sabato 28 giugno 2008

Brunetta dà i numeri

Sul sito del ministero numeri e costi: quello complessivoè stimato in oltre 121 milioni di euro l'anno

Brunetta mette on linei dati sui distacchi sindacali

Ma i numeri dicono che rispetto agli impiegati pubblici non c'è un eccesso di assenze: "fuori linea" gli enti locali e il Servizio sanitario nazionale


E' di 121 milioni e 440 mila euro l'anno il costo stimato per la pubblica amministrazione delle assenze per motivi sindacali. Il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha fatto della trasparenza la linea guida della sua attività, ha messo on line sul sito del ministero una
sintesi della relazione al Parlamento su questa questione. Si tratta di 18 pagine di dati e grafici, senza alcun commento. I dati si riferiscono al 2006 e quasi tutte le amministrazioni (l'83,73%, da cui dipende il 95,48% degli impiegati pubblici) hanno adempiuto all'obbligo di fornire i dati richiesti. Le 830.598 giornate di distacchi retribuiti, calcola la relazione, corrispondono ad un anno di assenza dal servizio di 2.276 dipendenti, a cui ne vanno sommati altri 47 per le 17.095 giornate di permessi cumulati sotto forma di distacco. Ci sono poi 263.466 giornate di permessi retribuiti per l'espletamento del mandato, corrispondenti all'assenza, sempre per un anno, di 1.198 dipendenti, e 115.868 giornate per le riunioni degli organismi direttivi statutari (527 dipendenti). Infine, ci sono 140.169 giornate di aspettative e 2.178 di permessi non retribuiti, che equivalgono ad altri 394 dipendenti assenti per un anno. Bisogna poi considerare le aspettative e permessi per funzioni pubbliche elettive: sono 817.144 giornate, equivalenti a 2.239 dipendenti assenti e a un costo stimato di altri 67 milioni. La parte più elevata del costo (quasi 30 milioni) deriva dai distacchi e permessi di Regioni ed enti locali, seguite dal Servizio sanitario nazionale (22,6 milioni) e dalla scuola (poco più di 20). Quarti, ma molto distanziati, i ministeri (11,8). Costi di rilievo anche per enti pubblici non economici (8,7 milioni), Polizia (6,6), agenzie fiscali (6,1) e Polizia penitenziaria (5,5). Per tutte le altre branche dell'amministrazione le cifre sono molto minori. Il costo delle aspettative per cariche pubbliche elettive ricalca grosso modo la classifica precedente, tranne il fatto che in questo caso i corpi di polizia mostrano dati estremamente bassi.

Quanto alla divisione per sigle sindacali, la parte del leone la fa la Cgil, con 381.533 giornate, seguita dalla Cisl (262.480), dalla Uil (133.614) e dai sindacati autonomi Confsal (118.009) e Usae (60.060). Dati che non sorprendono, visto che corrispondono più o meno alla consistenza delle varie sigle nel pubblico impiego. Fin qui le tabelle della relazione. Che cosa se ne può trarre? Escludendo aspettative e permessi non retribuiti e per cariche elettive, sono 4.048 persone assenti per un anno. In rapporto ai 3.213.521 dipendenti pubblici (dati della Ragioneria generale del 2003) si tratta dello 0,125% degli impiegati, percentuale che francamente non appare esagerata. E' semmai la distribuzione nelle varie branche dell'amministrazione a destare qualche perplessità. Come si è visto, il numero maggiore di permessi e distacchi risulta nelle Regioni ed enti locali, che invece, secondo la
tabella della Ragioneria, impiegano 549.000 persone, quasi esattamente la metà della scuola (che risulta avere un terzo di giornate in meno) e 100.000 in meno del Servizio sanitario nazionale. Gli enti pubblici non economici hanno il 10% dei dipendenti di quest'ultimo, ma la spesa loro attribuibile è il 40% di quella del Ssn. La spesa degli enti locali appare abnorme anche rispetto a quella dei ministeri, che hanno poco più della metà dei dipendenti ma spendono poco più di un terzo. Insomma, l'iniziativa di Brunetta, come sempre quando si fa uno sforzo di trasparenza, si rivela utile. Mostra che il costo della rappresentanza sindacale (senza dubbio uno dei "costi della democrazia" e non tra quelli di minore importanza) nella pubblica amministrazione è di fatto piuttosto contenuto, ma mostra anche che c'è qualcosa che non va nella distribuzione dei permessi e distacchi. Ora che si affronta un ulteriore passo verso il federalismo, sarà bene tenerlo presente. (27 giugno 2008)

Lo sciamano

Oggi esce ufficialmente dal lettore mp3 (e quindi anche dall'ascolto in macchina, visto che collego abitualmente il creative all'autoradio) Pica! di Davide Van De Sfroos.
Un disco che ho ascoltato senza soluzione di continuità per settimane, continuando a trovare stimoli e nuovi elementi per apprezzarlo. Un disco che, dopo l'italiano, l'inglese e il napoletano, mi ha fatto cantare gioiosamente anche il laghee.
Un disco straordinario. Evocativo, emozionante, ispirato e poliedrico. Non fosse che siamo alla vigilia dell'uscita del nuovo Hank III sarebbe già disco dell'anno con sei mesi di anticipo sulle classifiche finali.


