Nel North Carolina, i fratelli Motch (Dan Akroyd e John Lithtgow), poteri forti dell'economia locale, decidono di affidarsi ad un candidato politico diverso da Cam Brady (Will Ferrell), esperto senatore locale del Partito Democratico, ma gaffeur impenitente. A pochi mesi dalle elezioni passano quindi, con indifferenza, ai Repubblicani rivolgendosi ad un totale outsider, il folkloristico Marty Huggins (Zach Galifianakis), figlio però di un anziano politico ora in pensione (Brian Cox).
Candidato a sorpresa, attraverso la lente deformante del grottesco mostra tutti i clichè più abusati della politica americana e soprattutto delle sue campagne elettorali (il titolo originale, The campaign, è evidentemente più efficace della traduzione nostrana). Cam Brady è la perfetta caricatura del senatore americano: spudoratamente donnaiolo, ipocrita e dedito ad ogni vizio. Nell'incipit del film, al responsabile della sua campagna elettorale che gli chiede cosa significhi continuare a citare nei comizi Dio, l'America e la famiglia, Ferrell risponde che non ne ha idea, ma che quando lo fa, la folla impazzisce. E' dunque subito chiaro il tiro che sceneggiatori e regista, Jay Roach (una carriera anomala, divisa in due: la prima parte orientata alla commedia, spesso demenziale, con titoli come la trilogia di Austin Powers, due film della saga Ti presento i miei, e la più recente dedicata invece ai film drammatici ispirati ad episodi della recente storia americana, come L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo e Bombshell) hanno impresso al film: portare a galla tutte le pantomime della tronfia attività politica a stelle e strisce.
Vengono quindi sputtanate tutte le ipocrisie dei candidati e dei più cinici responsabili di campagna elettorale, in una devastante escalation di inverosimili colpi bassi che, invece di decretare la sconfitta dei candidati, li fanno volare nei sondaggi. Se pensiamo che la pellicola è stata girata ben prima dell'avvento di Trump, è incredibile come abbia anticipato il folle imbarbarimento del dibattito.
Ma Candidato a sorpresa non si limita a questo, mettendo in discussione con una sola, efficace inquadratura, anche il sistema di voto elettronico da tempo vigente negli States.
Ma Candidato a sorpresa non si limita a questo, mettendo in discussione con una sola, efficace inquadratura, anche il sistema di voto elettronico da tempo vigente negli States.
Film dunque che appartiene decisamente alla categoria delle commedie intelligenti, tuttavia se vogliamo trovargli un difetto, esso va individuato nello spreco del sontuoso cast, visto che Dan Akroyd, John Lithgow e Brian Cox (C'è anche John Goodman in un brevissimo cameo) sono davvero sotto-utilizzati, risultando quasi in imbarazzo.
Peccato veniale per un film divertente e corrosivo, da vedere.
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