I politici della grande coalizione di sinistra abboccano in pieno, e da bravi realisti dicono che no, è un dovere civile pagarla, perchè in tutte le nazioni europee bla bla bla. Così diventiamo quelli che sostengono i contenuti di questo schifo di televisione pubblica. Attenzione, non è un problema di merito, ma solo di mera propaganda. La questione è posta in maniera capziosa. Io la tassa Rai la pago da sempre, anche se ogni anno più faticosamente, ma davvero, non smette mai di stupirmi l'abilità innata che hanno questi qui nel girare le frittate. Oplà! "Con la nostra azione di Governo abbiamo portato la moralità in Parlamento" Non l'ha detto Berlinguer, ma Berlusconi (geniale a ricordarlo ieri Crozza a Ballarò).
mercoledì 30 settembre 2009
L'unico sciopero che non farò
I politici della grande coalizione di sinistra abboccano in pieno, e da bravi realisti dicono che no, è un dovere civile pagarla, perchè in tutte le nazioni europee bla bla bla. Così diventiamo quelli che sostengono i contenuti di questo schifo di televisione pubblica. Attenzione, non è un problema di merito, ma solo di mera propaganda. La questione è posta in maniera capziosa. Io la tassa Rai la pago da sempre, anche se ogni anno più faticosamente, ma davvero, non smette mai di stupirmi l'abilità innata che hanno questi qui nel girare le frittate. Oplà! "Con la nostra azione di Governo abbiamo portato la moralità in Parlamento" Non l'ha detto Berlinguer, ma Berlusconi (geniale a ricordarlo ieri Crozza a Ballarò).
lunedì 28 settembre 2009
Time is on their side?!?
Tempo fa, quando nelle discussioni mi trovavo nella posizione di dovere difendere un personaggio dileggiato da tutti, usavo dire: “vabè, voi non lo capite, ma tanto poi il tempo è sempre galantuomo”.
Il mio intendimento era quello di evidenziare come, con il trascorrere degli anni e il diradarsi degli steccati ideologici o d'opportunità, la storia avrebbe premiato la persona solo ed esclusivamente per il suo valore. Non so esattamente da chi sia stata coniata la frase, ma avevo in mente molti esempi di artisti, politici e uomini storici che sono stati rivalutati solo dopo molti anni e in genere successivamente alla loro morte.
E’ già qualche anno però che questo assioma comincia a mostrare delle crepe preoccupanti.
Certe volte infatti ho l’impressione che nel mondo della esposizione mediatica, riuscire ad invecchiare restando in qualche modo aggrappati alla notorietà, riesca a cancellare automaticamente qualunque critica e perplessità inerente alla carriera o alla storia del personaggio in questione.
Mike Bongiorno, ultimo in ordine di tempo, ne è la dimostrazione. Se c’era un personaggio che incarnava tutto il contrario degli ideali della sinistra, dell’essere attivista politico (in genere comunista) di quegli anni, ecco, quello era lui. Ci appariva prevaricatore, sciocco, inutilmente offensivo nei confronti dei suoi subalterni e di alcuni concorrenti dei suoi programmi, maschilista e volgare nella sue “gaffes” (vere o presunte che fossero).
Tutto questo oggi, di fronte alla sua dipartita, è miracolosamente sparito. Sono tutti lì a scappellarsi di fronte alla sua figura, gli appellativi si sprecano, omaggi, tributi, nessuna voce fuori dal coro (quella di Paolo Villaggio è stata bacchettata das Aldo Grasso per reato di “indelicatezza”).
Boh, sarà anche che, come la storia insegna, la sinistra in quegli anni non ha capito la massiccia avanzata della cultura di massa, veicolata in primo luogo dalla televisione, e ha perso così terreno rispetto alle persone che si poneva di rappresentare, arroccandosi su posizioni snob e saccenti, ma personalmente su di uno come Mike io non ho mai cambiato opinione.
