lunedì 5 maggio 2025

Ricordando Mike Peters

 


Qualche giorno fa, il 29 aprile, ci ha lasciato Mike Peters. Il nome ai più dice poco, al punto che mi sono stupito di trovare la notizia (certo, un trafiletto) sui principali quotidiani nazionali. Mike era noto agli attempati appassionati di rock per essere stato il frontman dei The Alarm, band gallese nata nei fine settanta che, sulla scia del cosiddetto combat rock, (genere parallelo al movimento post-punk che però non andava in rottura con i pattern musicali canonici, continuando dunque ad utilizzare, sostanzialmente, gli stessi del pop, del folk, del rock tradizionale) aveva trovato una sua affermazione.
L’elemento che li accumunava a band emergenti quali U2, Simple Minds, The men they couldn't hang o Big Country (ai quali peraltro Peters si unì, sostituendo il povero Stuart Adamson per un album e un tour nel 2013), era l'epicità, un approccio arrabbiato, tematiche sociali, l’abilità di forgiare pezzi anthemici, il tutto tradotto in composizioni  sovente sorrette da ritornelli e cori poderosi. Un pò da arena rock, se vogliamo.
Gli Alarm migliori bruciarono in fretta, tendenzialmente nello spazio di tre album (Declaration, Strenght, Eye of the hurricane) dal 1984 al 1987, che rappresentano un'ottima sintesi per comprendere il genere e che sono riusciti ad affacciarsi nelle chart inglesi, sebbene in posizioni distanti dalla top ten. 
Dopo altri due dischi in cui tentarono, non riuscendovi, di aggiornare il proprio sound, la band si scioglierà nel 1991 per riformarsi nel 2002 producendo, nei successivi quattro lustri, ben dieci lavori (di cui, onestamente, ignoravo l’esistenza), gli ultimi senza Peters, e girando regolarmente in tour. 
Ma i report dei concerti ci dicono chiaramente che il loro pubblico non avrebbe lasciato locali e palazzetti senza aver ascoltato le canzoni della tripletta di album degli esordi: Sixty eight guns (il loro successo più noto); Blaze of glory; Rain in the summertime; Strenght, The stand; Spirit of 76 eccetera. 

Mike Peters era insomma un eroe minore della musica che apprezzo. E proprio per questo, analogamente agli altri nella sua condizione, che ci hanno creduto ma erano destinati dal fato (e da un talento limitato) ad inseguire la fugace attenzione conquistata in età giovanile e mai più acciuffata, ha tutta la mia romantica stima e perché no, riconoscenza per ciò che ha saputo creare nel suo prime.



1 commento:

MRS DEJANA IVICA ha detto...
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