lunedì 12 aprile 2010

More pop than country


Lungo la strada del tempo che parte nobilmente da Gram Parsons e via via diventa sempre meno impervia, avventurosa e sincera e sempre più liscia, prefabbricata e prevedibile, su un percorso già ampiamente battuto da Eagles, Corrs, Dixie Chicks, Rascal Flatts (in ordine di decadimento) e dalle decine di bands sempre più pop e sempre meno country, arrivano i Lady Antebellum, new sensation che ha sbancato in USA sia le classifiche di genere che quelle generaliste.

La formula è quella delle due voci, maschile e femminile, tanti cori e sovrapposizioni vocali, liriche esclusivamente orientate alla love thing. Il tutto molto levigato e con tutte le note al posto giusto. Non c'è niente di formalmente sbagliato in Need you now, fatto salvo che si fa fatica a capire per quale ragione questa roba debba essere considerata in qualche modo country. Davvero uno sporadico violino e una dodici corde piazzata abilmente qua e là bastano a giustificarne il suo inserimento negli scaffali informatici di questo genere? A quanto pare, almeno per i redneck o i truckers americani, sì.

Detto questo, il secondo album dei Lady Antebellum (una delle più brutte ragioni sociali mai coniate) si può anche ascoltare (dal mazzo estraggo Need you now, Hello world, Our kind of love, Something 'bout a woman) è il tipico disco da tenere in sottofondo mentre fai altro, poco invasivo, prevedibile e dalla longevità della neve all'inferno (cit.).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai dimenticato i Jefferson Starship, ex Jefferson Airplane anche quelli decaduti mica poco

Anonimo ha detto...

Anzi t'incollo il link mi dà i brividi pensare che questa è la gente di White Rabbit...GHHHHHH!

http://www.youtube.com/watch?v=wGobOIU6Qes