West Virginia, oggi. Jimmy Logan (Channing Tatum) è una promessa mancata del football americano che ormai si arrabatta con un lavoro di fatica e vive in una casa fatiscente, lui e i suoi amici rientrerebbero nella definizione di white trash, americani bianchi che stazionano attorno alla soglia di povertà. La sua ex moglie (Katie Holmes) è cascata invece bene, accasandosi con un idiota proprietario di diverse concessionarie Ford. Jimmy è molto legato alla figlioletta Sadie e al fratello Clyde (Adam Driver). Entrambi hanno un menomazione fisica: Jimmy zoppica per un infortunio giovanile e Clyde ha perso una mano in Iraq, per questo, e per alcune sfortune capitate in passato alla famiglia Logan, si portano dietro il fardello della "sfortuna dei Logan", dal quale l'unica esentata è la sorella Mellie (Riley Keough). Quando Jimmy viene licenziato dal cantiere in cui lavora, decide di coinvolgere tutti i fratelli in una rapina al Charlotte Motor Speedway, mitico circuito di Nascar americano. Per fare questo, gli serve però un aiuto esterno, che individua nell'esperto di esplosivi Joe Bang (Daniel Craig), detenuto presso un istituto penitenziario, il quale, a sua volta, coinvolge i suoi due fratelli, i redneck Sam e Fish (Brian Gleeson e Jack Quaid).
Steven Soderbergh mancava dal cinema dal 2013 (Effetti collaterali), in questa iato ha girato per la televisione (Dietro i candelabbri e The knick). Con La truffa dei Logan (Logan lucky, il più coerente titolo originale) torna al grande pubblico cercando in qualche modo di replicare la formula di uno suoi più grandi successi, la saga Ocean's eleven. Rispetto alle modalità con il quale è presentato il film (commedia action) ci si trova davanti a qualcosa di diverso. Il ritmo è abbastanza lento, poche le battute, una ricerca di realismo "leggero", ma anche momenti francamente insopportabili (tutte le parti con la piccola Sadie). Il lavoro dovrebbe essere collettivo, ma non tutti gli attori appaiono completamente in parte (primo fra tutti Daniel Craig, non so se penalizzato dal doppiaggio). Alla fine Soderbergh porta a casa il lavoro senza troppa enfasi, grazie anche ad un buon finale a sorpresa.
Da segnalare, per gli amanti del country, la partecipazione di Dwight Yoakam nella parte del direttore del carcere.
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