martedì 12 gennaio 2010

Il sottocosto della fede

Nel leggere questo commovente articolo di Daniele Mastrogiacomo di Repubblica, che riporta le parole pesanti come macigni dell'omelia di don Pino Varrà, il prete di Rosarno, mi è parsa chiara la concezione di cristianesimo che abbiamo oggi in Italia. Non voglio entrare nel merito di quanto successo nella cittadina calabrese: uno stato che permette a migliaia di persone ogni anno di vivere come schiavi ai margini della società non è un paese civile. Lo penso davvero, non è uno slogan. Non è però di questo che volevo scrivere, ma di come i politici che ci governino rappresentino bene molti italiani cattolici, e la loro abitudine a recepire della religione solo quello che più gli aggrada.

Berlusconi, Bossi e soci si pongono strategicamente sempre dalla parte del Vaticano, aumentano i finanziamenti alle scuole private cattoliche, diventano integralisti se si parla di eutanasia, diritti alle coppie di fatto (etero ed omosessuali), inseminazione artificiale, insomma sposano in toto la linea di PapaRatzy.

Picchiano i pugni sul tavolo per il crocifisso in classe , con tanto di canini scoperti e di "possono morire tutti ammazzati, noi il crocifisso non lo toglieremo mai", perchè "fa parte della tradizione italiana", o perchè è un "argine contro l'avanzata dell'islamismo", ma poi, con arroganza e sarcasmo si scagliano contro quella parte della Chiesa che si occupa di immigrazione, e che (magari non sempre per ragioni nobili) prova ad alzare la voce contro i rimpatri coatti, che portano persone africane indietro, verso i loro luoghi di provenienza, mandandoli incontro il più delle volte ad un tragico destino.


Noi siamo così, la religione la viviamo come un portafortuna, un amuleto, un talismano, una foto di Padre Pio sul TIR (magari accanto al calendario di una bonazza), una catena d'oro con croce al collo, un tatuaggio del proprio santo protettore, un rosario sfoggiato ma mai sgranato. La accompagniamo con ipocrisia e un sano razzismo, dichiarato o meno che sia. La carità verso i più deboli non fa parte del pacchetto religioso che abbiamo scelto, che ci siamo ritagliati su misura neanche fosse un'assicurazione o un abbonamento alla pay-tv.

Non credo nemmeno sia un problema solo italiano, alla fine. Piuttosto di una grande bolla d'egoismo che ci prende e ci solleva tutti quanti, attraverso la quale pensiamo di vedere e giudicare le miserie degli altri da una posizione di miglior favore. Quanto può durare davvero non so, visto che ogni bolla, prima o poi, è destinata a scoppiare.

2 commenti:

Filo ha detto...

in quanto cattolico, in queste cose mi incazzo tantissimo.
c'è una distanza abissale da chi il cristianesimo lo vive e chi invece ne fa una questione morale o intellettuale o (peggio) politica.
ma queste cose già le sai.

Matteo ha detto...

"Gesù! Gesù!... Oh mi scusi, credevo di aver visto Gesù nel volto di chi soffre ma mi sbagliavo..." (cit. che Filo dovrebbe ricordare...)