La seconda riprende da qui, ma sicuramente il cambio di ambientazione, da quella claustrofobica della prigione agli spazi aperti, oltre ad un aumento considerevole delle situazioni inverosimili ed a momenti davvero imbarazzanti nei dialoghi, hanno un pò indebolito quella era una buona idea di partenza. Salvano la stagione uno strepitoso, anche se a volte un pò troppo fuori dalle righe, William Fichtner ( tra gli altri Strange days, Black Hawk down, Crash) nei panni di Alexander Mahone, subdolo agente dell'FBI che rivela nel corso del tempo tutte le sue debolezze e le sue contraddizioni, e Paul Adelstain nelle vesti dello spietato agente CIA, Kellerman, già presente nella prima serie e che qui compie un percorso di redenzione centrale per le sorti dei nostri.
Ad ogni modo, la seconda serie finisce concludendo completamente il plot narrativo di partenza. Lincoln è scagionato ed è libero, il complotto svelato e la sorte di buona parte dei fuggitivi è determinata (a parte un paio di loro). Cliffhanger decisamente più debole, anche se d'indubbia efficacia visiva; Michael, in fuga a Panama, si assume la responsabilità di un delitto commesso dalla sua amata Sara e viene condotto in una prigione (Sona) controllata dai Servizi americani. Nello stesso posto anche l'agente Mahone, incastrato proprio da Scoffield. L'ingresso a Sona è sconvolgente, uno stretto e buio corridoio senza guardie, dove i prigionieri sono come anime perse all'interno di un girone infernale, liberi di drogarsi, pestarsi a sangue e prostituirsi.
Tutto sommato la seconda stagione ha mostrato i molti limiti di una serie che fatica a raggiungere buoni livelli allontanandosi troppo dall'idea di partenza, e che punta molto sulla presunta affezione del pubblico nei confronti dei personaggi. Di certo l'interesse è molto calato rispetto ai primi episodi, e sarà importante capire dalla partenza della terza stagione se il telefilm tende verso Beautiful o verso Il Fuggitivo.
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