E quaand te imparet a vèss lüserta el Sàss el sarà püssee gross ancamò
E quando imparerai a essere lucertola il Sasso sarà più grande ancora
E quaand che'l ragn el tira la tela sia l'acqua che'l suu la faran brilà
E quando il ragno tesse la tela sia l'acqua che il sole la faranno brillare
Varda trii rundin che gülena roeda e s'cèpen la nigula de mila muschitt
guarda tre rondini che volano a ruota e spaccano la nuvola fatta di mille moscerini
L'è una lama de lüs rifletuda quella dell'unda che solta in söe l'oecc
E' una lama di luce riflessa quella dell'onda che salta sull'occhio

E quaand te imparet a vèss el cavèden te imparereet a vardà in soel fuund
e quando imparerai a essere il cavedano imparerai a guardare sul fondo
el puunt el se bagna se l'acqua la dunda e la breva mata la passa a sügà
il ponte si bagna se l'acqua dondola e la brava pazza passa ad asciugare
Omen o dona cun't el sogn faa de paja varda con l'oecc ma impara a saràll
Uomo o donna col sogno fatto di paglia guarda con l'occhio ma impara a chiuderlo
Impara la danza de la margherita impara a cürvass senza s'cepàss
impara la danza della margherita impara a curvarti senza romperti

Briisa de Néss, erba de Buffalöra, sabbia de Fuentes e un trönn de Culmenàcch.
Brezza di Nesso, erba di Boffalora, sabbia di Fuentes e un tuono di Colmenacco.
Güla, güla... güla fina a Tresenda, gula sö in Valcavargna e al Pian del Tivàn
Vola, vola... vola fini a Tresenda, vola in Valcavargna e al Pian del Tivano.

anej faa de fèrr che penden del mür el Re de ogni umbria ii a dupéra ancamò
Anelli di ferro che pendono dal muro il Re di ogni ombra li usa ancora
El ghe lìga la barca cun deent la fuschiia e sgraffigna el cipress cun l'ungia a zig zag
Lega (agli anelli) la barca con dentro la foschia e graffia il cipresso con l'unghia a zig zag
El ghe lìga un tòcch della trezza rubàda ai cavèj de ogni alba e ai cavèj de ogni aurora
Lega (agli anelli) un pezzo di treccia rubata ai capelli di ogni alba e ai capelli di ogni aurora
Lìè bon de desfà el garbii del gumitul che te gh'eet in del ventru quand riva la nocc
E' capace di sgarbugliare il gomitolo che hai nello stomaco quando arriva la notte.

E quaand te imparet a vèss el merlu e a disegnà cun't el becch in del praa
E quando imparerai a essere il merlo e a disegnare con il becco nel prato
te truvereet anca te el tò bersaglio cun la zampa che sgàrla e con l'ala che và
troverai anche tu il bersaglio con la zampa che sfregia e con l'ala che va
e scülta l cancell de la darsena antiiga che'l canta cun l'acqua che bagna i soo gaamb
E ascolta il cancello della darsena antica che canta con l'acqua che bagna le sue gambe
E l'unda la rüzza e la pica la lengua ma la darsena la sa che po mea majà el laagh
E l'onda spinge e picchia la lingua ma la darsena lo sa che non può ingoiare il lago

Briisa de Néss, ...
Brezza di Nesso, ...

E quaand che poe vedareet un fantasma de foeja de urtiiga de ruggin e melma
e quando poi vedrai un fantasma di foglia di ortica di ruggine e di melma
Impara el suspiir trala riva e la prona
impara il sospiro tra la riva e la prona
Impara el disegn ne la ruga del sass
impara il disegno nella ruga del sasso
Troeva la pioema che ha perdü la pujana
trova la piuma che ha perso la poiana
perchè gh'è deent el saangh del tramunt
perchè contiene il sangue del tramonto
El suu lassa in giir i penej che se incendia
il sole lascia in giro i pennelli incendiati
Ma cun questa pioema tii podet smurzà
ma con questa piuma li puoi spegnere.

E quannd te imparet a vèss pipistrell a gulà senza schema e cürvà senza cürva
E quando imparerai a essere pipistrello e a volare senza schema e curvare senza direzione
te pruvereet el tragitto impussibil del viagg che te feet senza moev gnanca un pàss
proverai il tragitto impossibile del viaggio che fai senza muovere neanche un passo
Cun't i aal incrusaa in soel disco de loena tra i ramm dii uliiv e'l glicin che dunda
con le ali incrociate sul disco di luna tra i rami di ulivo e il glicine che dondola
pruvereet finalment anca te quela scrunza che proeven i foej nel fiasch de ogni veent
proverai finalmente anche tu quella ubriacatura che provano le foglie nel fiasco di ogni vento.


Briisa de Néss, ...
Brezza di Nesso, ...

venerdì 27 giugno 2008

Ancora Bruce 5: suonale ancora Bruce... Ovvero quelle che non stancano mai


1) Badlands
2) The promise land
3) Thunder road
4) Born to run
5) I'm on fire
6) Rockin all over the world
7) Tenth avenue freeze out
8) Darkness on the edge of town
9) Backstreets
10) Bobby Jean

Ancora Bruce 4: playlist per chi non ama Springsteen (ovvero brani misconosciuti, stili inconsueti, interpretazioni d'eccezione)


1) 57th channels and nothing on - solo voce & basso -
2) With every wish - Feat Mark Isham alla tromba -
3) Crush on you - proto punk -
4) Missing - la cosa più elettronica mai incisa
5) Pony boy - la ninnananna -
6) When you're alone - la cosa più vicina al country mai incisa da Bruce -
7) Goin' Cali - dalle parti di Tom Waits -
8) Sad eyes - dalle parti della pop ballad -
9) My best never good enough - sarcastico e irriverente come mai prima -
10) Reno - Come una racconto di Bukowski -

Ancora Bruce 3: canzoni che francamente mi hanno sfrancicato le palle

1) The river
2) Hungry heart
3) Glory days
4) She's the one
5) Jungleland
6) Atlantic city
7) Mary's place
8) Ramrod

Lo so, non sono dieci...

