giovedì 18 marzo 2010

An old bottle of smoke, 2


Il bizzarro animale chiamato popolo del rock, composto quasi esclusivamente da over 30, cala in massa a Brescia, in una serata di Luglio che minaccia pioggia. Il piatto, c'è da dirlo, è davvero succulento, Black Crowes e Neil con i Crazy Horse non sono portate da tutti i giorni, sia da soli e men che meno in coppia.


Si parte alle 20:35 con il combo di Atlanta che sale sul palco e, a giudicare dall'accoglienza che gli riserva la folla, sembrano davvero loro gli headliners. Chris Robinson ha una fisicità molto seventies, saltelli alla Plant inclusi, ma poi ci mette molto della sua arte, ha grinta e voce e non si risparmia, come del resto i suoi degni compari. Tutto fila via che è una meraviglia. L'inizio, per citare altri grandi, è una volgare dimostrazione di forza, una dichiarazione di intenti, poi, con la band bella calda cominciano ad arrivare i colpi da ko.
Sting me e Soul singin mandano la gente ai pazzi, ed è forte la delusione, quando dopo poco più di mezzora di concerto, Chris annuncia l'ultimo brano della scaletta (Cosmic friend).
Ma Robinson sente il disappunto del pubblico, e lo arringa: "di che vi lamentate?!? Tra poco avrete una leggenda vivente!"



E leggenda fu.
Dopo un'attesa interminabile, poco prima delle 22:00, Neil Young e i Crazy Horse salgono sul palco, sembrano concentrati, carichi, in palla e cominciano a scaricare elettricità verso il cielo plumbeo, quasi a sfidarlo.
Il palco è abbastanza grande, ma i quattro suonano spesso spalla a spalla, come a formare un'unica figura mitologica.

E' una furia punk (Piece of crap), rock (Love and only love), country (Going home), e sì, folk, con un intermezzo acustico che fa vibrare all'unisono le corde dei novemila presenti. Old man, Pochaontas, From Hank to Hendrix, Only love can break your heart. Vorremmo non smettesse mai. Neil cambia chitarre, suona il piano, l'armonica, l'organo. E' dovunque come una divinità lisergica.


Ma la folla non è sazia, ha ancora energie da spendere. E allora il canadese, da esperto cavaliere di mille battaglie, prima la ipnotizza con una lunghissima jam quasi interamente strumentale, e poi la colpisce con il riff marmoreo di Hey hey my my e con la dolce tortura di Like an hurricane che supera i venti minuti perdendosi e sbandando nell'industrial.


I bis da sogno sono per Rockin in a free world e Powderfinger, ed è davvero finita. Il popolo del rock è annichilito. Può solo assistere stremato all'ossequioso inchino dei quattro cavalieri, dopo una galoppata di due ore e mezzo. Nessuno ha la forza di chiedere di più.



Neil Young & Crazy Horse with special guest The Black Crowes, Brescia Piazza Duomo 9/7/01

Durata: Black Crowes 45', Neil Young 2 ore 30'

Voto: B.C. 7.5 , NY 9


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