Carlo Monterossi è un autore televisivo benestante - tendente al ricco - che vive però con sensi di colpa il suo successo, in quanto raggiunto con prodotti trash. Pur avendo da anni interrotto la sua più importante storia d'amore con Lucia, reporter di guerra, continua ad essere innamorato di lei. La sua rete di amicizie è composta principalmente da Nadia e Oscar, due giovani che ha fatto assumere nell'ambito proprio del programma tv da lui detestato. In una Milano attuale e piena di contraddizioni, a sconvolgere il malinconico tran tran di Carlo, arriveranno omicidi e situazioni pericolose.
Monterossi è una serie tv recentemente rilasciata da Prime Video, che, nei suoi sei episodi, dà vita ai romanzi Questa non è una canzone d'amore e Di rabbia e di vento di Alessandro Robecchi. Complice una trasferta di lavoro a Roma e le relative, tristissime, notti da solo in albergo, me la sono bevuta d'un fiato, andando molto vicino al (da me) tanto detestato binge watching.
La serie è pulitina, scritta bene, i personaggi non necessariamente suddivisi in maniera netta tra buoni e cattivi, e ha dalla sua alcune linee di dialogo davvero divertenti. Infine c'è lui, Fabrizio Bentivoglio, che sembra nato per la parte di un disincantato uomo di cultura che aveva ideali (di sinistra) e pensa di averli svenduti per il successo; che ovviamente si vergogna di essere ricco, che beve costosi whiskey single malt ed è fanatico di Bob Dylan, al punto di citare in continuazione i testi delle sue canzoni (presenti nella colonna sonora con, immagino, un notevole sforzo economico della produzione per acquisire i diritti).
L'altro punto di forza della serie sono alcuni comprimari. Non tanto l'entourage di amicizie del protagonista, quanto alcuni personaggi di contorno, come l'ispettore Carella (un grande Tommaso Ragno), la conduttrice televisiva trash (una Carla Signoris che fa fischiare le orecchie a Barbara D'Urso) e, soprattutto, la coppia di killer del primo trittico di episodi (Questa non è una canzone d'amore), davvero strepitosi (non sarebbe male uno spin-off dedicato solo a loro).
Insomma, se volete una serie breve, in pratica due film divisi in tre puntate, leggera e divertente, se siete legati a Milano, vi piace Bob Dylan e se, soprattutto, come il sottoscritto, siete froci per Bentivoglio, Monterossi potrebbe fare al caso vostro.
3 commenti:
Vedremo eh...appartengo solo all'ultima categoria...
potrebbe bastare, a patto di tenere contenute le aspettative :)
La tua rece la fa balzare in avanti di un paio di posizioni nella mia "to watch list".
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