lunedì 2 giugno 2014

Aloe Blacc, Lift your spirit


Tutti i problemi che sto attraversando in questi mesi con il lavoro mi hanno portato a formulare un concetto che utilizzo come risposta pronta a chi mi chiede come sto: vorrei svegliarmi tra qualche mese, quando sarà tutto finito. E che pezzo mi tira fuori come traccia d'apertura del suo nuovo disco Aloe Blacc? Wake me up, che nel refrain recita esattamente "So wake me up when it's all over / When I'm wiser and I'm older". Ehi mister, ma ce l'hai con me? 
Per forza deve rivolgersi a me Aloe, tutto torna. La folgorazione del precedente Good things mi fa fiondare a scatola chiusa su questo Lift your spirit e come premio la traccia d'apertura mi guarda negli occhi e mi parla al cuore come una canzone non riusciva più a fare da tempo. 
Vado oltre e mi trovo un'altra volta piacevolmente invischiato  nella formula vintage-moderno del cantante originario di Orange County, California che ancora una volta trova un perfetto equilibrio tra mainstream e classico, divertendosi a mischiare le carte attraverso la realizzazione di brani buoni per le classifiche (la già citata Wake me up, I'm a man, che dopo i primi secondi di ascolto pensavo essere una revisione di Your Song di Elton John, Lift you spirit, pop-soul che ricorda le cose dei bianchi quando vogliono fare i neri), nitidissimi flashback seventies (Soldier in the city, Love is the answer; Can you do this; Eyes of a child) e volgari dimostrazioni di classe (Red velvet seat; Ticking bomb).
A conti fatti insomma Aloe Blacc tira fuori un altro disco elegante ma che non impegna, spensierato con momenti di riflessione, scritto e prodotto con la massima attenzione ai ganci assassini che restano in testa, ma che tenta di lanciare anche un messaggio o due in tema di sociale.

Tutti questi elementi mi portano ad affermare che, ruffiano o genietto a seconda dei punti di vista, con Lift your spirit il Blacc si conferma uno dei più interessanti interpreti di modern soul della sua generazione. 

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