Nella seconda metà degli anni ottanta la musica si trovò ad affrontare l'evoluzione (o involuzione, a seconda dei punti di vista) di un
genere, il metal, i cui suoni, a detta dei soliti benpensanti, non
necessitavano certo di essere ulteriormente estremizzati. E invece a
molti, sopratutto ragazzini non ancora giunti all'età necessaria per
guidare o bere alcolici al bar, l'heavy metal classico, ma anche gli
stili maggiormente aggressivi in voga in quel periodo, come il trash o lo speed, cominciavano a
stare stretti. E' così che i semi del movimento death/grindcore
cominciano a germogliare e diffondersi attraverso il tape
trading, fenomeno universalmente riconosciuto come essenziale da
tutti gli storici musicali.
Albert Mudrian (editore e giornalista musicale) ha deciso di
raccontare questa storia attraverso l'approccio orale alla
narrazione. Il libro ricostruisce infatti la cronologia degli eventi
che hanno portato uno stile musicale che fa dell'inascoltabilità il
suo brand, alle soglie del successo mainstream attraverso le
ricostruzioni dei suoi protagonisti, legate e strutturate fra loro
dal certosino lavoro di Mudrian.
Se al centro della narrazione di Sound of the beast di Christie
c'era il ruolo ricoperto dai Metallica, per Choosing death non vi è
dubbio alcuno su chi siano i protagonisti principali della scena, il
virus inarrestabile, gli untori responsabili del contagio: gli
inglesi Napalm Death.
E non solo perchè il loro Scum è stato l'affilato
coltello che ha squarciato barriere e convenzioni musicali esistenti,
ma perchè dai vari componenti che si sono avvicendati in quella
band, nasce un cazzo di albero genealogico che da solo vale, in
ordine di importanza, mezzo movimento death. Infatti, sperando di non
dimenticare nessuno, ex membri dei Napalm che rispondono al nome di
Justin Broadrick, Bill Steer e Lee Dorrian hanno dato vita a band
seminali come Godflesh, Carcass e Cathedral che hanno sviluppato ogni
latitudine (death, grind, industrial, doom) del metal estremo.
Tornando ai contenuti del libro, un elemento che balza agli occhi
è quello dei temi trattati dalle liriche di queste band. A
differenza di ciò che molti possono pensare il death/grindcore non è
un genere (o meglio, non sono generi) che abbraccia necessariamente
una cultura violenta riconducibile ad una collocazione politica di
estrema destra. Per un gruppo di teste bacate alla Cannibal Corpse che ha sempre
puntato a scioccare attraverso testi che descrivono atti di
indicibile violenza quasi sempre perpetrati ai danni del genere
femminile, ne esistono molti altri (Nalpalm Death, Godflesh, Hate
Eternal, Nile) che puntano invece alla giugulare del Sistema, delle
iniquità sociali, alle disparità sociali utilizzando un linguaggio
apertamente anarchico, oppure in modo piùo meno scientifico alla
critica verso la religione cattolica o addirittura all'approfondimento storico.
Se gli artisti che si cimentano con questo genere non sono dunque
tutti uguali, né dal punto di vista della proposta musicale né da
quello dei temi trattati, di certo a dominatore comune c'è la fatica
di suonare un genere che, di norma, viaggia a velocità disumane e
viene interpretato vocalmente sollecitando la laringe fino a quasi
farla schizzare fuori dalla gola. Per questa ragione non è raro che
dopo qualche anno di attività saltino tendini a chitarristi e
batteristi oppure si perdano per strada corde vocali dei cantanti.
Mudrian è a mio avviso molto bravo a mettere assieme gli
ingredienti/testimonianze dei vari protagonisti della scena, a
raccontarci di quando le major hanno provato a mettere le mani su
questo genere, facendolo sfracellare al suolo, e di come questo stile
sia rinato dalle sue ceneri grazie a band che hanno introdotto nuova
linfa vitale a tutto il movimento, magari a costo di renderlo più
accessibile alla massa.
Chiude il volume l'immancabile ma interessante lista dei migliori album
death/grindcore dal 1987 al 2007 (anche se la prima pubblicazione del
libro è del 2004).
Choosing death, l'improbabile storia del Death metal e del
Grindcore, non è certo un libro per tutti o un tomo che si legge,
come si dice, tutto d'un fiato, ma di certo non può che coinvolgere
ed appassionare quanti, neofiti o esperti, non si vogliono limitare all'ascolto
passivo dei vari movimenti musicali.