Ancora Bruce 2: canzoni che ascoltate in concerto hanno fatto fermare il tempo e skippare il cuore


1) Backstreets (Torino 88)
2) Badlands (Milano 92)
3) Follow that dream (Francoforte 92)
4) Prove it all night (Verona 93)
5) Trapped (Roma 93)
6) It's hard to be a saint in the city (Firenze 97)
7) Rendezvous (Milano 99)
8) Something in the night (Bologna 02)
9) Growin up e Rosalita (Milano 2003)
10) Summertime blues e racing in the streets (Milano 08)


Ancora Bruce: canzoni che avrei voluto sentire dal vivo ma che probabilmente non ascolterò mai più (almeno con la E Street Band)


1) Meeting across the river
2) Point blank
3) Drive all night
4) The ties that bind
5) Jackson cage
6) Nebraska
7) Fire
8) All that heaven will allow
9) Stolen car
10) Seaside bar song

Pimpami Caparezza


Un pò a sorpesa, ma inesorabilmente, facendosi largo tra la musica a me più convenzionale, questo disco di Caparezza ha guadagnato un posto di primo piano tra gli album migliori dell'anno, tra quelli fin qui usciti.

Le dimensioni del mio caos è un disco pieno di ironia, come è nella cifra artistica del personaggio, le rime sono efficaci ed intelligenti e sfociano spesso in una forma irresistibile di alliterazione.

Le quattordici tracce, unite da skit che formano una storia e danno al disco i connotati del concept, sono tutte su di una media notevole, con diversi picchi di eccellenza.

La rivoluzione del sessintutto, Non mettere le mani in tasca, Pimpami la storia, Vieni a ballare in Puglia, Abiura di me, Cacca nello spazio ed Eroe, sono eccezzionali esempi di come si possa parlare di qualunque cosa, dai ggiovani alla mafia, dal lavoro nero alle condizioni di vita nel sud, attraverso testi dissacranti, divertimento e ironia.

Un grande disco.

giovedì 26 giugno 2008

The last waltz?

I die-hard fan sono una noia mortale. In genere sono snob e saccenti, guardano col sopracciglio alzato i neofiti, indifferenti e scostanti di fronte al loro entusiasmo. Contano i peli del culo all’oggetto del loro culto, a volte perdendo di vista il valore complessivo di ciò che stanno giudicando.
Faccio questa premessa per dire che in questa recensione emergeranno delle critiche al concerto di Springsteen di ieri a Milano, concerto che per molti versi, nonchè per molti critici e fans è stato perfetto, trascinante, “epocale”.
Per buona parte la penso anch’io così, d’altro canto basta scorrere la scaletta (nel post sotto) e si capisce subito che un concerto che inizia con Summertime blues e si conclude con il Detroit Medley (Devil with the blue dress/Good golly miss Molly/CC Rider) e Twist and shout non ha bisogno di grosse analisi.
Quello di ieri sera è stato senza dubbio uno degli show più “tirati” a cui io abbia mai assistito, tra gli show di Bruce che ho visto. Pochissimi i pezzi lenti e introspettivi, grande voglia di stupire, di divertire senza fronzoli, di tornare ai tempi dei tour di venticinque anni fa, facendo ballare fino allo sfinimento il pubblico.
Concerto senza tempo anche per la scelta dei brani, attinti a piene mani dai dischi più amati, Born to run, Born in the USA, letteralmente saccheggiato Darkness on the edge of town, solo cinque pezzi dall’ultimo, non troppo amato, Magic. Chicche come Racing in streets, None but the brave, Candy's room,Spirit in the night,Rosalita. Record di canzoni suonate (29 per quasi tre ore) in questo tour.


Gli aspetti negativi anticipati in premessa sono a mio avviso altrettanto importanti.
La E Street Band non c’è più. Cioè, resta l’incredibile sintonia tra il gruppo e il suo leader, che sa di poter cambiare, togliendo e/o inserendo brani (confrontate la setlist prevista con quella definitiva e ne avrete la conferma) dalla scaletta a piacimento, con un preavviso di pochi secondi, sicuro di essere seguito dalla prima all’ultima nota dai suoi musicisti, ma quello che è perso è il ruolo centrale che la band aveva nei suoi momenti migliori, mentre oggi è ridotta a fare quasi da triste comparsa in un film che ha un unico protagonista.
Probabilmente dipenderà anche dallo scorrere del tempo,Clarence Clemmons è segnato dall’età e dal peso, è stanco e lento nei movimenti, fa quasi tenerezza. E’ quasi la controfigura del gigante nero, possente e autorevole, che aveva un ruolo scenico centrale negli show.
Little Steven mi è parso imbolsito e svogliato, fosse stato un calciatore avrei detto che non è mai entrato in partita, anche lui in passato era molto di più del chitarrista del gruppo, con le sue movenze, le sue inconfondibili parti vocali e le sue gag rappresentava un pezzo dell’anima della band.
Poi manca Danny Federici, e se la sua presenza dal vivo passava visivamente in secondo piano, la sua assenza si fa notare in modo eclatante.
Si salva il sempre ottimo Nils Lofgren, mentre gli altri svolgono senza sbavature il compito assegnato.
Bruce ci mette tanto mestiere, paraculeggia però troppo(anche in favore di telecamera, tanto da adombrare il sospetto che stia preparando un dvd dal vivo da questa serata) e concede spazio come mai prima al suo pubblico. La sua decisione di interpretare diversi brani a richiesta (richieste espresse attraverso cartelli tenuti dai fans nel pit) mi ha un po’ intristito, lui in versione juke box non è un bel vedere, mi ha ricordato gli ultimi show di Elvis Presley in cui avvenivano in maniera programmata queste cose.
Nel complesso condivido l’opinione di Filippo che ha trovato l’atteggiamento di Springsteen troppo autocelebrativo, e aggiungo io, molto meno spontaneo del passato.

