Lola Darling è una donna libera e indipendente. Vive sola in un loft e lavora come artista presso un'agenzia pubblicitaria, anche se la sua caratteristica principale va cercata nell'assoluta disinvoltura delle sue relazioni sentimentali e sessuali, infatti ne intrattiene tre contemporanee, pur nella totale lealtà nei confronti dei partners: ogni suo amante infatti è a conoscenza dell'esistenza degli altri due.
Vero debutto cinematografico di Spike Lee, Lola Darling (l'originale She's gotta have it è molto più coerente con il film, sfiorando quasi la tipologia di titolo dei porno) fu realizzato in pochissimi giorni e con quattro spicci, al punto da costringere il regista a ricorrere non solo ai consueti prestiti da parte della nonna, ma anche a scritturare "pro bono" alcuni familiari (il padre jazzista Bill suona le musiche e recita un cameo, la sorella Joie fa una piccola parte) e sè stesso (nella parte di Mars, uno dei tre uomini di Lola) per completare il cast senza incidere sulle finanze.
Il titolo fu molto apprezzato (a fronte di un budget di poche migliaia di dollari guadagnò oltre sette milioni di bigliettoni), soprattutto dalla comunità delle donne nere americane, che, a testimonianza dell'efficacia del preliminare lavoro di indagine di Lee, si riconobbero nella protagonista.
L'opera nel complesso può apparire acerba in qualche passaggio e con una scena proprio infelice (quella del semi stupro, della quale Spike Lee in seguito si pentì) ma è sicuramente ricca di fascino e pertanto da vedere, per i pochi della mia generazione che ancora non l'abbiano fatto.
Il film è attualmente disponibile su Netflix e, per i completisti, Lee ha curato anche una serie ad esso ispirata (sulla medesima piattaforma).
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