lunedì 29 agosto 2011

Two hearts



Capovilla ha due cuori. In principio (1997) a battere fu quello dei One Dimensional Man. Critica e pubblico tra le più attenti alle novità indie italiane drizzarono le antenne.Poi improvvisamente il progetto si arenò (2004) e a battere forte fu il secondo cuore, quello del side-project Teatro Degli Orrori (2007), che fece registrare un'impennata di stima tra media e fan, al punto che tutti si convinsero che la nuova creatura avesse ucciso la prima. Ma dopo due eccezionali album del TDO, inaspettatamente, l'Uomo Ad Una Dimensione torna a vivere.


Pierpaolo Capovilla è un altro che non ama stare fermo ed essere prevedibile. Dopo tutti gli onori e gli scappellamenti ricevuti per A sangue freddo, invece di dare un seguito a quell'opera, resuscita la sua prima band. Qualche scoria del Teatro comunque resta, se è vero che la doppietta iniziale di A better man ricorda nella dinamica l'ultimo lavoro dei TDO: la titletrack è infatti un pezzo notturno, rarefatto, nel quale PP canta "doppiato" da una voce femminile che dona ulteriore suggestione al brano, tessuto sopra un testo davvero bello e suggestivo che consente a Fly, la seconda traccia, di godere di maggiore enfasi e fragore di quello che già avrebbe per struttura. Un pò come succedeva ne A sangue freddo con Io ti aspetto e Due.


Ecco, saranno anche più adulti, ma non rinunciano al frastuono, i ODM. Lo dimostra il post-punk di pezzi come A measure of my breath o This crazy, ne dà sfoggio il quasi industrial di This angry beast o il rumorismo acustico alla Tom Waits per Face on a breast. Ever sad è invece una sorta di seconda parte/versione con liriche alternative della traccia di apertura che dà il titolo all'album.
Qua e la si colgono riferimenti anche Bowie, a Lou Reed, forse persino ai NIN. E' un attimo però, perchè proseguendo con l'ascolto, le proprie convinzioni vacillano a fronte del mood complessivo del lavoro, che pure alla lunga ha qualche calo, ma che comunque possiede una sua personalità.



Viene il mal di testa a cercare di capire quale sia il progetto parallelo e quale il principale tra le due realtà anime di Capovilla. C'è da sperare che le dichiarazioni che il singer ha fatto alla stampa in merito ad un presunto cattivo stato di salute del Teatro degli Orrori siano dettate unicamente alla promozione del nuovo One Dimensional Man, perchè mi sembra che comunque band come i TDO in Italia non ce ne siano molte. Detto questo, A better man è comunque un disco che merita attenzione, gonfio di urgenza comunicativa, carico di tensione, oscurità, ossessioni, elettricità. Un lavoro molto poco italiano. Ed è un complimento eh.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Lo ascolterò, ma se assomiglia ai vecchi album continuerò ad ascoltarmi i TDO in attesa che Pierpa rinsavisca