martedì 31 maggio 2016

Bridge over troubled water

Sabato, mentre svolgevo disciplinatamente il mio turno di pulizie condominiali ramazzando il vialetto con We're not gonna take it dei Twisted Sister negli auricolari, pensavo a come ormai mi siano saltate tutte le attività legate al tempo libero e come, soprattutto, a causa di una (ennesima) fase sindacale complicatissima, quando la sera varco la soglia di casa immediatamente mi affloscio assumendo la consistenza di una medusa dell'Adriatico che tira a campare finchè qualche ragazzino iperattivo non la infilza con un bastone.
Con massima soddisfazione della mia famiglia, come si può immaginare.
Rispetto a questo scenario, è chiaro che l'aggiornamento del blog (il post odierno conclude uno stop di ventisei giorni) paga la sua quota parte di dazio. D'altro canto, anche individuando faticosamente strettissimi slot orari per scrivere qualcosa, state pur certi che quello sarà il preciso momento in cui le parole mi usciranno con la stessa fluidità dell'urina di un anziano con la prostata delle dimensioni di una palla da basket.
 
La tesissima vertenza lavorativa che sto seguendo raggiungerà probabilmente il suo apice nella giornata di domani, una sorta di "all in" sindacale per sbloccare lo stallo della trattativa nella quale, in caso di mancata soluzione, rischiano il posto decine di persone. L'esito di domani determinerà anche la mia condizione dei giorni successivi: se andrà bene passerò il ponte del 2 giugno a casa (facendo la medusa), in caso contrario non c'è festività che tenga e mi aspettano altri giorni di passione.
 
Come sempre mi accade nei momenti di forte stress, il mio cervello attiva automaticamente una cartella di files d'emergenza che mi impone l'ascolto rigoroso ed esclusivo di musica cristallizzata nella memoria, e pertanto ampiamente confortante. Vi risparmio i dettagli, ma qualche giorno fa in Autogrill ho comprato il cofanetto platinum da tre CD di Guccini (contenente ca va san dir anche la canzone Autogrill).
 
Buon ponte a evribadi.


giovedì 5 maggio 2016

Chips vs rice

Come avevo confessato in questo post sul blog gemello, ho sofferto di una vera e propria dipendenza dalle patatine fritte (quelle dei sacchetti). La mia era una droga a tutti gli effetti, se è vero che ne consumavo un pacchettone al giorno, tutti i giorni. E tra la altro la mia preferenza andava a quelle aromatizzate (al pepe rosa, al pomodoro, alla salsa barbecue, al chili, all'aceto) insomma proprio le più nocive. A un certo punto, anche a causa di dolori sospetti all'addome, ho deciso di ridurre complessivamente il junk food, fedele compagno di viaggio della mia vita disordinata e dagli orari impossibili. Così da qualche settimana mi sono dato una regolata (leggera, niente di stravolgente) e, per affrontare la fame nervosa, sono passato dalla mia vecchia droga ad una nuova forma di metadone: le gallette di riso. Sono tristi, sanno di poco e sembra di masticare polistirolo, ma fanno il loro sporco dovere di addomesticare l'appetito e soprattutto non mi fanno stare sveglio la notte col bruciore di stomaco. Sarò fuori dal tunnel?

http://www.eticamente.net/wp-content/uploads/2013/11/10671510-due-gallette-di-riso-tondo-su-sfondo-rosso.jpg

lunedì 2 maggio 2016

Primal Fear, Rulebreaker

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Mai presi in considerazione i Primal Fear. La band teutonica, attiva dalla metà dei novanta, è  rappresentante d'eccellenza del classico heavy metal germanico che non è certo la mia priorità in ambito di musica pesante. Rulebreaker è il titolo numero undici della produzione del gruppo ed è stato salutato con grande favore dalla critica di settore, ragione per cui mi sono lasciato convincere a dargli una chance.
Beh, premesso che dentro i solchi di Rulebreaker trovi esattamente quello che ti aspetti, bisogna ammettere che a volte la minestra riscaldata, se preparata con passione e competenza, può rappresentare un piatto che dà conforto. 
Così pezzi come la title track, The end is near, Bullets and tears, The devil in me, al pari dell'unico lento The sky is burning, riescono, seppur nella loro traettoria prevedibile, ad avere dignità e ragion d'essere,  mentre, ad esempio, la lunga suite power metal We walk without fear risulta, almeno alle mie orecchie, eccessivamente indigesta.

Una breve vacanza in lidi metal che di norma non frequento.