Commercialmente parlando, musica ed immagini sono sempre state un connubio vincente. Vale per gli spot (alcuni di essi veri capolavori), vale per la promozione delle band attraverso i video e vale per i colossi dell'industria televisiva/musicale quando devono accaparrarsi quella fetta di pubblico giovanile che va dalla preadolescenza all'adolescenza.
Stefano ha ancora qualcosina davanti prima di entrare in quella categoria d'età, ma, per dire, apprezza abbastanza la musica "adulta" e comincia a prediligere l'intrattenimento televisivo o i film "in carne e ossa" (come dice lui) piuttosto che a disegni animati; gli piacciono I Simpsons e anche Modern Family (entrambe le serie,mi rendo conto, un pò al limite per un ragazzino di nemmeno nove anni).
Ma torniamo alla premessa. Qualche anno fa la divisione televisiva della Disney impose un modello di show nel quale convivevano comicità e sentimentalismo in salsa teen-ager, nei quali protagonisti erano cantanti, spesso poi lanciati anche nella carriera musicale vera e propria. Mi riferisco ovviamente a Hannah Montana; High School Musical, Camp rock o ai Jonas Brothers. Chiaramente le altre tv per ragazzi si sono dovute adeguare e Nickleodeon, una delle più note, ha lanciato la serie tv Big Time Rush.
Il telefilm (tarato sui venti minuti a puntata) verte sulla carriera musicale di quattro ragazzotti del Minnesota, trasferitisi a Los Angeles per tentare di emergere nel music biz. La formula (per fortuna) non è quella classica della sit-com con le risate in sottofondo.
Qualche mese fa Stefano ha cominciato a seguire questo serial e la musica che ne fa da cornice. Io sono riuscito a recuperargli i due dischi fin qui usciti sotto la ragione sociale Big Time Rush (B.T.R., 2010; Elevate, 2011) e da allora non c'è uscita in auto nella quale mio figlio non mi chieda di mettere su uno di questi due dischi. Anche i pochi minuti che occorrono a raggiungere la scuola sono buoni per ascoltare almeno un pezzo.
Mi sembra insomma che dopo qualche fuoco fatuo che ho puntualmente segnalato su queste pagine, questi siano i primi,veri, amori musicali di Stefano, anche perchè siamo passati dall'apprezzare occasionalmente una singola canzone alla dinamica da album: quella cioè che col tempo ti fa gradire a rotazione tutte le tracce di un disco.
Se penso che io alla sua età andavo ancora dietro alle canzoni per bambini o alle sigle dei cartoni dei robot giapponesi non so se esserne soddisfatto o preoccupato. Propendo per la prima ipotesi, visto che, per quanto i Big Time Rush siano un gruppo farlocco e costruito a tavolino (anche se di recente hanno pubblicato un singolo più cattivo che campiona Song 2 dei Blur) per le teen-ager e il genere suonato dal gruppo sia il classico ambito da boy band (poppettino catchy annacquato di nu soul;hip hop o modern errebì), in ogni caso ha più solidità di diversi prodotti per bambini che andavano nel settantasette, cioè quando io avevo otto-nove anni. E poi, dato che il gruppo canta in inglese, l'ascolto diventa uno spunto per confrontarci sui significati del testo e sulla corretta pronuncia della lingua, oltre che per lanciarci in temerari singalong.
Insomma, in questi ultimi mesi, per tutto il tempo che mi è servito per assimilare e recensire Mavericks, Saxon, Dropkick Murphys, Saxon, Hatebreed e Bachi da Pietra, ho sempre continuato ad ascoltare questa boy band, fino al punto da esserne "rieducato" e trovarmi a canticchiarne le canzoni anche quando sono sotto la doccia.
Pericolosi effetti collaterali.
4 commenti:
eh si. tanto lavoro per nulla. alessio ascolta gli one direction...
Peccati veniali, da grande capirà...
Ma infatti, a me, vista la verdissima età,
la cosa suscita simpatia...
E' un buon allenamento, diciamo.
Adesso per esempio siamo in
trepidante attesa per il nuovo cd
annunciato per giugno!
Altro che reunion dei Black Sabbath!
:D
...e poi ricordati che a te piacevano gli Spandau Ballet!
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