giovedì 8 aprile 2010

Un centesimo per i tuoi pensieri, Giorgio


A differenza di molti amici, non sono mai stato troppo duro con l'atteggiamento di Napolitano in merito al suo ruolo e rispetto alle decisioni che la costituzione gli impone di assumere.
Analogamente a quanto sta facendo a destra Fini e all'opposto dei comportamenti di Schifani, lui come altri uomini di sinistra che si trovano a rappresentare lo stato nelle cariche più importanti,ha tralasciato la sua storia politica personale pur di adempiere fino in fondo al proprio dovere, e per evitare accuse di faziosità pratica una trasparenza ed una correttezza che sfiorano l'autolesionismo.

Il Presidente poi ha iniziato ad handicap il suo mandato, senza cioè l'opportuna ampia condivisione delle forze politiche attorno alla scelta del suo nome e con i falchi della destra che strumentalizzavano a prescindere questa scelta, ancora prima che muovesse i primi passi con la nuova carica.

Questa situazione ha significativamente condizionato il suo operato, vincolandolo, in nome del rispetto della libera espressione di voto, ad un complicato esercizio di equilibrismo ed a una gestione troppo spesso meramente burocratica delle decisioni. Si è preso pochi rischi, ha avuto pochi slanci di orgoglio, ha pronunciato pochi no. Tutto al contrario di quanto fece Oscar Luigi Scalfaro, democristiano fino al midollo, ma che potè condurre una lotta senza quartiere andando a costituire un insperato argine contro l'avanzata del nuovo autoritarismo di Berlusconi, Bossi & co., anche attraverso iniziative al limite (se non oltre) del legittimo.

Questa lunga premessa per dire che, ecco, non sono un contestatore della prima ora del caro Giorgio, ma che adesso sto cominciando ad averne pieni i maroni (e non mi riferisco al ministro dell'interno) anch'io.
La cialtroneria del legittimo impedimento, dopo qualche rinvio, è stata approvata. E' stato ancora una volta sancito che il cittadino B. è più uguale di tutti gli altri cittadini del nostro paese. Per il Presidente della Repubblica non ci sono più dubbi di incostituzionalità.
Per i PM di Milano invece persistono dei forti dubbi, tant'è che insistono su questo punto. Se alla fine dovessere avere ragione loro (i PM) , e l'incostituzionalità fosse quindi sfuggita dalle maglie della verifica del Presidente, allora si che la misura da colma comincerebbe a tracimare.

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