mercoledì 29 aprile 2009

Le parole per dirlo

In questi girni di pioggia battente mi sono sentito esattamente così:

On the first day of March it was raining
It was raining worse than anything that I have ever seen
I drank ten pints of beer and I cursed all the people there
And I wish that all this raining would stop falling down on me

Nei primi giorni di marzo pioveva
Pioveva peggio di quanto abbia mai visto (e detto da un irlandese... n.d.r.)
Ho bevuto dieci pinte di birra e ho mandato tutti al diavolo
Volevo solo che la pioggia smettesse di cadermi addosso

Grazie ai Pogues e alla loro magnifica Boys from County Hell, da tempo la mia preferita in assoluto del repertorio, per avermi fornito le parole per dirlo (chiedo venia per l'imperfezione della traduzione).

Colpo basso


Io Suzy e i Led Zeppelin è un libro un po’ subdolo. E lo è per diverse ragioni. La prima è il tema trattato, che si potrebbe semplicisticamente riassumere nella ricerca della felicità, sia essa rappresentata dal disco perfetto, dall’amore ideale o dalla giovinezza perduta. La seconda è che scorrendo le prime pagine, la sensazione di leggere qualcosa che potresti anche aver scritto tu stesso è fortissima. Il linguaggio è semplice, così come l’esposizione dei concetti. Tutto è molto chiaro e lineare. Lo leggi e pensi, beh che ci vuole, lo posso fare anch’io. Quando si crea questa situazione, in genere ho l’impulso di lasciar perdere la lettura, è come se l'ineresse del libro andasse di colpo a farsi benedire, venendo meno lo stupore legato allo stile dello scrittore. In questo caso fortunatamente non è stato così, e ho portato a termine il racconto.

Di cosa parla dunque Io Suzy e i Led Zeppelin? Beh, il titolo dice già molto. La storia è ambientata tra il 1971 e il 1972, in una località alla periferia di Glasgow. “ Io” è l’autore Martin Millar, la Suzy è la ragazzina più carina del liceo, di cui lui è segretamente innamorato e i Led Zeppelin, rappresentano il ruolo fragoroso e salvifico che il rock ha avuto nella vita di Millar (e di altri milioni di adolescenti come lui). Ci sono anche Greg, amico del cuore dell’autore, Zed, il più fico della scuola, fidanzato con la Suzy del titolo e Sherry, la ragazzina sfigata con gli occhiali che scrive poesie d’amore sul suo diario segreto.

La storia è raccontata utilizzando la tecnica del flashback. Millar racconta all’amica del cuore Monx le sue disavventure adolescenziali e ne approfitta per fare un po’ il punto sulla sua vita da adulto e su quella dell’amica, mamma single.

Che vi dicevo, fin qui potevamo scriverlo anche noi, questo libro (pensavo ad esempio a una saga come Io e i Metallica di Ale, magari ampliata e corretta, si possa avvicinare ad un’opera come questa).
Volendosi cimentare, ci mancherebbe però un elemento determinante. Tutta la storia del Millar ragazzino ruota intorno ad un evento cardine che a noi mancherebbe. Il concerto che i Led Zeppelin tennero a Glasgow il 4 dicembre del 72, e al quale l’autore e i suoi amici parteciparono, che oltre a fare da perno alla storia, è descritto minuziosamente come si fa con le recensioni vere e proprie.

L’abilità dell’autore è quella di far tornare ragazzi anche i lettori (benché a molti di noi non servano grossi stimoli…) ricordando come la musica in un certo momento della nostra vita fosse indispensabile e in qualche modo compensasse altre mancanze essenziali, dovute all’aspetto estetico, ai vestiti o all’amore, o di come non si vedesse letteralmente l’ora di tornare a casa da scuola per mettere su ognuno il proprio Led Zeppelin IV (in effetti non tutti hanno avuto la fortuna di crescere con un masterpiece di quel livello…).

