di Pete Seeger, che come Guthrie, non si è mai fatto problemi a dire e cantare quello che pensava, e per questo si è beccato 10 anni per comunismo (vabbeh lo chiamavano cospirazione contro gli USA) dalla commissione mccarthy. Non include lui la domanda del titolo. Lui è stato più coraggioso di quanto è lecito aspettarsi da me .

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