Con il mio consueto tempismo, arrivo a marzo inoltrato per postare le prime recensioni del 2020.
Dopo gli Anvil, qui sotto, parlo con grande entusiasmo di un artista che non è certo un big irrinunciabile, ma verso il quale nutro affetto e simpatia.
Un artista che non pubblica un album con materiale inedito da quasi vent'anni (Plan B è del 2001) per ragioni che ho scoperto solo cercando in questi giorni in rete informazioni sul suo nuovo lavoro.
Sto parlando, lo si è capito dall'immagine sopra, di Huey Lewis e dei suoi fidati The News, che per anni hanno rappresentato la faccia spensierata del rock radiofonico americano, una faccia che fotografa in maniera immediata il decennio degli ottanta (cinque album su otto sono stati rilasciati in quel periodo) anche per il collegamento che tutti facciamo con la colonna sonora del film culto Ritorno al futuro (tuttavia altrettanto degno di nota è il meno celebre, ma strategico nella narrazione, utilizzo di un brano, Hip to be square, sia nel romanzo che nella trasposizione cinematografica del capolavoro di Bret Easton Ellis American pshyco).
Dopo il successo degli ottanta e il calo dei novanta Huey ha fatto anche un pò di cinema e televisione, in genere in parti secondarie (forse il suo film più noto è Duets, con Gwyneth Paltrow), ma in linea di massima sembrava essere definitivamente uscito dai radar.
Scopro oggi, e così mi ricollego alla premessa, che il buon Lewis ha sviluppato negli anni una grave patologia che gli ha danneggiato quasi irrimediabilmente l'udito, con conseguenze devastanti anche dal punto di vista psicologico.
Non è un fenomeno raro nel mondo del rock, il precedente più noto è quello di Pete Townsend degli Who.
Ad ogni modo, nonostante le oggettive difficoltà, Hugh Anthony Cregg III (vero nome del nostro), è riuscito a riunire i sodali storici e a rilasciare questo Weather, lavoro più lungo di un EP e più breve di un full lenght.
Sette brani per ventisei minuti di, lo dico subito, one hundred percent Huey Lewis and the News classic sound.
L'album è aperto da While we're young,il brano forse più cool e rilassato della tracklist, che rimanda alle atmosfere vagamente tropicali di Small World (il mio album preferito della produzione lewisiana).
Poi si parte con la nota (ma quanto ci era mancata!) alternanza tra modalità pub rock (Her love is killin' me); soul (Hurry back baby); rock and roll (Pretty girls everywhere) e, a sto giro, dell'ottimo country (One of the boys), della celebrata ditta.
I testi viaggiano leggeri tra love songs, relaxin; liriche esistenziali e perle per uomini in crisi di rapporto con la propria metà. Da questo punto di vista Remind me why I love you again, chiudendo un occhio sul messaggio tipicamente maschilista, da marito in libera uscita, è un vero e proprio inno irresistibile.
Weather è per me un lavoro atteso, che, anche se dà ai fans esattamente quello che si aspettano, grazie alla qualità delle composizioni non può essere accusato di manierismo.
Se non si fosse ancora capito, siamo di fronte al primo disco emozionale dell'anno, per Bottle of Smoke.
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