La giornata di Tree (Jessica Rothe) comincia come tutte le altre. In un letto che non conosce, dentro un dormitorio del suo campus universitario, senza memoria della serata precedente contrassegnata da bagordi alcolici. Insomma, l'ennesimo hangover di dimensioni cosmiche. Salutato freddamente il ragazzo, occasionale compagno di una notte, si avvia verso la dimora della propria confraternita. Nel tragitto che compie fino alla sua stanza, Tree ci viene subito mostrata come una stronzetta arrogante e superficiale, totalmente priva di affetti reali. Nonostante la ragazza non l'abbia detto a nessuno, in quel giorno ricorre il suo compleanno, celebrazione che, attraverso la sua compagna di stanza, viene divulgata a tutta la "sorellanza". La sera, recandosi ad una festa nel college, Tree viene inseguita da un individuo vestito di nero con il viso coperto dalla maschera della mascotte dell'università (una sorta di infante con un solo dente) che la pugnala a morte. Fine? No, perchè poco dopo Tree si sveglia nello stesso letto della mattina e rivive gli stessi medesimi avvenimenti. Le basta poco per capire che è intrappolata in un loop temporale che finisce sempre con il suo omicidio e che, forse, per uscirne (e sopravvivere), dovrà scoprire chi e perchè vuole ucciderla.
Che Jason Blum, produttore americano di horror a basso costo, abbia nel tempo sviluppato un invidiabile fiuto per le storie da trasportare sul grande schermo, è ormai un dato di fatto. La sua Blumhouse Production si è fatta carico di buona parte dei film di genere più interessanti degli ultimi lustri (Paranormal activity; Sinister; Le streghe di Salem; la trilogia de La notte del giudizio; Sinister) ma anche dell'ottimo Whiplash, fino ad arrivare all'Oscar 2018 per il miglior film indipendente, vinto per Scappa - Get out.
Insomma, una sorta di nuovo re Mida del filone, che in qualche modo con il suo nome certifica un livello di qualità sempre medio alto delle produzioni.
La regola è rispettata anche per questo Auguri per la tua morte, horror movie non trascendentale ma sicuramente divertente, che definisco innocuo per l'assoluta mancanza di elementi marci/disturbanti e che si concentra più sul whodunit rispetto all'aspetto splatter (quasi del tutto assente). Brava la protagonista Jessica Rothe che in pratica si prende tutta la scena.
L'idea di prendere lo spunto narrativo di Ricomincio da capo e girarlo in chiave horror è talmente esplicita che nelle ultime battute del film la circostanza viene addirittura citata da uno dei protagonisti.
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