E' ascoltando dischi come la colonna sonora di Saturday night fever che mi rendo conto di quanto sia bello essere musicalmente onnivori. E' ormai piuttosto normale apprezzare questo soundtrack, ma all'epoca (1977) si era scatenata una vera e propria guerra di religione tra quelli che consideravano la ost (e i suoi discendenti) come spazzatura che uccideva la musica eleggendo il neonato punk a unica, vera espressione musicale e chi invece faceva razzia dell'ellepì nei negozi di dischi e magari emulava John Travolta sfoggiando terrificanti camicie a collo lungo.
Che fortuna abbiamo a poter amare senza contraddizioni Johnny Rotten e i Tavares (che secondo me sulla versione di More than a woman qui danno la birra ai Bee Gees). Quante canzoni straordinarie, tamarre, improbabili, sexy e cafone ci sono qui dentro. Un vero terremoto culturale, che ha l'epicentro nell'indice alzato di Tony Manero che punta dritto alle luci strobo (e ai fratelli Gibb) e che ha avuto una longevità propria dei capolavori, con buona pace di tutti.
1 commento:
Yeaaaaaaaaah!
(risposta al titolo del post)
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