Little Steven torna sul luogo del delitto. Evidentemente si diverte troppo a recitare la parte del mafioso di origini italiane. D'altra parte il physique du role ce l'ha tutto, o più semplicemente, dopo i Soprano, siamo noi a vederlo bene in quei panni. Sta di fatto che in Lilyhammer, Steve interpreta Frank Tagliano, bravo ragazzo newyorkese costretto a entrare nel programma protezione testimoni dopo aver fatto arrestare il suo boss. La particolarità di un incipit già visto mille volte sta nella destinazione scelta dal mafioso. Frank non sceglie infatti il classico anonimo villino nel Minnesota o l'appartamento da pensionato in Florida, bensì, suggestionato dalle olimpiadi invernali del 1994, chiede all'FBI di essere spedito in Norvegia, località Lillehammer.
Qui, dopo un brevissimo periodo di ambientamento, mette a frutto le sue "capacità organizzative" e diventa, a suo modo, un punto di riferimento per la comunità.
Van Zandt (che è anche produttore esecutivo del serial) non è certo un attorone, ma si vede che si diverte sotto il parruccone nero corvino alla James Brown e dentro i completi che sembrano usciti dagli improbabili gangster dei telefilm di Baretta.
Si diverte ancora di più rispetto alle precedenti esperienze di recitazione in quanto il tono leggero di Lilyhammer (tecnicamente sarebbe dramedy, a metà strada tra drama e comedy) confà maggiormente alla sua figura, permettendogli di gigioneggiare alla grande, con continui rimandi alla musica (le citazioni sono sterminate, dalla sua pessima opinione sul black metal, alle band che si esibiscono nel suo locale, a Frank Sinatra, a Born to run di Springsteen che accompagna la "corsa" di un personaggio su una specie di triciclo per anziani infermi) e alle altre fiction di mafia (alla ex-moglie che, riferendosi ad un piano per uccidere un boss, commenta: "Ancora con 'ste cose alla Soprano?!?" Lui risponde: "Non me ne parlare..."). Il resto del cast è perlopiù norvegese e devo confessare che, seguendo la serie in lingua originale, ho sviluppato un certo fascino verso il cantilenante suono di quel particolarissimo idioma.
Viste le prime due stagioni, molto snelle, da otto episodi ciascuna, ma è già disponibile la terza.
2 commenti:
Allora devi proprio vedere "In ordine di sparizione"...
Sembra interessante
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