In molti, tra fans e giornalisti, si chiedono se abbiamo assistito all’ultimo concerto della E Street Band, io lo spero.
Siamo al limite della credibilità, devono fermarsi qui, proseguire sarebbe patetico, non credo potrei sopravvivere ad un "farewell tour".
Per quanto concerne Springsteen invece (cazzo, tutto un post senza chiamarlo mai boss!), stupisce sempre l’energia che tira fuori alla soglia dei sessanta; nel suo caso quando si parla di tre ore di concerto, sono tre ore in cui lui è sempre lì sul pezzo, spesso sulla passerella a contatto con i fans, a controrcersi sull’asta del microfono o a maltrattare la sua telecaster.
Lui credo abbia ancora forza e ispirazione per continuare a livelli consoni. Deve però necessariamente chiudere un capitolo della sua vita artistica ed aprirne un altro, libero da abiti che non lo vestono più come una volta.

Summer's here and the time is right


25 giugno 2008, Milano Stadio Meazza

1 Summertime Blues 2. Out in the Streets 3. Radio Nowhere 4. Prove it all Night 5. Promised Land 6. Spirit in The Night 7. None But The Brave 8. Candy's Room 9. Darkness on the Edge of Town 10. Hungry Heart 11. Darlington Country 12. Because the Night 13. She's the One 14. Livin' in the Future 15. Mary's Place 16. I'm on Fire 17. Racing in the Streets 18. The Risng 19. Last to Die 20. Long Walk Home 21. Badlands 22. Girls in Their Summer Clothes 23. Detroit Medley 24. Born To Run 25. Rosalita 26. Bobby Jean 27. Dancing in the Dark 28. American Land 29. Twist and shout

A breve la recensione.


mercoledì 25 giugno 2008

Post celebrativo nonchè speranzoso

Giusto per farsi pigliare un pò poo culo. Riassumo i chilometri macinati, i soldi spesi, gli anni passati e le emozioni vissute appresso al signor Bruce Frederick Joseph Springsteen a partire dal 1988, sperando che sia di buon auspicio per trovare un biglietto stasera, nel ventennale tondo tondo del mio primo concerto del Jersey devil.

11 giugno 1988, Torino Stadio Comunale

sabato 21 giugno 2008

My favorite things, giugno 2008

Pepper - No shame



Al Green - Lay it all down
Davide Van De Sfroos - Pica!
Type o negative - Blody kisses
Flogging Molly - Drunken Lullabies
My Morning Jacket - Evil urges
Coldplay - Via la vida or death and all his friend


Thunder - Shooting at the sun
Tom waits - Asylum years+Used songs
Davide Van De Sfroos - ...E semm partii
Caparezza - Le dimensioni del mio caos
Red House Painters - Down colorful hill


PLAYLIST LOOSE TRACKS
1) Mother Mary - Foxboro Hot Tubs
2) Four minutes - Madonna
3) I can't turn you loose - Otis Redding
4) Hold on to yourself - Nick Cave
5) I'll take care of you - Mick Hucknaill
6) Many shades of black - The Racounters
7) Mr. policeman - Brad Paisley
8) Luntano - 24 Grana
9) Somebody help me - John Fogerty
10) I've always benn crazy - Waylon Jennings
11) God willing - Dropkick Murphys
12) I'm alright - David Ford
13) Give me a reason - Dokken
14) Keep it simple - Van Morrison
15) Antidolorificomagnifico - Jovanotti
16) Trouble - Lisa Germano



COMIN SOON ( 24/06):

Motley Crue - Saints of Los Angeles





LETTURE:

Joe R. Lansdale - Rumble Tumble


VISIONI:

Six feet under stagioni 4/5


COMING SOON (23/7 - 27/7) :

Lost stagione 4, seconda parte
Prison break, stagione 3









venerdì 20 giugno 2008

Rumble tumble

Tipo unico nel suo genere Joe Lansdale. Passa agevolmente dal noir alla fantascienza, dall'horror al western. E' capace di scrivere dialoghi perfetti, fulminanti, ironici, inquadrati però spesso in contesti squallidi e iper realisti, intrisi di violenza latente e crudeltà varie.

Il libro che sto leggendo è Rumble tumble, che calza perfettamente con queste caratteristiche, fila via che è una bellezza, ed è pieno di battute e metafore grandiose.