La musica rock aveva quel potere sulle nostre vite, ed è un po’ triste il fatto che non l’abbia più, che non ci sarà mai nessun disco nella nostra vita di quarantenni che possa emozionarci e darci dipendenza a quel modo, nonostante continuiamo ostinatamente a cercarlo.

martedì 28 aprile 2009

Una tranquilla mattina di regime

Prologo: vi siete mai chiesti come mai le reti del Cavaliere si vedono ovunque in Italia, mentre quelle RAI no?

E’ una mattina pigra e noiosa. La rete del letto della casa in affitto è un vero supplizio, ti alzi più stanco di quando sei andato a dormire. La televisione accesa sul cinque con la MILF Barbara D’Urso che intervista un medico riguardo alla prevenzione. Dicono che grazie al check-up una percentuale impressionante di malattie gravi sono state diagnosticate in anticipo in modo da essere poi curate meglio. Beh, io conosco un tizio che si è fatto un check-up completo dal quale è uscito un profilo bello come un lenzuolo bianco steso al sole e dopo pochi mesi ha scoperto di avere un cancro e ci ha lasciato la pelle. Così è la vita, direbbe Billy Pilgrim.
Tra l'altro non può essere un caso che il medico intervistato lavori al San Raffaele Resnati, uno dei posti più noti e costosi a Milano per i check-up privati. 500 euro il servizio completo, baby.

Faccio colazione, cago, mi lavo e mi vesto. La televisione continua a gracchiare, chissà chi la sta guardando in casa (i sospetti più pesanti cadono su mia madre, orfana della sua amatissima raidue). Il programma è uno di quei contenitori in cui si passa da un argomento all’altro, si intervistano i personaggi delle reti mediaset, si parla dei programmi mediaset, si manda tanta pubblicità. Tutto molto ovattato e rassicurante. Mentre rifaccio il letto mi arriva però una voce sgraziata, meno professionale delle precedenti. Sento che parla di politica, forse di Di Pietro. Incuriosito raggiungo il piccolo apparecchio TV e mi metto a guardare.

E’ il giornalista Filippo Facci del giornale e parla proprio di Di Pietro. Senza soluzione di continuità rispetto all’intervista al medico da parte della D’Urso, e ovviamente senza contraddittorio, sta sputtanando il leader dell’Italia Dei Valori per una causa civile nella quale l’ex magistrato avrebbe usato l’indennità parlamentare per evitare il giudizio “di certo a lui sfavorevole”. Parole pesanti e sarcastiche. Mi sovviene che tra due mesi si vota. Dura cinque minuti, e poi si torna a parlare di reality, con Marco Baldini che ha vinto La Fattoria. Sono basito. E’ così che funziona allora. E’ una strategia shock and awe applicata alla casalinga di Voghera, colpisci duro la vecchietta, insinua il dubbio, non dare la possibilità ai nemici di organizzarsi, forma le menti. Sono loro che te lo chiedono.

Tonino Di Pietro piace alla gente, picchia duro lui, non come quei frocetti del piddì che alla fine ci si mette sempre d’accordo. Usa le stesse parole semplici, ha lo stesso modo di banalizzare le questioni
, non si fa scrupoli, non teme le brutte figure. Raccoglie consensi trasversali. E’ l’altra faccia della medaglia del Cavaliere. Dunque è pericoloso. Va denigrato pubblicamente, neutralizzato.

Non è mica una novità, ricordo come, una decina d'anni fa, Vittorio Sgarbi venisse liberato a ridosso della seguitissima soap Beautiful, e lasciato libero di vomitare ogni genere di insulti sugli avversari, il tutto sotto forma di monologo. Ancora prima di lui era Ferrara a mordere sbavando le caviglie degli avversari del Caimano.

Non dovrei sorprendermi dunque, al massimo avere conferme su quale sia la vera gioiosa macchina da guerra della politica italiana.

domenica 19 aprile 2009

Pausa

Il blog si riposa per una settimana, secondo me ne aveva un disperato bisogno.
Tornerò a postare lunedì/martedì prossimi.
Peace and love a tutti.

sabato 18 aprile 2009

Dinosauri di tutto il mondo...


