lunedì 13 ottobre 2025

Saxon, Hell, fire and damnation (2024)

 


Nel film Al lupo al lupo, un incauto avventore della discoteca si avvicina al DJ (Verdone) e gli chiede quando arrivino i lenti. "Mai" gli risponde lui perentorio, "non arrivano mai!". Questa è la regola non scritta dei Saxon, un gruppo che qua e là qualche ballata l'ha rilasciata, sempre un pò controvoglia, quasi per dovere (commerciale), ma perlopiù ha derogato a questa norma non scritta dei dischi di metal commerciale, in particolare degli ottanta. 
Non sorprende pertanto che in Hell, fire and damnation il combo tiri dritto, se rallenta è solo per un'economia delle dinamiche dentro i singoli pezzi o per un paio di tracce midtempoes.

L'album, confezionato dentro una cover d'impatto, è il ventiquattresimo in quarantacinque anni di produzione discografica della band, per una media quasi scientifica di due album l'anno (media che si incrementa con i tre dischi solisti di Biff). 
Premi play e dunque sai già cosa aspettarti, il pattern dei Saxon è da tempo quello dei true defender, heavy metal con influenze teutoniche (in Pirates of the airways e Witches of Salem fanno ciao con la manina gli Accept) senza mai perdere la bussola della melodia ne tantomeno quella della ferocia dei bpm, anche grazie ad una doppia cassa (Fire and steel) sfasciata dal veterano Nigel Glocker che, a dispetto dell'età (quest'anno sono settantadue), non ne vuole sapere di rallentare. 
A proposito di veterani del gruppo, ha invece mollato il membro originale Paul Quinn, che prima ha rinunciato ai tour e ora anche alle session di registrazione (al netto di un contributo su un paio di brani), sostituito da Brian Tatler (ex chitarrista Diamond Head). 

E poi c'è lui, Biff Byford, il Boss indiscusso (non solo in quanto frontman, ma proprio perchè possessore dei diritti legali del brand), immarcescibile, un old englishman con una passione - che riversa nei testi - per la storia, antica (1066, Kubla Khan and the merchant of Venice) e più moderna (Madame Guillotine, There's something in Roswell), ed una voce stentorea che ancora si arrampica su tonalità divenute irraggiungibili per molti coetanei. 
Vecchi a chi? 

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