Continuo a leggere e sentire in giro cose inaudite. Si rivalutano come grandi statisti gente come la Thatcher o Reagan, politici che hanno spaccato in due il proprio paese, le classi sociali e i sindacati, operando sempre a favore delle classi più abbienti, che hanno stretto alleanze con dittatori sanguinari in giro per il mondo, che hanno ridotto alla povertà un numero mostruoso di persone.
Uno come Lino Banfi diventa l’attore delle famiglie italiane, e si permette pure di tirarsela, manco fosse Mastroianni, Lando Buzzanca se ne va in giro a sostenere che la sua carriera di attorone è stata penalizzata dalla sua militanza di destra. Sgarbi è passato un paio di volte da là a qua negli schieramenti politici (no dico, Vittorio Sgarbi!). Ci manca solo Baudo che si candida per il centrosinistra e poi il quadro è completo ( come dite, lo ha già fatto?!? ).
Okay, solo gli stupidi non cambiano idea. Va bene anche che Montanelli (persona onesta, perbene e libera) , incarnazione dell’uomo di destra, nella sua battaglia contro il Cavaliere sia diventato un’icona della sinistra, nonostante la sua strenua battaglia contro il P.C.I. nei settanta/ottanta e la paternità della frase sul turarsi il naso e votare DC (quella della corrente Andreottiana, dei rapporti con Cosa Nostra, della Strategia della Tensione), però le cose sono due: o il discorso del tempo galantuomo è una solenne cazzata, oppure il concetto ha davvero valore e della gente che ho citato (ma ce ne sarebbe altra…) non ci ho mai capito una benemerita cippa, ed è pertanto giusto che vengano rivalutate come personalità di enorme spessore culturale ed alto valore storico.
Solo avvisatemi un po’ in anticipo quando il leader del centro-sinistra di turno nel 2029 rivaluterà Bush jr, Pinochet, Belpietro, Ferrara, Feltri, Vespa e magari pure Emilio Fede, additandoli ad esempio di lealtà, correttezza e indipendenza. Dovesse accadere vorrei essere da un’altra parte. Fanculo, stavolta per davvero.
Le dimensioni non contano
Diamine, se ne dovranno fare una ragione, G-Force è proprio un prodotto riuscito. Tra l'altro la versione originale dev'essere stata ancora più esaltante, con il doppiaggio di Sam Rockwell, Jon Favreau, Penelope Cruz, Nicolas Cage e SteveBuscemi.
Continua invece a non convincermi 'sta nuova moda del 3D. Gli appositi occhiali che fornisce la sala sono scomodi da portare sopra a quelli da vista, il loro affitto è oneroso e il risultato finale che producono è poca cosa, visto che il loro uso è giustificato giusto da un paio di cosette in un ora e mezza di film.
Purtroppo G-Force, a differenza dell' Era glaciale, lo si può vedere solo così.
P.S. Fa una certa impressione vedere recitare Zach Galifianakis, che in Una notte da leoni interpretava uno strafattone, in un prodotto Disney per bambini...
sabato 26 settembre 2009
Appetite for criticism
But look at us now, quit driving, some things hurt more much more than cars and girls.
Just look at us now, start counting, what adds up the way it did when we were young ?
Look at us now, quit driving, some things hurt much more than cars and girls.
P.S. Esce proprio in questi giorni, dopo sei anni dall'ultima fatica, il nuovo ciddì dei Prefab Sprout: Let's change the world with music. Bentornati!
venerdì 25 settembre 2009
Le origini di un outlaw
Anzi, limitarsi a dire che è valido è molto riduttivo. Non ho elementi probatori, ma sono convinto che Broke, Lovesick and Driftin’ abbia fatto un bel po’ di casino alla sua uscita, diciamo che lo immagino come una bomba che ha provocato un bel cratere su Nashville, la mecca del mainstream country.