Oggi, in molti (gli ultimi?) negozi di dischi del mondo si celebra il Record Store Day. La ricorrenza nasce in America dall'iniziativa di un gruppo di artisti (Springsteen, Waits, Dylan, REM...) che hanno voluto scendere personalmente in campo per cercare di fermare l'emoragia che ha visto negli ultimi anni la chiusura di un numero spaventoso di negozi di dischi: grandi catene, ma sopratutto piccole botteghe.

L'idea è piaciuta al punto che il gruppo di nomi (non solo cantanti, ma anche attori e volti noti) aderenti si è allargato, e oggi negli states si festeggia nei record stores con dibattiti, concerti, incontri e pubblicazioni speciali ( vinili, cd,dvd ) a tiratura limitata
Qui il sito americano con la lista degli artisti aderenti e le iniziative assunte.

L'Italia, come hanno fatto molti altri paesi, si è accodata e quindi anche da noi, oggi, si festeggia la ricorrenza.

In questo sito trovate i negozi di dischi di tutto lo stivale nei quali sono stati organizzati eventi a vario titolo, e nei quali passare,ne sono certo, uno splendido pomerggio da dinosauri.

giovedì 16 aprile 2009

1983

A vederlo oggi, marchettaro dei peggio programmi TV e semirincoglionito, risulta dificile da credere, ma tra tutti i pallosissimi ascolti ai quali ero sottoposto dalla mie sorelle quend'ero in tenera età ( i vari Guccini, DeGregori che comunque a tempo debito ho puntualmente rivalutato), Lucio Dalla è sempre stato l'unico che trovavo interessante. Di più. Per un paio di album è stato probabilmente il primo cantante che mi ha appassionato. I dischi in questione sono l'omonimo del 1980 e "1983", uscito appunto in quell'anno. Il primo è stato un'enorme successo che ha consacrato il cantautore bolognese al grandissimo pubblico (conteneva tra le altre, Balla balla ballerino, Futura, La sera dei miracoli), mentre il secondo ho scoperto poi che è stato un mezzo fiasco di vendite. Io, che all'epoca di queste cose non ne sapevo una cippa, lo adoravo. Ricordo che la sorellanza reagiva stupita di fronte allo spettacolo di me che cantavo a memoria la title track dell'album. 1983 è probabilmente il primo brano pop che ho imparato dalla prima all'ultima parola. A riascoltarlo oggi mi sembra che coninui ad essere un grande pezzo. Se non lo conoscete ve o consiglio. Fa così:



