lunedì 21 agosto 2023

Recensioni capate: John Wick 4

 

Arrivati al quarto capitolo della saga, ormai quello creato da Derek Kolstad (soggetto e sceneggiatura) e Chad Stahelski (regia) è diventato a tutti gli effetti un universo a sè. Il John Wick Cinematic Universe. Se nel primo capitolo, un action-noir tetro e dolente, alcuni elementi erano di sfondo, di complemento, rispetto alla furia vendicativa del vedovo inconsolabile, col passare del tempo (e dei sequel) la Gran Tavola e la stratificata rete gerarchico-infrastrutturale del crimine mondiale assume ruolo di primo piano, e con essa i suoi protagonisti, sui quali si erge la maschera mefistofelica di Ian McShane. A titolo personale preferivo le atmosfere notturne dei primi due capitoli, tant'è che il terzo mi ha lasciato un pò meh, il punto tuttavia è che John Wick si guarda come si guarda(va) un porno: la trama è secondaria rispetto alle coreografie (in questo caso di "gun-fu"). E in tal senso, nel quarto capitolo, c'è da godere, dall'esasperazione delle riprese a plongèe, a richiamare vecchi videogiochi (non inedite ma efficacissime) fino alla lunga parte finale a Parigi con l'incredibile battaglia in mezzo al traffico attorno all'Arco di Trionfo e sulla scalinata di Montmartre, la soddisfazione per gli amanti dell'action di qualità è garantita. Il capitolo doveva essere quello conclusivo ma a fronte della colossale risposta del botteghino probabilmente non sarà così. E occhio ai nuovi personaggi Tracker (Shamier Anderson) e Cain (il mitologico Donnie Yen): ognuno di essi si meriterebbe un bello spin-off.

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