Il disco (del 2002, seconda opera dopo il debutto di Rising Outlaw) già dal titolo, contiene in embrione tutti gli elementi che contraddistingueranno in seguito l’asset industriale del Williams del ventunesimo secolo. L'indipendenza dal pop country, cantata con irriverenza in Trashville, la deriva sociale dell’outlaw (la title track, Whiskey, weed and women, Cecil Brown, One horse town),le ballate per i broken hearts (Callin’ your name, Walking with sorrow ) , il cowpunk di Nighttime Rambling man, il divertimento molesto e sfrenato (beh, tutto il resto dell’album). Tra l’altro questo è anche l’unico disco nel quale Hank utilizza lo yodel ( lo stile country introdotto a metà anni venti da Jimmie Rodgers, che trae ispirazione dalla musica delle alpi svizzere) in Walking with sorrow e One horse town.
Ci sono almeno sei capolavori qui dentro. Mississippi mud è il primo. Scanzonata e alcolica, con un testo e un ritornello che si stampano in testa, e lì mettono radici. Le malinconiche Cecil Brown e Broke, lovesick and drifter, poi Trashville, una specie di prova generale per il definitivo anthem Dick in Dixie,che arriverà da lì a poco, l’honky tonk di 7 months,39 days e la cover, presente anche su di un album di tributo a Nebraska, di Atlantic City, di Springsteen, qui presentata in una versione giocata su violino e dodici corde, che nella parte finale rallenta in maniera drammatica, lasciando il posto alla slide e creando un bel pathos (a voler esser pignoletti, unica pecca è l’eliminizione da parte di Williams di un pezzo di strofa – l’originale fa down here it's just winners and losers / and don't get caught on the wrong side of that line mentre il rifacimento toglie, probabilmente per un problema di metrica, la seconda parte - ).
mercoledì 23 settembre 2009
Owners of a lonely heart
Monty's 115th dream
Senza aggiungere un'altra parola, si gira e se ne va. Io mi sento all'improvviso svuotato di ogni energia o forza di reazione. Quasi per inerzia stoppo la riproduzione del ciddì, lo tiro fuori e inserisco The best of Gerry Mulligan with Chet Baker. Abbasso il volume, parto a velocità "gita domenicale" e percorro gli ultimi chilometri che mi separano da casa formando una coda di automobili strombazzanti alle mie spalle.
domenica 20 settembre 2009
Roll over everything
sabato 19 settembre 2009
L'esercizio del punk
venerdì 18 settembre 2009
MFT, settembre 2009
ALBUM
Pearl Jam, Backspacer
Hank III, Broke, Lovesick and Driftin'
Eels, Hombre Lobo
Muse, The Resistance
Arctic Monkeys, Humbug
Minnie's , L'esercizio delle distanze
Juliette Lewis, Terra Incognita
Pantera, Vulgar display of power
Brian Eno, Music for Airports
Elton John, Goodbye Yellow brick road
Marlene Kuntz, The Best
Assjack, omonimo 2009
Eric Clapton & Steve Winwood, Live Madison Square Garden
LETTURE
Giorgio Scerbanenco, Racconti Neri
Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta
mercoledì 16 settembre 2009
88 Minuti di troppo
martedì 15 settembre 2009
Pizzini
“Cari librai, ecco in tutta la sua magnificenza il mio nuovo romanzo, in cui si parla di uomini offesi, Blood’s A Rover . La casa editrice Knopf lancerà questo libro bomba il 22 settembre. Fino a quella data avete il compito di creare un’ attesa presentandolo come un libro profondo e coinvolgente. Poi inizierete a propinarlo ai lettori, e allora io arriverò nelle vostre librerie e farò impazzire legioni di fan; verrà un sacco di gente e comprerà il mio e altri libri e, nonostante il periodo di magra, faremo tutti una barca di soldi. Chiaro, no? Leggete il libro. Apprezzatene la grandezza. Cercatemi su Facebook e fatemi sapere cosa ne pensate. Vostro, James Ellroy”
In altre occasioni l'autore si è espresso così:
"E’ un preeeeeeepotente romanzo storico – grandioso nello scopo, profondo nell’esplorazione dell’era, colmo della paaaazza merda che è il mio marchio di fabbrica e soffuso di un esaltato senso di fede e delle conseguenze della rivoluzione e conversione politica. Oh, sì, questo è un libro per questi tempi".
