martedì 13 maggio 2014

The Amazing Spider-man 2, Il potere di Electro


Sono talmente subdole, le menti dietro al reboot cinematografico di Spider-Man, che non sai mai se detestarle o amarle incondizionatamente. Sì perché ad un fan della prima ora dell'Uomo Ragno, uno che sui fumetti tradotti in Italia dall'Editoriale Corno ci ha trascorso buona parte dell'infanzia e dell'adolescenza, il giro che ha preso l'epopea su grande schermo dell'Arrampicamuri proprio non va concettualmente giù. Della storia inizialmente ideata da Stan Lee ed illustrata da Steve Ditko prima e da John Romita poi è infatti rimasta solo una flebile traccia, il resto è sacrificato sull'altare dell'innovazione e della ricerca di carne giovane da appassionare, forzando il plot in una direzione che va ben oltre anche al restyling operato con la (per me ottima) serie a fumetti Ultimate SpiderMan.
 
Il problema è che la tua altezzosa perplessità svanisce d'incanto al termine della proiezione, lasciandoti non solo convertito al progetto, ma perfino commosso (per la sequenza finale del bambino in costume da Spidey) in compagnia di tuo figlio che ti deride per il tuo cuore di burro.
Già perché la genialità delle menti dietro alla produzione di The Amazing Spider-Man 2 sta nell'essere riusciti ad individuare un incredibile equilibrio tra innovazione e richiami alle radici del personaggio. In questo senso (spoiler alert!), la sorte di Gwen Stacy è mostrata, a partire dal look per finire alla posizione in cui resta esanime, drammaticamente appesa alla ragnatela del Ragno,   in maniera quasi del tutto identica a quanto avvenuto sulle tavole originali realizzate da Gerry Conway, Gil Kane e John Romita (in Italia numero 133 de L'Uomo Ragno). E basterebbe questo a lenire i cuori malati di nostalgia della vecchia guardia dei lettori Marvel.
Ma i rimandi al mood classico dei fumetti non si fermano qui. Considerando anche la trilogia di Raimi, questo è probabilmente il film sull'aracnide umano che meglio riporta su grande schermo il lato leggero delle storie di Spider-Man: le battute, le gag, le situazioni surreali alle quali eravamo affezionati, e che sono a tutti gli effetti una caratteristica irrinunciabile dell'Uomo Ragno,  trovano qui il giusto spazio, colmando finalmente una lacuna del personaggio.
 
Poi vabbeh, c'è l'incredibile lavoro su effetti speciali e scene d'azione, letteralmente mozzafiato: per limitarsi ad un esempio è impossibile restare indifferenti davanti al particolare delle pieghe del costume che si adatta ai movimenti del corpo mentre Spider-Man volteggia sulla città.
Infine i super-criminali. La scelta dei villain è funzionale alla storia, ma la loro resa è solo parzialmente riuscita: Electro/Jamie Foxx (inutile soffermarsi sul fatto che il character dei comics era bianco e si chiamava Elektro mentre qui perde la "k" ed è interpretato da un attore nero) è passabile, Goblin è rimandato, mentre il Rhino-robot è inguardabile.
 
Sono già annunciati altri due capitoli della saga (2016 e 2018) e se, come lasciato intuire, avremo a che fare con i Sinistri Sei (e con Felicia Hardy/Gatta Nera?), nonostante tutto il restyling del mondo ci sarà ancora di che divertirsi.
Maledetti, vi amo.

2 commenti:

Dantès ha detto...

temo che vivrò molte delle tue contrastanti emozioni

monty ha detto...

Sarei stupito del contrario ;)