Le dieci del mattino e mi scoppia la testa
come se avessi bevuto una botte di vino
o fossi stato alla mia festa
apro la finestra
è ancora buio
butto un urlo per strada ma non risponde nessuno
il mio cuore si è rotto come uno specchio si è rotto
si è rotto quel bellissimo orologio
ti ricordi come lo chiamavi tu
il silenzio continua sono almeno le sette
apro la radio la tele le orecchie
ma nessuno trasmette
la stanza è piena di animali sembrano zanzare
grosse come cani ma almeno i cani non sanno volare
forse qualcuno mi sente qualche vecchio amico mi sente
provo ad urlare così forte così forte almeno mi sentissi tu
che giorno è che anno è
lunedì martedì ma che vita è
da una foto di mia madre comincia a parlare
dice "ti ricordi tuo padre come ci sapeva fare ?"
erano gli anni della guerra tutti col culo per terra s
i mangiava coi cani ti ricordi a Bologna che festa
quando arrivarono gli americani
ehi nel '43 la gente partiva, partiva e moriva e non sapeva
il perché ma dopo due anni tutti quanti
perfino i fascisti aspettavano gli americani
come a Riccione aspettano i turisti
e proprio te quella notte in piazza
sulle spalle di tuo padre sembravi un re
finiti i bombardamenti tutti a farsi i complimenti
erano tristi solo i morti e si mangiavano le mani
non perché erano morti
ma perché non si svegliavano domani
ti ricordi quella bruna come era triste perché sapeva
di non vedere i razzi sulla luna - luna
i razzi sulla luna sono un fatto normale
se ne vedono tanti piantati in fila
che sembrano alberi di natale
poi spostando il cannocchiale
puoi dare un nome alle stelle
puoi giocare con tutto o con niente
puoi giocarti anche la pelle
ma qualcosa ci manca e
quel qualcosa ci stanca
ci stanca avere tutte queste cose che ci mancano
se non le abbiamo più
incontri la gente e si annoia
la noia è una congiura
poi li vedi come vivono in fretta
forse la noia è soltanto paura
una paura che offende che ogni mattina ci prende
la paura di essere ciccia da contare
e che la vita la tua vita non cambi più
che anno è che giorno è
lunedì martedì ma che vita è
dal cielo cade un giornale nessuna novità
tutto sembra normale chi può dire quanto durerà
gira ancora la terra ? chissà si fermerà...
da che parte per la guerra scusi ?
giri un poco più in là...
beh ci vediamo domani faccio due salti nel vento
se mi sento domani torno qua,
perché ehi '83 sei lì come uno specchio
ci fai sentire diversi nessuno sa perché
né meglio né peggio ma tutti quanti,
perfino i più tristi aspettiamo di svegliarci insieme,
di guardarci di toccarci e di guardarci
come non ci fossimo mai visti
e proprio te questa notte in piazza
sulle spalle di nessuno sarai un re
niente bombardamenti

mercoledì 15 aprile 2009

Shooting Silvio

La pellicola racconta dell'ossessione di un ragazzo che considera Berlusconi il male.
Per i pidiellini è un inno alla violenza e un incitamento contro il premier

Sky manda in onda 'Shooting Silvio'
Pdl all'attacco della tv di Murdoch


Vita (Pd): "Siamo oltre il ridicolo. Ora siamo arrivati alla censura cinematografica"

ROMA - Nuovo fronte polemico tra centrodestra e mondo dei media tv. Stavolta è Sky nel mirino degli esponenti del Pdl. Oggetto del contendere è il controverso e surreale film 'Shooting Silvio', mandato in onda ieri sera dall'emittente satellitare e considerato, dagli 'azzurri' del Pdl, un inno alla violenza e un incitamento implicito contro l'uomo e il presidente del Consiglio.
Il film, uscito nel 2007 e opera prima di Berardo Carboni, racconta la vicenda del ventottenne Giovanni, detto Kurtz (come il colonnello folle impersonato da Marlon Brando in Apocalypse Now, personaggio con cui condivide l'attitudine al delirio e all'inquietudine).

Per Giovanni, Silvio Berlusconi è un'ossessione, l'incarnazione del male e va fermato a tutti i costi: prima con un libro-invettiva poi progettando addirittura di rapirlo e ucciderlo. Il film ha come protagonista Federico Rosati e nel cast compare, tra gli altri, in un'apparizione straordinaria anche Marco Travaglio. Un'analoga pellicola, 'Death of president', è stata di recente dedicata a George Bush.

Alle critiche risponde il Pd con Vincenzo Vita che ha definito le parole del PDL "oltre il ridicolo. Ora siamo arrivati alla censura cinematografica". Sky ha tentato di non trasmettere il film, disponibile per la pay tv dal gennaio 2008 e parte del cosiddetto pacchetto Anica che obbligava la pay-tv ad acquisire tutti i film italiani che avessero raccolto in sala più di 20 mila spettatori. Tra i produttori del film e Sky ci fu una contestazione sul numero degli spettatori proprio perché la pay tv non voleva trasmetterlo.