L'attesa è finita.
lunedì 14 settembre 2009
La parola allucinante
La palma della più abusata spetta indubbiamente ad "allucinante". Allucinante si adattava a qualunque conversazione: "hai sentito di quello che ha sterminato la famiglia? Cazzo, A-L-L-U-C-I-N-A-N-T-E! " " ieri sera ho visto un film troppo ALLUCINANTE!" "Minchia, ALLUCINATE, ieri i miei quasi mi beccano che mi facevo una sega davanti alla televisione!" E così via dicendo.
Una discreta alternativa era usare il "CHE STORIA!". In genere lo si formulava per lo stesso utililizzo dell'aggettivo precedente. Quindi, per esempio: "CHE STORIA OH, gli sbirri hanno blindato il Faccia!" oppure: " cazzo CHE STORIA, ho visto la mia ex in piazza..." o anche " ieri con la Uno di mio padre ho toccato i 140 in fondo a viale Olanda, figa CHE STORIA!"
I più arditi osavano di più, enfatizzando la frase attraverso aggiunte fantasiose, ad esempio "che storia MALATA" oppure : "che storia ALLUCINANTE". In genere però questo impressionante sforzo mentale aggiuntivo finiva per esaurire le loro facoltà di parola per una settimana o due.
Poi c'era da quantificare. Emozioni o situazioni al limite venivano tutte raccolte dietro il semplice termine espresso da UNA CIFRA! "Oh, ieri mi sono divertito UNA CIFRA!" ; " ho provato UNA CIFRA di volte a chiamarti" ; " Cazzo, l'Aprilia costa UNA CIFRA!" e via discorrendo.
Se ho cominciato a disintossicarmi da questa deriva linguistica un pò in anticipo rispetto agli amici devo ringraziare esclusivamente a Patrizio, che mi prendeva regolarmente per il culo per quel modo di parlare, accelerando così il processo di maturazione linguistica ("una cifra?!? E quanto cazzo? dieci, cento, mille, milleeuuno???").
domenica 13 settembre 2009
I migliori della vita, Creedence Clearwater Revival, Willy and the poor boys
Quella volta invece ero partito bello deciso. Avevo scoperto che Bruce Springsteen adorava un gruppo chiamato Creedence Clearwater Revival, di cui suonava anche delle cover, e avevo deciso che dovevo ascoltarli.
I Creedence furono una fottuta cometa che sconvolse in soli due anni e sei dischi la musica americana fino alle fondamenta.
sabato 12 settembre 2009
Blood on blood
Devo però onestamente ammettere che il mio cuore batte molto più forte per il detective Vic Mackey che per l'ematologo Dexter Morgan, ma è solo perchè sono un romantico e con Vickey è amore di luuunga data...
venerdì 11 settembre 2009
Liars
mercoledì 9 settembre 2009
La vita e il calcetto
La situazione oggi è che riesco a giocare almeno una volta a settimana, grazie ad una sorte di wild card che due o tre squadre che ho bazzicato recentemente mi hanno concesso. Perciò quando manca un uomo all'appello, mi chiamano. E io naturalmente vado.
Lunedì,in una di queste calcettate last minute, ho avuto una piacevole sorpresa. Ho trovato fuori dagli spogliatoi un amico della vecchia comitiva storica, compagno di mille battaglie sul sintetico. Ho scoperto che anche lui è nel giro dei convocabili di questa squadra e che non l'avevo visto prima perchè si era fatto male ed era rimasto fermo per qualche mese. Fantastico, penso. Ci aggiorniamo sulle rispettive esistenze, più o meno va tutto bene. Per ironia della sorte lui fa il dirigente di un'azienda di logistica, mentre io... beh lo sapete.
Così mentre facciamo una corsetta di riscaldamento mi trovo a chiedergli come sopravvive la sua azienda alla crisi e lui mi risponde che sono stati costretti a non rinnovare i contratti agli interinali e che hanno usato la cassa integrazione per un tot di indeterminati. Io gli rispondo che da noi è più o meno la stessa cosa, speriamo che sto periodo di merda passi.
