La soddisfazione non è tanto (non solo) aver raggiunto la qualificazione per la finale della Champions League, che, considerato il fatto che l'Inter l'aspettava da 38 anni è già un risultato gigantesco, ma più che altro per aver scoperto tutti gli altarini del F.C. Barcellona.
Qualche settimana fa quasi ci si vergognava a tifare contro quello che appariva come un club splendido, sotto ogni profilo. Filosofia di crescita dei giovani, talenti in campo, modo di giocare, sorrisi, felicità, signorilità, ottime vibrazioni, cultura dello sport e del fair play, la gioia applicata ad un mondo isterico come quello del calcio. Insomma, una squadra da mondo perfetto, tutto il contrario del muro di antipatia che da tempo Mourinho, mattone dopo mattone, ha eretto attorno all'Inter.
Poi la sconfitta a Milano nella prima partita, le accuse scomposte all'arbitro portoghese che nega un rigore (solare) ai catalani. La carica a pallettoni per la partita di ritorno ("faremo odiare il gioco del calcio ai giocatori dell'Inter"), l'esasperazione dell'ambiente, le magliette con la scritta venderemo cara la pelle, gli spot in televisione sullo stesso tema, calci e sputi all'auto dell'allenatore dell'Inter, decine di tifosi sotto l'albergo della squadra milanese a fare casino tutta notte, addirittura la polizia tributaria da Eto'o (che ha casa in Spagna e ci torna spessissimo) a reclamare presunte imposte del passato, le sceneggiate dei giocatori in campo, con Busquets che viene colto dalle telecamere nella sua patetica sceneggiata alla Mario Merola, gli idranti accesi in campo per rovinare i festeggiamenti finali dei nerazzurri.
A mio avviso il Barcellona ieri ha perso molto più di una qualificazione ad una finale: società, ambiente e squadra sono tornati sulla terra in modo fragoroso, e non è dato ancora conoscere fino in fondo le conseguenze di questo improvviso, inaspettato e brutale schianto.
3 commenti:
volevo scrivere una cosa del genere ma mi ha fregato sul tempo. l'unico appunto che ti posso fare è che lo hai fatto usando gli stessi argomenti di Mourinho, che ancora una volta si è dimostrato paradossale: non riesce ad essere signorile fino in fondo, ma stupisce ugualmente (dopo 2 anni in italia usa con disinvoltura la parola empatia).
è vero, però credici o meno, io ci sono rimasto veramente di sasso da questa trsfigurazione dei blaugrana
mah, io non ci credo nell'erba del vicino sempre più verde. il barcellona è un grande club, solido, con un vastissimo pubblico e con le spalle coperte, ma sono davvero in pochi che sanno perdere. anche vincere riesce male alla maggioranza.
ieri sera hanno davvero fatto una figura meschina. e se Mourinho non avesse fatto quel discorsetto, secondo me gli avrebbe fatto più male (a loro).
però dai, ognuno ricava le proprie impressioni da serate come queste. è giusto così.
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