Premessa autobiografica. Com'è ormai universalmente riconosciuto, la prima metà degli anni ottanta è stata l'epoca più straordinaria e coinvolgente della musica metal. Certo, negli anni successivi è arrivata altra roba eccitante, la velocità di esecuzione dei pezzi si è quintuplicata, il metal è diventato mainstream eccetera eccetera. Però il primo lustro degli eighties ha rappresentato qualcosa di impareggiabile, una scossa (come ciclicamente capitano) della musica popolare, la nascita di un movimento, una cultura ancora oggi fortemente radicati. Il contraltare era che ascoltare (anche) l'heavy metal in quell'epoca, consultare le riviste specializzate che cominciavano a nascere, ed essere al contempo squattrinati era un vero tormento, laddove si leggeva di miriadi di band "grandiose" a cui, con la possibilità di comprare al massimo un disco al mese (non necessariamente di genere HM), e in assenza di "amici di metallo" in grado di rifornirci di cassette registrate, non era possibile avere accesso.
Tra i combo cui avrei voluto dare una chance vanno annoverati gli Agent Steel, autori di due ottimi dischi speed/thrash tra l'85 e l'87 (Skeptics apocalypse e Unstoppable force), poi vittime di una lunga iato seguita da una prima reunion, senza il cantante originale (tre album, tra il 99 e il 2007), quindi ancora un inabissamento, e finalmente, grazie ad un contratto con la piccola ma effervescente etichetta inglese Dissonance Productions, l'ultimo comeback, stavolta per merito di John Cyriis, il cantante brasiliano protagonista dei lavori ottantiani. E anche qui ce ne sarebbe da scrivere sul soggetto, un fanatico di fantascienza ed extraterrestri, al punto da avere, in passato, dichiarato di essere sopravvissuto ad un rapimento alieno.
Il disco è il classico caso in cui il lavoro è un unicum da cui non è semplice estrapolare singoli pezzi, ma penso di non sbagliare se individuo in Crypts of galactic damnations, nella title track, in Sonata cosmica e Outer space connection gli episodi migliori.
Per vecchi e nuovi metallari.
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