So what?
martedì 8 settembre 2009
Baby i'm a star
Mi è sembrata efficace anche l' interpretazione di Cirino Pomicino da parte di Buccirosso, e a chi lo ha trovato fuori dalle righe consiglio di leggere un pò le indiscrezioni sulla vita del ministro, donnaiolo e festaiolo instancabile.
Anche Flavio Bucci offre con Evangelisti un'interpretazione che lascia il segno, come quella meravigliosa di Giulio Bosetti che fa Scalfari, in uno dei momenti più riusciti dell'opera (l'intervista ad Andreotti).
Trent'anni di vita della Repubblica Italiana passano tra le immagini del film e nella gelida intervista di Scalfari al Divo. Trent'anni nei quali il democristiano è stato protagonista principale assoluto, una scatola nera vivente, come ha ironizzato Grillo in un celebre monologo televisivo, al quale Andreotti/Servillo assistono, nella parte finale del film.
E chissà se la parte in cui la moglie del democristiano (interpretata da Anna Bonaiuto) confida al marito che, tutto sommato, secondo lei la gente lo sopravvaluta perchè "tutti pensano tu abbia un intelligenza superiore, ma si sbagliano, alla fine tu sei solo uno che ha sempre la battuta pronta", rappresenta il messaggio finale del regista Sorrentino.
sabato 5 settembre 2009
Country hero!
P.S. Il titolo è in ossequio a Country Heroes, uno degli omaggi più sinceri ed emozionati di Hank III all'outlaws ed ai suoi protagonisti
giovedì 3 settembre 2009
Take the Duke train
The final curtain?
mercoledì 2 settembre 2009
Ghiaccio tre
martedì 1 settembre 2009
Una direzione giusta
Sembra che Giovanni si sia imposto, sin dall'inizio della sua carriera, di spiazzare i suoi ascoltatori cambiando approccio alla composizione, disco dopo disco. E' superfluo credo ricordare il bagaglio di esperienza che si porta dietro Neffa, eterno irrequieto della musica popolare moderna.
Con questo nuovo lavoro il musicista campano vira decisamente sulla malinconia e sul distacco. L'album parte magnificamente con un intro di chitarra claptoniano per Distante, che ci conduce all'ormai caratteristico cantato (molto sudista, quasi arabeggiante) dell'artista di Salerno. Il testo è vibrante e colpisce subito al cuore, il ritornello si apre in maniera molto soul. Un grandissimo pezzo.
A seguire Lontano dal tuo sole, scelto come primo singolo, anch'esso testimone di un momento probabilmente non felice della vita di Pellini. Questo secondo pezzo è meno immediato e ci mette un pò di più ad arrivare, ma tranquilli che arriva. La coda del ritornello "che ora non hooooo" penetra sottopelle dove nidifica per sempre.
Qualcosa di più è un altro pezzo convincente. Introspettivo e poetico, un testo sognante che si apre sull'armoniosa melodia del refrain . Il ritmo torna ad alzarsi con Solo così, traccia che spezza momentaneamente le atmosfere malinconiche del disco, che tornano con In un sogno e l'idealista Nessuno, a mio avviso uno dei due-tre pezzi meno riusciti della raccolta.
Sono riunite nel trittico La mia stella, Satellite e Bellissima le canzoni d'amore positive dell'album, con la Satellite a svettare sulle altre, in pure stile pop Neffiano.
L'album si chiude con Giorni d'estate, che ricorda nello stile qualcosa del folk progressive inglese dei sessanta e con The hill, cantata nella lingue della terra d'Albione.
Caso abbastanza unico nel panorama musicale italiano, Neffa riesce in qualche modo a coniugare l'internazionalità delle sue produzioni con la tradizione melodica nostrana. Originalità e coraggio non gli mancano, per essere più espliciti, secondo me se ne fotte abbastanza delle regole del mercato, segue imperturbabile i suoi umori e le sue traettorie artistiche.
Considerando queste premesse e ammettendo anche che l'ispirazione non è sempre allo zenith creativo, Sognando contromano resta comunque un gran bel disco.