(...) Il messaggio del libro era che perché tutto andasse nel migliore dei modi bastava soltanto credere nell’amore, e l’amore avrebbe riempito l’aria. L’inquinamento riempie l’aria, tesoro, che noi ci crediamo o no. E a differenza dell’inquinamento, l’amore a volte scompare (...).

giovedì 19 giugno 2008

Paradossi

Interessante, anche se un po’ scolastico, lo specchietto che ha pubblicato oggi Repubblica, in merito ai reati che verrebbero congelati per un anno a seguito del decreto salva-Berlusconi approvato ieri dal parlamento e che solo per una casuale dimenticanza non era inserito nel programma elettorale del PDL. La lista sul quotidiano è più lunga, mi sono limitato a trascrivere i reati che percepisco come più gravi:

sequestro di persona
rapina, furto in appartamento
associazione a delinquere
stupro, violenza sessuale, violenza privata
bancarotta fraudolenta
frodi fiscali, usura
detenzione di documenti falsi validi per l’espatrio
corruzione
detenzione materiale pedo-pornografico
porto e detenzioni di armi
immigrazione clandestina
omicidio colposo con violazione delle norme del codice della strada
omicidio colposo per colpa medica
maltrattamenti in famiglia, molestie

Posto anche cinque ipotesi paradossali fatte sempre da Repubblica, in cui, alla luce del decreto salva-Berlusconi, si verificherà lo slittamento di alcuni reati a favore di altri. Negli esempi schematici che seguono, che strumentalmente utilizzano situazioni di cui si sono occupati di recente i media, e che sono state cavallo di battaglia della destra prima delle ultime elezioni, il reato “B” è considerato prioritario, e quindi celebrato prima del reato “A” (lo so, l’esempio B del caso 1 vi sconvolgerà :) )

caso 1:

a) Uno straniero irregolare violenta una studentessa alla fermata del tram (pene previste da 5 a 10 anni)
b) Un giovane cede gratuitamente una dose di hashish ad un coetaneo (pene da 6 a 20 anni)

caso 2:

a) Due rom rapiscono un bambino (da 6 mesi a 8 anni)
b) Due rom rubano del formaggio in un supermercato, e scappando spingono una guardia (da 4 a 20 anni)

Caso 3:

a) Un chirurgo durante un operazione per un errore provoca la morte di un bambino (da 6 mesi a 5 anni)
b) Un giovane ruba un telefono cellulare ad un coetaneo minacciandolo con un temperino (da 4 a 20 anni)

Caso 4:

a) Un assessore riceve una tangente di 5 milioni di euro per favorire un’impresa in una gara d’appalto (da 2 a 5 anni)
b) Il figlio dell’assessore compra un motorino rubato e cambia la targa (da 4 a 12 anni)

caso 5:

a) Uno straniero ubriaco al volante di un auto rubata investe tre pedoni sulle strisce (da 2 a 5 anni)
b) Due parcheggiatori abusivi chiedono un euro ad un automobilista minacciando di rigargli la portiera (da 6 a 20 anni)

Il caimano è tornato.

mercoledì 18 giugno 2008

Siate clementi...



Dai cassetti dei miei genitori, nonostante i dodici anni trascorsi da quando me ne se sono andato, continuano ad uscire perle. Ho trovato questa lettera che ho mandato al Giorno dopo un concerto di Springsteen nel 1993 allo stadio Bentegodi a Verona, e alla relativa recensione del loro critico Marco Mangiarotti. Con mia stupore (e piacere) l’avevano pubblicata, ma, tagliata (e fin lì vabbeh) e revisionata! Alcuni passaggi, a partire dal titolo subdolamente controproducente, al passaggio in cui:" riconosco l' autorità del critico", e in generale l’impostazione rispettosa della lettera sono loro invenzioni di sana pianta (non che comunque la missiva contenesse insulti, neh, sono educato, io).
Comunque è divertente rileggerla oggi, era bello essere giovani ed idealizzare i miti musicali, considerarli al di sopra di tutto.
A parte questo però, devo assolutamente confermare che il Mangiarotti quel concerto lì se l’ha visto, era tra un bicchiere e l’altro al bar del Bentegodi.

martedì 17 giugno 2008

Toccarsi non serve


Qualcuno dalle parti del centrosinistra aveva provato a sdoganarlo, a dialogarci. Aveva tentato di convicerci che non era Belzebù, ebbasta parlarne male, che tra l'altro non produce risultati in termini elettorali. Qualcuno pensava che si avviasse a diventare uno statista, cioè che mettesse gli interessi della collettività davanti a tutto (quindi anche ai suoi).


Beh, io non ci ho mai creduto. Non può cambiare uno con la sua storia personale di agganci politici, di elusioni delle leggi, di corruzioni ai giudici,di colpi di spugna, di leggi personali, di attuazione del progetto politico del signor G (inteso come Gelli).

Adesso per protesta contro l'operazione "salvaberlusconi", che annullerebbe di fatto il processo Mills contro il premier, l'opposizione interrompe il dialogo con il governo. Sono certo che questa iniziativa di altissimo contenuto politico farà riflettere Berlusconi sull'immoralità della sua operazione, e lo farà desistere. In caso contrario sarà sicuramente battaglia in parlamento, dove, nonostante i numeri siano ampiamente favorevoli alla destra, saranno tenuti in considerazione gli argomenti dell'opposizione.