Malgrado ciò, gli esponenti del Pdl non demordono. "E' davvero stupefacente - osserva in una nota il deputato Pdl Piero Testoni - che nel periodo delicato che attraversa il nostro Paese, che sta dando prova di una solidarietà e di un'unità d'intenti che non ha precedenti, per la tragedia dell'Abruzzo, una grande televisione privata non trovi di meglio che mandare in onda un discutibile film, ormai datato, contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi". Per la deputata Pdl Beatrice Lorenzin 'Shooting Silvio' è un esempio di pessima televisione: è un inno alla violenza e - avverte - un incitamento implicito ad azioni efferate contro l'uomo e contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. (...)

lunedì 13 aprile 2009

MFT, aprile 2009

ALBUM

The Wrestler Soundtrack
The Watchmen Soundtrack
The Ting Tings, We started nothing
Bob Marley, Exodus
Social Distortion, Mommy's little monster
Tom Waits, Beautiful maladies
Tom Petty, Wildflowers
U2, No line on the horizon
Ministri, Tempi bui
Lucio Dalla, Antologia
AC/DC, Back in black
Soap&Skin, Lovetune for a vacuum
Melody Garnet, My one and only thrill


LOOSE TRACKS

Last of the english rose, Pete Doherty
That's not my name, Ting Tings
Behind here lies nothing, Bob Dylan
Be what you want, Answer
What i mean to you, Justin Townes Earle
Madhouse, Anthrax
I like to move it, Will.i.am.
Family tradition, Hank Williams jr
Spirace, Soap&skin
Stronger than Jesus, A camp
Tell me it's not over, Starsailor
Toe jam, The BPA feat David Byrne
Shake, Andrew Ridgeley
Early in the morning, Earthless bastards
Down to earth, Peter Gabriel


LETTURE

Giuseppe Genna, Hitler
Martin Millar, Latte solfato e Alby Starvation e Io, Suzy e i Led Zeppelin

(Scritto così sembra che io stia leggendo a macchinetta, in realtà li ho iniziati tutti e tre e mi manca l'impulso decisivo per terminarne almeno uno...)


VISIONI

Lost, 5th season







sabato 11 aprile 2009

Living proof

Questa qui è per Dalia e Filippo, da poche ore bisgenitori. Un abbraccio, gente!

Well now on a summer night in a dusky room
Come a little piece of the Lord’s undying light
Crying like he swallowed the fiery moon
In his mother’s arms it was all the beauty I could take
Like the missing words to some prayer that I could never make
In a world so hard and dirty so fouled and confused
Searching for a little bit of God’s mercy
I found living proof


giovedì 9 aprile 2009

Gli scoop di bottle of smoke: in una telefonata l'incredibile verità dietro al rifiuto di Plant di riunire i Led Zeppelin



- Pronto?

- Robert, sei tu?

- Cazzo Jimmy, certo che sono io, è il numero del mio cellulare quello che hai fatto

- Giusto, giusto. E' che...ahem...mi sembrava la voce di un'altra persona

- Cosa vuoi James?

- Niente di che. Sentire come sta un vecchio amico. La salute, la famiglia. Sai, le cose che fanno gli amici.

- Jimmy, ci siamo sentiti ieri sera. E la sera prima. E la sera prima ancora. E avanti così negli ultimi tre mesi.

- Lo so , ma che ci posso fare se tengo a te?

- Quindi non tenterai di convincermi a tornare insieme, vero?

- Ah quello...Beh, che centra...Non sarebbe fantastico? Una rimpatriata come dio comanda...

- Se è per una rimpatriata sai che possiamo vederci quando vuoi, vieni da me in California e ti fermi tutto il tempo che vuoi

- Si ma...

- Non riformeremo il gruppo, James

- Ma perchè? Cazzo perchè non ne vuoi nemmeno parlare?

- Lo sai il perchè

- Ma sono tutte stronzate, Robert. Non siamo stati grandiosi in quei concerti a Londra, due anni fa? Cazzo amico, abbiamo annichilito tutti, nessuno ha osato criticarci, siamo sempre i più forti, gliela facciamo vedere noi a sti giovinastri da str..

- Smettila Jimmy, l'ho fatto per beneficienza, una rara eccezione per fare del bene, come le altre volte .

