martedì 19 gennaio 2010

The heat of the moment


C'è poco da fare,quando uno è bravo, gli basta poco per fare breccia. Nel caso di Joe Pug, 23enne americano di Chicago, bastano le sette tracce acustiche di Nation of the heat, un EP autoprodotto, pubblicato qualche settimana fa.

Un disco acustico, che affronta con orgoglio la sua vicinanza ad un artista come Dylan, periodo Freewheelin', riuscendo, grazie alla forza delle composizioni e all'interpretazione trascinante, ad essere classico e moderno allo stesso tempo, e ad evitare abilmente noia e snobismo, che sono la vera insidia di produzioni come queste.

La breve raccolta di canzoni si apre con la delicatezza delle composizioni Hymn #101 e Call it what you will, poi è la volta della folk ballad Nobody's man, nella quale la voce di Joe spicca in tutta la sua bellezza e si coniuga come meglio non potrebbe al testo .

L'armonica si affaccia per la prima volta in Hymn #35, la traccia che più delle altre paga meravigliosamente tributo a Bob Dylan.
La tripletta finale è forse l'acme del disco, I do my father drugs, Speak plainly Diana e la title track convincono definitivamente sulle qualità di questo artista di origini italiane (il cognome completo è Pugliese), e pazienza se il break chitarra/armonica di Speak plainly Diana è copiato paro paro da quello che fa Springsteen in Atlantic City, ai giovani davvero bravi si perdona tutto.


Per febbraio è prevista l'uscita del suo primo disco full-lenght.

3 commenti:

drugo ha detto...

molto molto piacevole!
ho visto che suonerà all'end of the road festival a settembre, un festival che, considerati i tuoi ascolti, ti potrebbe far impazzire

http://www.endoftheroadfestival.com/

marcello

monty ha detto...

pensa marcello che ho scoperto
solo ieri che a dicembre ha aperto
per steve earle a milano.
il rammarico di non aver visto il concerto
raddoppia...

Filo ha detto...

non male, questo disco.
aspettiamo l'esordio ufficiale.