Il caimano è tornato.

lunedì 16 giugno 2008

Prison break 3


Il 27 giugno su Italia uno riprende Prison break, e siamo alla terza stagione. Il serial era nato su di uno spunto avvincente, Michael Scoffield, prestigioso ingegnere edile con qualità intellettive fuori dalla norma, congegna un piano minuzioso e si fa arrestare di proposito per liberare il fratello Lincoln, ingiustamente arrestato e condannato a morte per un omicidio non compiuto. Dietro c'erano nientedimeno che i servizi segreti americani e il vice presidente. Ambientazione carceraria, caratteristiche dei personaggi un pò tagliate con l'accetta e prevedibili, ma un'ottima dose di suspance che faceva raggiungere la sospensione dell'incredulità. Inoltre, probabilmente il finale di stagione più bastardo (e quindi efficace) della storia dei telefilm (è stato ripreso anche in chiave ironica nel film dei Simpsons) con i fuggiaschi in fuga nei boschi inseguiti dalla polizia.

La seconda riprende da qui, ma sicuramente il cambio di ambientazione, da quella claustrofobica della prigione agli spazi aperti, oltre ad un aumento considerevole delle situazioni inverosimili ed a momenti davvero imbarazzanti nei dialoghi, hanno un pò indebolito quella era una buona idea di partenza. Salvano la stagione uno strepitoso, anche se a volte un pò troppo fuori dalle righe, William Fichtner ( tra gli altri Strange days, Black Hawk down, Crash) nei panni di Alexander Mahone, subdolo agente dell'FBI che rivela nel corso del tempo tutte le sue debolezze e le sue contraddizioni, e Paul Adelstain nelle vesti dello spietato agente CIA, Kellerman, già presente nella prima serie e che qui compie un percorso di redenzione centrale per le sorti dei nostri.


Ad ogni modo, la seconda serie finisce concludendo completamente il plot narrativo di partenza. Lincoln è scagionato ed è libero, il complotto svelato e la sorte di buona parte dei fuggitivi è determinata (a parte un paio di loro). Cliffhanger decisamente più debole, anche se d'indubbia efficacia visiva; Michael, in fuga a Panama, si assume la responsabilità di un delitto commesso dalla sua amata Sara e viene condotto in una prigione (Sona) controllata dai Servizi americani. Nello stesso posto anche l'agente Mahone, incastrato proprio da Scoffield. L'ingresso a Sona è sconvolgente, uno stretto e buio corridoio senza guardie, dove i prigionieri sono come anime perse all'interno di un girone infernale, liberi di drogarsi, pestarsi a sangue e prostituirsi.

Tutto sommato la seconda stagione ha mostrato i molti limiti di una serie che fatica a raggiungere buoni livelli allontanandosi troppo dall'idea di partenza, e che punta molto sulla presunta affezione del pubblico nei confronti dei personaggi. Di certo l'interesse è molto calato rispetto ai primi episodi, e sarà importante capire dalla partenza della terza stagione se il telefilm tende verso Beautiful o verso Il Fuggitivo.

domenica 15 giugno 2008

Problemino vintage


Okay, siete riusciti a far tornare di moda il vinile. Splendido, i trentatre giri si trovano con estrema facilità un pò dovunque. Fico, state ristampando fedelmente all'originale molti capolavori riconosciuti del rock, in modo da darmi l'opportunità di riempire le molte caselline vuote della mia discografia. Va bene, i prezzi non sono proprio popolari, ma almeno ne vale la pena.

Adesso però, volete essere così gentili da spiegarmi dove posso trovare una puntina per giradischi, adesso che la mia è fusa e che in tutti i negozi in cui vendete gli ellepì rispondete sdegnatamente di non averne?

sabato 14 giugno 2008

The italian "Sicko"

L'allucinante caso del Santa Rita di Milano, oltre ad aver rafforzato la mia sfiducia nei medici italiani (maturata per episodi familiari piuttosto gravi, e per le cronache quotidiane che mi riporta Tiziana, la mia compagna infermiera) ed aver rivelato in maniera deflagrante tutte le lacune del sistema "misto" lombardo, rischia di gravare pesantemente sulle finanze di tutti quei pazienti entrati in quella struttura in convenzione pubblica e che adesso potrebbero ricevere parcelle da ospedale privato di lusso.
Vi posto due comunicati di CGIL CISL UIL regionali e della sola CGIL in merito alla questione e sul problema specifico dei pazienti in convenzione ancora in cura. Dai temi approfonditi si capisce perchè il secondo comunicato è a firma della sola organizzazione di Epifani.


COMUNICATO STAMPA

CLINICA S. RITA: I SINDACATI DI MILANO E DELLA LOMBARDIA SULLA SOSPENSIONE DELL’ACCREDITAMENTO. NOMINARE SUBITO UN COMMISSARIO


Le segreterie CGIL CISL UIL di Milano e della Lombardia e le categorie della Funzione Pubblica condividono la decisione, resa inevitabile, di sospendere l'accreditamento alla Clinica Santa Rita, dopo i gravi esiti dell’inchiesta della Magistratura.
Esprimono però preoccupazione per le possibili conseguenze di tale scelta, che non dovranno ricadere sulle persone ricoverate e i sui cittadini che in questo periodo stanno ricorrendo alle prestazioni della Clinica, in regime di Servizio Sanitario Nazionale.
Sospeso l'accreditamento, infatti, essi potrebbero ritrovarsi automaticamente in un regime privatistico, con le relative spese totalmente a loro carico.
Tutelare i loro interessi deve marciare di pari passo con la certezza del diritto alla continuità di cure appropriate, e con la ricerca di strumenti di salvaguardia dell’occupazione degli 800 lavoratori e lavoratrici della Clinica Santa Rita.
Per questo è necessario, per le Organizzazioni Sindacali, nominare subito un commissario che garantisca l’esercizio del diritto a prestazioni sanitarie appropriate e alla legalità.
E’ inoltre urgente, da parte della Regione, continuare a monitorare la situazione dell'intero sistema sanitario lombardo, evitando di chiudere l'intera vicenda con un semplice, circoscritto provvedimento amministrativo.
A questo scopo le Organizzazioni Sindacali sollecitano la Regione ad aprire un confronto per il quale si rendono sin da ora disponibili.

