Ben Clemens, integerrimo agente di frontiera americano, va in pensione dopo una vita a respingere i migranti clandestini. Divorziato, conduce una vita sostanzialmente solitaria che era riempita dall'assoluta dedizione che metteva nel lavoro. Conclusa l'esperienza nella "migra" decide di dedicarsi a completare la costruzione di una casa che il collega e amico Javier, morto, aveva iniziato al di là del confine, in Messico. Incolpevolmente, sarà invece vittima delle attenzioni del "cartel".
Lo ammetto, mi ha fatto un enorme piacere rivedere in un progetto che confà alle sue caratteristiche, Michael Chiklis (non vi devo dire quale sia stato il suo ruolo della vita, vero?) e le aspettative, leggendo in giro giudizi incoraggianti, erano state anche abbastanza alte. Alla fine questa nuova serie, la cui prima stagione consta di sei episodi (una scelta probabilmente dettata dal contenimento dei costi di produzione data l'incognita del responso del pubblico), vive di alti e bassi. Si regge su un buon bilanciamento ritmo/tensione e ha in Chiklis un personaggio tutto sommato credibile, invecchiato e un pò appesantito rispetto ai fasti di dieci/quindici anni fa (beh, un fuscello non lo è mai stato), ma, se i produttori intendevano conferirle un afflato realistico l'obiettivo non è raggiunto e, anche se è apprezzabile il tentativo di far emergere le contraddizioni della morale americana, non si sfugge dai luoghi comuni e dall'immagine folkloristica dei messicani.
Vedremo se la seconda stagione raddrizzerà un pò il tiro. Per adesso una grande pacca sulle spalle a Michael, ma il voto è una sufficienza stiracchiata.
Disponibile su Sky e Now TV.
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