Rob vive da eremita in una baracca senza acqua ne elettricità nei boschi dell'Oregon. La sua unica compagnia è un maiale da fiuto che lo aiuta a cercare tartufi poi venduti ad un giovane imprenditore di città. Una notte qualcuno irrompe nella fatiscente casa di Rob, aggredendolo e rubandogli il suino. Rob decide di cercare i ladri e riprendersi il suo amico a quattro zampe.
Pig, ovvero: quanto le apparenze (e le sinossi) possono ingannare. Un uomo che cerca disperatamente il suo maiale? Eddai!
L'esordiente regista Michael Sarnoski (anche autore di soggetto e sceneggiatura) invece stupisce alla grande, mettendo in scena una spietata critica alla società moderna, al capitalismo e alla deriva maledetta della cucina stellata. Lo fa, dal punto di vista della storia, illudendo lo spettatore di trovarsi davanti ad un revenge movie, con tanto di violenti incontri clandestini nei sotterranei di palazzi abbandonati, salvo poi virare completamente con il proseguo della narrazione e fino alla sua conclusione malinconicamente poetica.
Sotto l'aspetto estetico Sarnoski la porta a casa grazie ad una fotografia che privilegia i colori freddi e saturi, sia che ci si trovi al buio dei boschi che all'aperto dello skyline cittadino, e non di meno in virtù di una prova attoriale di Nicholas Cage, espressa molto da sguardi e linguaggio non verbale e poco dalle parole, davvero maiuscola. Il lavoro sul personaggio di Rob da parte del nipote di F.F. Coppola è incredibilmente convincente e conferma la particolarità quasi unica di un talento che, per i troppi copioni "alimentari" che sceglie, si accende ad intermittenza.
Sotto l'aspetto estetico Sarnoski la porta a casa grazie ad una fotografia che privilegia i colori freddi e saturi, sia che ci si trovi al buio dei boschi che all'aperto dello skyline cittadino, e non di meno in virtù di una prova attoriale di Nicholas Cage, espressa molto da sguardi e linguaggio non verbale e poco dalle parole, davvero maiuscola. Il lavoro sul personaggio di Rob da parte del nipote di F.F. Coppola è incredibilmente convincente e conferma la particolarità quasi unica di un talento che, per i troppi copioni "alimentari" che sceglie, si accende ad intermittenza.
Dentro un film che seduce e affascina, spicca la sequenza al ristorante stellato, in cui Rob parla al prestigioso chef, suo ex allievo, forzandolo a ricordare quali fossero i suoi sogni da ragazzo e quanto sia (inconsciamente) infelice a cucinare piatti pretenziosi da cento dollari a portata. Una scena che da sola ha una tale forza dirompente da mettere in crisi la narrazione, pompata in questi anni in maniera indecorosa, di una ristorazione complessa, artefatta e per pochi. Gli sta immediatamente dietro la modalità con la quale Rob vuole persuadere il potente uomo d'affari, responsabile del furto del maiale, a restituirglielo. Poesia pura.
Insomma, filmone.
In programmazione e on demand su Sky
3 commenti:
Vabbè, vediamoci sto film
Pensavo l'avessi già in lista
Non ne conoscevo l'esistenza. Non mi ha preso come ha preso te.
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