Sesto San Giovanni 10 giugno 2008
COMUNICATO STAMPA
LA CGIL LOMBARDIA SULL’INDAGINE IN CORSO SUL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO: ABBANDONARE IL MERCATO, TORNARE ALLA CURA

Le vicende oggetto dell’inchiesta giudiziaria alla clinica Santa Rita, l’attuazione di interventi definiti dai magistrati “dannosi, inutili e inspiegabili”, persino mortali su pazienti al solo scopo di incassare maggiori rimborsi dal Servizio sanitario, superano ogni immaginazione; diventa persino imbarazzante dire: l’avevamo detto.
E’ giusto, però, che di fronte a fatti di questa gravità ciascuno si assuma le proprie responsabilità, che sono diverse per chi ha voluto il “modello lombardo di sanità” e continua a sostenere che il sistema lombardo è il migliore possibile, e si consola, come fa il Presidente Formigoni, nella presunzione che altrove sia sicuramente peggio, e chi ne ha denunciato fin dall’inizio le distorsioni ed i rischi. Tra questi la Cgil.
La Cgil Lombardia aveva individuato nella scelta della Giunta regionale di accreditare tutta l’offerta ospedaliera privata, nel lontano 1996, il rischio di una distorsione del sistema sanitario lombardo.
L’apertura indiscriminata al privato ha richiamato in Lombardia investitori finanziari, che hanno individuato nel sistema lombardo che, primo in Italia, apriva al mercato in nome della competizione pubblico- privato, il terreno più interessante per i loro investimenti.
In realtà questa competizione tra strutture pubbliche e private non si è mai realizzata, per due motivi:
1) poiché sin dall’inizio la giunta si è preoccupata, nella definizione dei budget per le strutture ospedaliere, di garantire alle strutture private il loro volume di attività raggiunto,
2) perché non è possibile parlare di competizione tra pubblico e privato quando non vi sono le stesse condizioni di partenza, e se non si dotano le strutture pubbliche delle adeguate risorse umane, finanziarie e tecnologiche.

La sanità privata ha continuamente aumentato il volume di attività e il fatturato ma, accanto a strutture di qualità, vi sono realtà che hanno come primario interesse il raggiungimento del profitto, anche al di fuori delle regole.
A fronte dei troppi episodi di comportamento illecito, oggetto di indagine della magistratura, è giusto interrogarsi sulle cause strutturali, che ci rimandano ai meccanismi di finanziamento del sistema, basato sulla remunerazione per prestazione (DRG), che induce a produrre sempre più prestazioni, anche non necessarie, a selezionare quelle più remunerative, a raggiungere volumi di attività ed obiettivi di fatturato.
La correttezza del sistema non può basarsi sulla fiducia nell’onestà dei singoli medici, ha bisogno di meccanismi oggettivi, che tutelino i cittadini rispetto alle possibili deviazioni.
La giunta regionale si vanta di un sistema di controlli efficiente, si deve sapere però che riguarda al massimo il 5% delle prestazioni ed è soprattutto di carattere amministrativo.
L’aspetto dell’appropriatezza delle prestazioni, il fatto cioè che gli atti medici siano effettivamente necessari ed utili a curare la persona malata (che è al centro dell’indagine della magistratura al Santa Rita), non viene considerato, ma è centrale rispetto alla salute e alla sicurezza dei cittadini.
Allora forse, se è il sistema di remunerazione che induce inappropriatezza, che determina distorsioni e comportamenti immorali, è giunto il momento per riflettere su che modello di sanità si vuole in Lombardia, su quali siano i meccanismi amministrativi di controllo e di remunerazione più adatti a premiare gli obiettivi di salute dei cittadini piuttosto che gli obiettivi di bilancio delle aziende.
Va quindi rivisto il sistema di accreditamento e di selezione degli erogatori, va considerato, come viene sollecitato anche da esperti di politiche sanitarie, il sistema di remunerazione delle strutture, optando per sistemi, presenti anche in altri Paesi, che premino la promozione della salute e non la malattia.

Sesto San Giovanni 10 giugno 2008

giovedì 12 giugno 2008

La Sfiga vs John Cameron Fogerty

Ovviamente vincerà la sfiga.
Stasera concerto del totemico ex cantante dei Creedence Clearwater Revival, e in contemporanea, trattativa ad oltranza in azienda. Si dovrebbe chiudere l'accordo sulla ristrutturazione, iniziato praticamente a febbraio. La riunione inizia in mattinata e proseguirà per tutto il giorno. L'ultima volta che siamo andati ad oltranza fino all condivisione, abbiamo finito alle quattro di notte, per cui la possibilità che si concluda almeno per le 20 è abbastanza remota.
It's like deja-vu all over again...

martedì 10 giugno 2008

Amen?

