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The Low Anthem
Smart flesh
Nonesuch, 2011
Il nuovo album dei Low Anthem , a tre anni di distanza dal celebrato Oh my god, Charlie Darwin, è un lavoro rurale, minimale, di non facile assimilazione.
La voce di Ben Knox Miller è spesso registrata in modo da sembrare che giunga da un'altra dimensione, sebbene il risultato finale delle composizioni dia forte il segnale del legame con la tradizione folk-blues americana, al tempo stesso si fatica a decifrare alcuni elementi, funzionali ma che risultano quasi di disturbo rispetto a questa cifra stilistica, come ad esempio in Boing 737.
Disco difficile come dicevo, tuttavia non privo di fascino. Ghost woman blues (traditional americano) è un grande pezzo, così come lo sono Apothecary love e Matter of time . Delizioso il banjo non invasivo di I'll take out your ashes.
Ma insomma ,Smart Flesh è il classico album da valutare complessivamente per il progetto che sviluppa, per l'atmosfera, spesso sognante e rarefatta, che lo contraddistingue.
Non per tutti.
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