venerdì 16 aprile 2010

By request




I Twisted Sister si giocano, insieme ai Motley Crue e ai Saxon, l'ambita palma di very first band di hard-rock/heavy metal da me ascoltata. Sono arrivato al gruppo della Sorella Svitata attraverso una classica (per l'epoca) cassettina C90 amorevolmente preparata dall'unico metallaro presente nella mia classe in prima superiore. Le c90 erano perfette per contenere due interi full-lenght, viste le durate medie dei 33 giri del periodo. Così l'amico metallaro pensò di farmi cosa gradita registrando, uno per lato, due dischi freschi di stampa: Shout at the devil della band di Vince Neil e Stay Hungry, dei TS appunto.

Complice la mia assoluta ignoranza nel campo "storia dell'hard rock", entrambi gli album mi appassionarono da subito, arrivando in breve a diventare una mia fissa del periodo.

Stay Hungry aveva un bel tiro, oggi posso dire che miscelava abilmente riferimenti al glam rock (non si chiamava ancora hair metal) dei maestri, espressione quindi di semplice ma efficace rock and roll al fulmicotone, a riffoni più dilatati e pesanti, mutuati senza ombra di dubbio dai Black Sabbath, oltre a qualche pezzo in classico stile N.W.O.B.H.M. . La band si presentava con un look particolare, non erano esattamente glam, si agghindavano con coloratissimi vestiti a brandelli e vistoso trucco sul viso, sembravano dei mutanti sopravvissuti a qualche conflitto nucleare, ma il tutto filtrava in modo quasi sarcastico, irriverente, erano davvero improbabili così conciati. Un misto tra la famiglia di Sly Stone e Chuck la bambola assassina. Che fosse cattivo gusto o provocazione intenzionale, non è dato saperlo.

Tornando al disco, i brani più famosi sono gli anthem We're not gonna take it, traccia per la quale ricevettero dure critiche da parte di qualche associazione bigotta in quanto avrebbe istigato i giovani a ribellarsi alle autorità ai genitori o alla scuola (a ripensarci oggi viene da sorridere ) e I wanna rock, oltre alla ballatona The price.
Ottime e corpose anche la title track, Burn in hell (eccoli, i riffoni alla Iommi), la lunga suite in due parti Horror-Teria e The beast.

Stay hungry non è certo un disco seminale, ma ha il suo perchè, rispetto a molti altri che fanno riferimento a questa stessa tazza da tè.

Un'opera da riscoprire, magari nella sua edizione celebrativa avvenuta nel 2004 a vent'anni esatti dalla sua prima pubblicazione. In questa replica infatti, la band ha reinciso tutti i pezzi restando fedele alle versioni originali, ma con una qualità sonora nettamente migliore e con l'aggiunta di sette bonus tracks.



P.S. Prima di scrivere il post ho dato un occhiata alla scheda del gruppo su wikipedia Italia. Ho scoperto elementi molto interessanti, come ad esempio il fatto che la band è nata nel lontano 1973 e che il chitarrista e fondatore Jay Jay French prima di radunare il combo era stato scartato da un provino per entrare a far parte della band embrionale dei Kiss.
Alla fine i conti tornano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Speravo che ti sprecassi più sul look...ma va bene:-)