Hirayama si occupa della pulizia dei tecnologici bagni pubblici di Tokyo. Svolge il suo lavoro con diligenza e abnegazione e la sua vita gira attorno alla ripetizione di riti e azioni quotidiane che gli conferiscono una placida serenità di spirito che si riflette anche sulla percezione che gli altri hanno di lui.
Attraverso l'esistenza apparentemente malinconica di Hirayama, Wenders ci conduce dentro un Giappone alternativo a quello della metropoli spietata e frenetica, che scopriamo essere solidale, fatto di cose piccole ma dall'enorme valore, una parola di consolazione, un bicchiere d'acqua gelata "alla fine di una dura giornata di lavoro", un sorriso, una canzone improvvisata quando qualcuno imbraccia una chitarra. Un film emozionante, autenticamente emozionante perchè raggiunge e inonda l'anima senza ricorrere a pietismi o scorciatoie piagnone, anzi.
Se ti raccontassero di una persona di mezz'età che vive in solitudine nella parte povera di Tokyo svolgendo l'attività di addetto alle pulizie dei bagni pubblici, non potresti mai pensare ad un racconto così pieno di umiltà, armonia, empatia con l'universo e gioia di vivere, dalla sveglia prima dell'alba, "attivata" dal rumore di un anziano che pulisce la strada con una scopa di saggina, via via lungo una consolidata routine apparentemente sempre uguale, che si conclude con la mano che spegne la luce di una abat-jour dopo la lettura di un libro.
Per una volta i claim che potete leggere sulla locandina sono autentici e veritieri, Perfect days è un film che ipnotizza, dolcemente, aggiungo io, e davvero, non vorresti mai togliere gli occhi dallo schermo, fino all'indimenticabile piano sequenza finale sulle note di Feeling good di Nina Simone. Perchè sì, questo è anche un film imperniato sull'arte (letteratura, fotografia) e sulla musica, sulla forza della musica, con una colonna sonora che, essendo tutta in modalità diegetica, diventa spesso argomento di dialogo, nel furgoncino di Hirayama, tra il protagonista e l'occasionale passeggero.
E pur trattandosi tendenzialmente di brani arcinoti e magari un pò sputtanati, quali ovviamente Perfect day di Lou Reed, The house of rising sun (The Animals) , Sunny afternoon (The Kinks), Brown eyed girl (Van Morrison), Redondo beach (Patti Smith), Pale blue eyes (Velvet Underground) e (Sitting on ) the dock of the bay (Otis Redding) , la messa in scena gli restituisce intatta tutta la forza dirompente della prima volta.
Occhio, perchè dal 4 gennaio può già essere nelle sale il film dell'anno.
ME-RA-VI-GLIO-SO.
2 commenti:
Visto lunedì. Condivido il ME-RA-VI-GLIO-SO.
Spero di avere tempo di scrivere una mini rece.
Vero? E''na roba che ci rende persone migliori
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