Sono sicuro che mi perdonerete se prendo posizione sulla notizia quando ormai nessuno ne parla più, il tempo tiranno mi ha impedito di scrivere un instant-post, ma vi assicuro che questo tema mi ha profondamente indignato. Premesso che, avendo scritto tempo fa questo post, in cui cercavo di mettere sinceramente a nudo tutte le mie contraddizioni di neo borghese , ho l'ambizione di non essere definito banalmente buonista, dico che quello che è successo nei campi nomadi un po’ in tutta Italia, a partire da Napoli per finire a Venezia mi ha fatto rabbrividire e vergognare.

Come non fare un paragone immediato con il clima che ha portato poi ai pogrom della storia (in cui tra l'altro i rom hanno pagato un pesantissimo prezzo di sangue, con le loro 500.000 vittime dal '39 al '45)realizzati attraverso veri e propri disegni criminali cominciati con il discredito e la diffusione di gravi pregiudizi su interi popoli, perpetrati nella migliore delle ipotesi grazie all’indifferenza del resto della popolazione o addirittura con il loro contributo?
Vedere distrutti interi campi, assistere ad esodi di intere famiglie caricate di roba come si caricano i muli, persone rassegnate, che ci sono già passate, dirette chissà dove; osservare cittadini occupare con forche e bastoni siti destinati a presidi rom, è stata l’ennesima prova della nostra degenerazione culturale, della deriva fascista che sta coinvolgendo sempre più il nostro paese.

La tanto sbandierata tolleranza zero finora ha colpito solo i rom. Ricordate? Era iniziata in campagna elettorale per fare piazza pulita di tutti i clandestini. Però poi, sono saltate fuori le badanti delle mamme dei ministri. Che fai le mandi via? Mannò dai, che si possono integrare, sono brave e svolgono una funzione sociale.
Poi è stata la volta della manodopera maschile, il sottobosco del reclutamento, quelli che lavorano a cottimo nei cantieri senza strumenti di protezione, fuori dalle regole e dai diritti, quelli che non esistono, quelli che se si fanno male e gli va bene vengono lasciati davanti al primo ospedale, sennò vengono abbandonati agonizzanti in qualche periferia. Che fai li rimandi in africa o in romania? E le imprese edili come fanno, se assumono in regola, devono chiudere...
E’ notizia di oggi infine che neanche sulle prostitute si possono fare interventi coercitivi, sono schiave, non sarebbe giusto arrestarle, e poi il grosso dell’elettorato della Lega, cosa fa, non ciula più?
Stringi stringi ti restano gli zingari. Loro sì, loro sono perfetti. Non servono a niente, stanno sulle balle a tutti, sono un costo per la collettività, rubano, sono sporchi, si macchiano delle peggiori nefandezze.
Nel pieno del dibattito sulla possibilità di prenderli legalmente a calci in culo si materializza, guarda un po’ la coincidenza, la peggior leggenda metropolitana di sempre, mai dimostrata nei fatti, anche a detta di chi, nelle forze dell’ordine, ha cercato bambini scomparsi verificando il DNA di centinaia di bimbi rom,e arrivando a riscontrare sempre etnie "legittime": a Napoli una giovane nomade viene fermata dalla folla, e quasi linciata, "durante un tentativo di rapimento di una piccola di pochi mesi dalla culla in cui dormiva."

Si scatena il putiferio. E’ il via libera non solo degli sgomberi attivati dal governo, ma anche agli assalti e agli incendi di giovani volenterosi ai campi nomadi (Maroni a Ballarò: “certo, non posso condividerli, ma un po’ li capisco…”). Appare anche un manifesto PD a Ponticelli contro i rom. Al caso campano segue un altro tentativo di rapimento di una bimba in Puglia, in circostanze ancora più inverosimili, in pieno giorno, nel parcheggio di un centro commerciale.

Qualche giorno dopo, e con diverse centinaia di nomadi cacciati, comincia a sgonfiarsi il caso di Napoli: si è passati dal tentato sequestro di persona al tentativo di furto, epperò, siccome in casa c’era una neonata, la zingara avrebbe potuto rapirla… I testimoni oculari perdono le loro certezze assolute, persino i familiari vacillano nella ricostruzione dei fatti.
Dell’altro caso si perdono tracce, vittime e criminali.

In genere non sono uno da teoria del complotto, ma qui mi sembra che ci siamo in pieno. Credo sia stata progettata e costruita una strategia ad uso e consumo di media e opinione pubblica, per giustificare e rendere più indolore interventi, che altrimenti sarebbero comunque a rischio di critiche e di opposizione.
A proposito di opposizione. Lo stesso Vetroni, poco dopo l’omicidio della povera Reggiani si era espresso in modo abbastanza Borgheziano nei confronti dei rumeni in generale, per cui forse la destra poteva andare avanti tranquilla, anche senza mettere in piedi tutto 'sto ambaradan.

Concludo cercando di inquadrare, di contestualizzare il "problema" rom in Italia, attraverso l'ausilio di pochi, significativi, dati (dal Venerdì di Repubblica del 30 maggio 08) sulla presenza rom in Europa.
La popolazione rom complessiva è stimata intorno ai nove milioni, con queste concentrazioni principali:

Romania: 2.500.000
Ungheria: 800.000
Bulgaria: 800.000
Spagna: 800.000
Rep. Slovacca: 520.000
Serbia: 520.000
Russia: 400.000
Francia: 400.000
Grecia: 350.000
Rep. Ceca: 300.00
Regno Unito: 300.000
Macedonia: 260.000
Italia: 150.000
Germania: 130.000