- Ma per la miseria Robert, hai idea di quanti soldi potremmo fare con un tour negli stadi? Un solo tour mondiale. Cinquanta date: tocchiamo America, Giappone, Australia, Europa. E poi basta. Ci ritiriamo da nababbi.

- Tu sei pazzo.

- Va bene facciamo qualche data in meno, vanno bene trenta?

- Sei fuori strada amico

- Dài Robert, sono gli ultimi anni, sono le ultime chance. Diamo alla gente quello che vuole!

- E cos'è che vuole, vederci ricchi sfondati?

- Cazzo, sì! Cioè no cazzo...Vuole vederi i martelli degli dei ancora insieme sul palco a spaccare il culo a tutti! Ma pensa, riuniremmo due generazioni di persone, i padri, che hanno la nostra età e i figli, che continuano a comprare i nostri dischi! Ma come fai a non capire?!?

- Sei tu che non capisci Jimmy...E poi io voglio seguire il mio nuovo percorso musicale con Alison e...

- Ah giusto! Quella merdaccia country che suoni adesso. Ma come cazzo si fa dico io? Non arrivo nemmeno alla fine della prima canzone e già mi ha rotto le balle. Tu eri un dio Robert! Eri una figura mitologica, inarrivabile, etereo, potevi avere tutto, potevi arrivare ovunque! Porca troia, che cazzo centri tu col country?!?

- Vaffanculo James. Non ti rispondo nemmeno. A parte che non è country. Ma l'hai ascoltato il disco? E' stato nominato album dell'anno da ben tre riviste musicali, e in genere si è piazzato nelle top ten del 2007 in quasi tutte le fottute classifiche. I bloggers lo adorano. Vogliamo parlare dei tuoi, di lavori da solista, Jimmy?

- Merda amico. Questo è un colpo basso. Ma perchè non lo vuoi fare? Una tournee, una sola fottuta tournee nel 2010 e poi te ne torni a Nashville a suonare la tua mer...la tua musica. Lo sai che sono al verde. Lo sai cosa ci ha fatto il fisco inglese, no? Quei figli di puttana ci hanno ripulito come una troia esperta fa dopo un pompino. Amico, te lo chiedo per piacere, sono più al verde di un fottuto esercito di marziani che prende il sole su un campo da golf! Perchè mi vuoi far morire povero, Robert?

- Lo sai Jimmy. Lo sai qual'era il patto...

- Cazzo no! Non te ne tornerai con questa storia! Sono passati trent'anni, abbiamo pagato...

- No Jimmy, io ho pagato. L'accordo era fama, soldi e gloria. Ma dovevamo fermarci nel 1975, sei anni, sei mesi e sei giorni dopo il debutto. I segni che abbiamo stampato sul quarto disco significavano questo. Le parti rispettano il patto sancito. Non ci saranno altri dischi. Invece abbiamo pensato di essere più furbi, più forti, pensavamo che si sarebbero dimenticati di noi. Ci sentivamo degli dei, l'hai detto anche tu, no?

- ...Robert...

- No, adesso lasciami finire. Siamo andati avanti. E quello che ha pagato il prezzo più alto sono stato io. L'incidente a Rodi con tutta la mia famiglia ci ha quasi ucciso, ma era solo un avvertimento. Purtroppo eravamo troppo stupidi per capirlo. Infatti abbiamo inciso Presence. E loro si sono presi Karac...

- Lo sai quanto amavo tuo figlio Robert, era come se fosse figlio mio...

- Già. Ma nemmeno quello ci ha persuaso. Abbiamo tirato dritto. Dimmi James, valeva la pena sacrificare John per un disco come In through the out door ?

- Lo sai che Bonzo non centra. Il suo destino era segnato. Troppa roba nel corpo di un uomo solo...

- Non sarebbe morto se ci fossimo fermati. Nessuno sarebbe morto, dannazione!

