Questa è una recensione che si scrive da sola.
Quinto album in dodici anni per la band australiana guidata dai fratelli Joel (Voce e chitarra) e Ryan (batteria) O'Keffe.
Nulla cambia rispetto al brand già noto e consolidato, vale a dire che gli Airbourne continuano imperterriti a clonare il sound AC/DC, componendo materiale inedito che potrebbe benissimo configurarsi come una discreta mole di outtakes di Young and company (non sono certo sia un complimento).
Dieci brani per mezz'ora di heavy boogie, tematiche che toccano sesso e spacconate.
Forza anthemica a profusione. Brani trascinanti dal singalong assicurato (Boneshaker; Burnout the nitro; Sex to go; Rock and roll for life) che però vivono e muoiono nel tempo di qualche ascolto.
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