lunedì 22 dicembre 2014

AC/DC, Rock or bust


Le premesse alla recensione vera e propria di un nuovo album degli AC/DC rischiano sempre di diventare la parte più corposa del pezzo. Ma come si può sorvolare sull'unicità di questo gruppo, che dal 1974 è riuscito nella solo apparentemente semplice impresa di fendere prog, disco, punk, new wave, metal, glam, grunge ed ogni altro genere e sottogenere abbia monopolizzato l'attenzione degli ultimi otto lustri di storia musicale americana, armato solo di un sound che nel tempo ha oscillato dal blues all'heavy metal e dagli inconfondibili ricami di boogie rock generati dalla Gibson di Angus Young?
Facile sostenere che suonino sempre gli stessi due-tre pezzi, se fosse così banale sopravvivere al tempo, agli acciacchi, alle sciagure e ai cali di ispirazione, riuscendo quasi sempre a fornire prodotti all'altezza della propria storia, la band di Young e Johnson oggi sarebbe in buona compagnia, invece di godersi la propria mitologica solitudine.

E comunque in Rock or bust gli AC/DC non si limitano a confezionare la "solita" manciata di canzoni trascinanti ma prevedibili (rientrano appieno in questa categoria sicuramente la title track e Play ball), ma tornano in maniera convincente alle origini con l'incipit in pieno mood jump blues di un pezzo come Baptism by fire, flirtano addirittura con Dazed and confused dei Led Zeppelin con l'ottima Rock the house, ci regalano un midtempo (sottovalutata specialità della casa) memorabile che risponde al titolo di Dogs of war. Insomma, quello che, anche per le recenti defezioni del membro fondatore nonchè fratello di Angus Malcom Young (per gravi motivi di salute) e Phil Rudd (guai grossi con la giustizia), potrebbe essere l'ultimo disco degli AC/DC si presenta senza nessuna malinconia ma con gli stessi, consueti, fuochi d'artificio sparati a cannonate nei concerti durante la festa finale di For those about to rock
Un disco che stupisce. Anche se ti dà esattamente quello che ti aspettavi.

3 commenti:

Blackswan ha detto...

Concordo. Un disco che dai per scontato ma che alla fine non smetti di ascoltare.

Filo ha detto...

Se non fosse stato per questa recensione, probabilmente non l'avrei neanche scaricato.
Effettivamente suona come tutti gli altri dischi degli AC/DC ma non è niente male.
Grazie.

monty ha detto...

Sono contento di averti condizionato :)