- Vabbeh Robert, ti sento un pò negativo stasera. Sai cosa facciamo? Fai un pò di Yoga. O meglio un pò di pilates. Cazzo amico quella merda ti rimette davvero in sesto. Ti rilassi, ti fumi un pò di quella roba buona dell'ultima volta, e poi ci risentiamo. Facciamo che ti chiamo domani? Anzi no, dai ti chiamo mercoledì prossimo e ne riparliamo, okay?

- Fanculo Jimmy

- Forse è meglio sabato?


IN LOVING MEMORY OF JOHN HENRY BONHAM,

Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980

Satisfy my soul


Sono nella mia fase (ciclica) Bob Marley. Non sono esattamente un fan del compianto singer giamaicano, ma di tanto in tanto la musica che ascolto completa il suo giro e torna a lui.

Allora per qualche giorno non riesco ad ascoltare altro. E' come se mi sintonizzassi esclusivamente su quel sound, il reggae dell'anima si impossessa del mio cuore e della mia mente, mi sembra di non voler altro dalla vita che il battito in levare di Marley e della sua cricca.

Se in passato avevo adorato i dischi degli esordi, Burnin' e Catch a fire, quando il suono non era ancora quella oliatissima macchina da soldi degli album più commerciali, adesso sto mandando in loop Confrontation, che è splendidamente dub oriented, e il mega blockbuster Exodus, che è praticamente un greatest hits, tanti sono i pezzi stranoti che contiene.

Preso da questa mia trance musicale, non posso che approvare le parole di Manu Chao, che, riferendosi all'arte del giamaicano, la definiva come una medicina dell'anima, e Bob Marley come un dottore. Il dottore.

mercoledì 8 aprile 2009

Sorry anche da parte mia

Ci sono delle occasioni, ormai piuttosto rare, nelle quali mi sento fiero di essere italiano ( grazie a Filippo che ha recuperato l'immagine).


martedì 7 aprile 2009

Bob, il fluido che uccide (di noia)


Mostri contro Alieni è il nuovo film a cartoni della Dreamworks. Se avete la sfortuna di vederlo in un cinema attrezzato per il tridimensionale, vi toccherà sganciare un extra per l'affitto degli appositi occhialini utili a godere delle meraviglie del 3D.

Effetti speciali a parte, il film è piuttosto noioso e prevedibile, è troppo sbilanciato sul livello di lettura dei genitori, a discapito del divertimento dei più piccini e le scene più divertenti sono tutte mostrate nei trailer che da mesi girano in tv e nei cinema. Ovviamente il personaggio più divertente è Bob, fluido blu, esplicito omaggio al più noto Blob, il rosso fluido che uccide.

Vabbeh, sono carine tutte le citazioni dei film di fantascienza degli anni cinquanta ed alcuni personaggi macchietta, tipo il presidente USA, risultano simpatiche, ma tutto sa di già visto.
Scena top: il Presidente che si approccia per la prima volta al gigantesco robot alieno.

Il gioco del 3D è sfruttato bene solo in alcuni passaggi della storia, ma non vale la candela della scomodità di tenere degli occhialoni di plastica sopra gli occhiali da vista per un ora e mezza, e il sovraprezzo di euro due per ogni paio di lenti.


domenica 5 aprile 2009

Red is the colour

Ogni volta che partecipo a queste grandiose manifestazioni di opposizione, insieme ad una folla oceanica di persone, mi chiedo com'è possibile che stiamo in questa situazione, con questo premier 50% cafone 50% intrallazzone, 100% caratterista da commedia all'italiana.

Tanta, tanta gente (anche se un pò meno rispetto alla manifestazione contro l'abolizione dell'art. 18 di sette anni fa), ipotizzerei un milione e mezzo/due di persone. Un mare di bandiere rosse, pochissime del PD, un pò di più di Rifondazione e Sinistra Critica.

Tanti anziani, parecche famiglie, un numero significativo di lavoratori africani avvolti nei colori della CGIL.
Gente che esponeva bandiere rosse alle finestre e che "tifava" per i manifestanti, alcune vecchiette che lanciavano giù caramelle. Sembravamo un esercito di liberazione che entra in una città occupata.

