venerdì 16 ottobre 2009

On the railroad tracks again

Sono un fan dei lunghi viaggi in treno. Appena posso, anche se in termini di tempo è la soluzione più disagiata, scelgo questo mezzo di trasporto per gli impegni che mi portano a Roma. Se sono da solo e non ho da preparare per il lavoro, mi porto il notebook (e quindi scrivo, ascolto musica, guardo film o quantaltro) e libri. Forse è triste dirlo, ma ho più tempo per me stesso e le mie passioni in una giornata di itinere con Trenitalia che in un mese in condizioni normali.

Certo, ci devono anche essere le giuste condizioni, sennò è complicato. L’ultima volta ero in beata solitudine in uno scomparto da quattro posti, ieri ho evitato di fare il quarto incomodo di una famiglia con bimbetto di pochi mesi a seguito, che, a giudicare dagli strilli,pareva fosse posseduto dal demonio. Con mossa abile ed esperta mi sono spostato lungo le carozze finchè non ho trovato da sedere di fronte (lui corridoio, io finestrino) ad un posato manager cinquantenne che per tutta la durata del viaggio non ha alzato un momento la testa dal suo macbook.
Ogni tanto ho provato a collegarmi alle moltitudini di reti internet non protette che il mio computer captava, ma senza successo. Peccato, mandarvi i saluti dalla carrozza 11 dell'Alta Velocità Roma Milano, utilizzando le altrui connessioni sarebbe stato divertente. Mi sarei sentito un pò hacker.

Per cena mi sono fatto due ignobili tramezzini al cotto preconfezionati presi all'ultimo secondo dai distributori automatici a lato binario, e meno male, perché “per problemi tecnici” la carrozza ristorante, dove mi avrebbero fatto pagare un tost come un branzino, non ha aperto.

L'ultima parte del viaggio l'ho trascorsa guardando un film. L’altra volta in treno mi ero fatto una mini retrospettiva su Woody Allen: Prendi i soldi e scappa all’andata e Manhattan al ritorno. Ieri invece sono andato più sullo spettacolare : Iron Man.
Mi mancavano giusto pop corn e cocacola. Ma vabbeh, non si può avere tutto.