lunedì 7 novembre 2011

Survivor






Anthrax

Worship Music (Nuclear Blast), 2011


Nonostante il significativo ruolo nella storia del metal (con Metallica, Slayer e Megadeth tra i big four del thrash, in seguito tra i creatori del cosidetto rap-metal) a livello popolare gli Anthrax non sono certo i Guns 'n' Roses. Malgrado ciò gli otto anni trascorsi dalla pubblicazione del loro ultimo album (We've come for you all), i frequenti cambi di formazione e i ripetuti rinvii della release di Worship music hanno in una certa misura avvicinato le traettorie dei due combo.



Provo a rassicurare i fan della band, Worship music è meno cervellotico, maggiormente coerente e più lineare di Chinese democracy, i metallari newyorkesi hanno prodotto un'opera potente e brutale, ma che non si fa mancare aperture melodiche e richiami alle varie pelli che il gruppo ha mutato nel tempo. Positivo, nella cifra stilistica complessiva, il ritorno di Joey Belladonna il singer che ha caratterizzato gli episodi migliori della produzione Anthrax e che è succeduto all'interregno di John Bush.

Dopo un breve intro l'attacco dell'album pesta giù davvero duro e preciso con un classico sound thrash-metal che caratterizza interamente il primo trittico di tracce (Earth on hell, The devil you know e Fight 'em til' you can't, scelta come singolo che ha anticipato la release ufficiale del cd). Successivamente il tiro resta veloce ma concede di più alla melodia, I'm alive e In the end non sono poi così lontani dal sound duro ma accessibile di band come i Foo Fighters. Lo stesso (in termini di potenzialità commerciali) si può affermare per The giant, che, dopo un inizio costruito su un impetuoso rap, si apre ad un efficace refrain. Con Crawl, la traccia numero undici ad affacciarsi neanche tanto timidamente è il post-grunge. Niente da rimproverare comunque, il pezzo mi pare funzioni. La chiusura è per la lunga, apocalittica, cavalcata elettrica di Revolution screams, che si interrompe per una manciata di minuti di silenzio e poi riprende per conludersi con un accenno di rappin'.


Non sono nè fan nè esperto degli Anthrax, però, alla luce delle difficoltà (che facevano temere il peggio) incontrate dalla band per incidere questo disco mi sembra che l'abbiano sfangata abbastanza bene. Giudizio finale: tre pinte. La casa di riposo può attendere.







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