Persino il viaggio in pullman è andato meglio del previsto, duro, ma non massacrante, grazie ad alcune provvidenziali defezioni dell'ultima ora che mi hanno permesso di appropiarmi di due posti due, e di allungarmi un pò di più del minimo sindacale.

Unica pecca della giornata, il pranzo. Come previsto il poco tempo a disposizione ci ha costretto in un postaccio dove abbiamo mangiato poco e male. Vabbeh, saranno stati elettori di Alemanno che rosicavano.

venerdì 3 aprile 2009

Get on the bus part 2

Leggo gli imponenti numeri della manifestazione di sabato e mi compiaccio: quaranta treni, quasi cinquemila pullman, due navi. Se il tempo sarà bello ci saranno poi da aggiungere le persone che individualmente raggiungeranno il corteo. Le prospettive sono talmente esaltanti da farmi dimenticare per un attimo che sarà una vera e propria faticaccia.
Partenza by bus stasera alle 23, ritorno a Milano domani sera più o meno alla stessa ora. Come categoria dei trasporti di Milano abbiamo riempito senza difficoltà cinque pullman .
Le premesse per un successo ci sono tutte mi pare . Questa iniziativa potrebbe aggregare tutti i delusi a vario titolo del governo e del premier. Posso già immaginare le reazioni ad un eventuale pieno di gente: "non erano due milioni ma 50; anche se fosse poi gli altri 55 milioni di italiani restati a casa sono con noi; con la CGIL non si può ragionare; sono dei violenti, il TG4 ha delle immagini esclusive in cui si vedono alcuni manifestanti gridare a più riprese slogan come Berlusconi cucù in cassa vacci tu e bruciare il gonfalone di Arcore; a Epifani ci puzza l'alito (titolo di Libero del giorno dopo)".

mercoledì 1 aprile 2009

Pogues a Milano: non è un pesce d'aprile!


Adesso c'è l'ufficialità ufficiale. Anche sul sito del gruppo è stata aggiunta la data di Milano, con tanto di errore sul nome del festival, forse un omaggio a Montanelli...


Pogues, Gogol Bordello, Floggin Molly e Social Distortion: saranno i 35 euro meglio spesi della mia vita. Farò testamento prima di avventurarmi nel pit. Lascio tutti i miei ciddì e i miei ellepì a...


Go Ireland !


Non ho mai "gufato" la nazionale di calcio. Non l'ho fatto quando seguire l'Italia era considerato da qualche ottuso burocrate comunista quasi un oltraggio all'impegno politico, e nemmeno quando è diventato di moda snobbare gli entusiasmi che scaturiscono naturali e fisiologici di fronte ad una bella gara eliminatoria di un mondiale di calcio.

Sapete no, tutta quella gente che ti guarda con il sopracciglio alzato e aria di sufficienza di fronte al tuo coinvogimento emotivo totale, negli ultimi minuti di un match che magari stai vincendo di un gol di scarto, con un uomo in meno?

Ecco io non sono così.

Però devo prendere atto che, dalla vittoria del mondiale 2006 in poi, è cominciato ad evidenziarsi una sorta di distacco, nato principalmente per la presenza di Lippi, del quale, come uomo, penso tutto il peggio possibile, e alimentato dalla vacuità e dalle simpatie di destra di molti protagonisti di quella impresa.

Questa squadra, questo selezionatore, i dirigenti di questa federazione non mi piacciono, c'è poco da fare. Anche esercitare i riti tipo birragelata e frittatonadicipolle davanti alla tv, seguendo una partita contro una nazionale prestigiosa, mi vengono ormai a fatica.
Quando poi ci si trova come avversario una squadra tenace e simpatica, rappresentanza di una nazione che adoro, guidata da un'allenatore italiano che stimo come persona prima che come cittì, la tentazione di gridare Forza Irlanda! si fa irresistibile.

Senza considerare che, tra l'altro, incitando a quel modo l'Eire non si corre nemmeno il rischio di inneggiare per errore ad un partito...