domenica 9 marzo 2008

Black and blue


Ho cominciato ad appassionarmi di calcio piuttosto tardi, nell'82 a tredici anni, e da "autodidatta", che nessuno in famiglia o tra gli amici d'infanzia lo era. Certo, i mondiali di spagna hanno contribuito, vittoria dell'Italia a parte, alla formazione del tifoso in me dato che il primo mundial non si scorda mai.


Interista lo sono sempre stato, se dovessi dire perchè o chi mi ha trasmesso questa passione, non saprei farlo con certezza. Pesanti indizi ricadono sull'ex storico di mia sorella maggiore, milanese e bauscia doc. Anyway, il primo campionato in cui ho tifato Inter è stato quello post-mondiale, in cui si apriva al secondo straniero e l'Inter schierava (per modo di dire) Juary e Muller.


Da lì in poi un intero lustro di figure barbine, giocatori svogliati, acquisti di campioni a fine carriera (Rummenigge, Tardelli, Causio etc etc), piazzamenti UEFA raggiunti a fatica all'ultima giornata. Poi nell'88/89 una strepitosa cavalcata che annienta tutto e tutti e lo scudetto dei record a 58 punti.


A seguire Moratti, Ronaldo e uno scudetto buttato per il 50% e per il resto clamorosamente rubato. Gli infortuni del fenomeno, le lacrime, i giocatori come figurine, i quattro allenatori in un anno, i cori "non vincete mai",la squadra senza carattere.


Di certo se penso alla mia storia da tifoso dell'Inter, preso ad esame il periodo 1982/2007, sono più le brucianti delusioni e gli sfottò degli amici milanistijuventini che le soddisfazioni, e nonostante la nobilitazione della figura del tifoso perdente eccellentemente operata da Hornby (con febbre a 90°) e in seguito dai suoi epigoni, la cosa di certo non mi entusiasma.


Perfetto in questo senso che il centenario sia caduto nel momento più difficile della storia interista, con la squadra in crisi di gioco, di risultati e fisicamente sulle ginocchia, alla vigilia dell'ennesima eliminazione dalla champions league. Un festeggiamento più adeguato di questo, per la pazza Inter, non era ipotizzabile. Auguri.

Nessun commento: