venerdì 15 gennaio 2010

Juliet, naked


Tucker Crowe è stato per alcuni anni una rockstar americana di culto. Come un Salinger delle sei corde però, dopo la pubblicazione del suo album migliore nel 1986, si è misteriosamente ritirato dalle scene e da allora di lui non si è saputo più nulla. Oggi nel mondo sono pochi a ricordarsi di lui, ma questa manciata di fans sono davvero irriducibili. Il loro ritrovo è ovviamente la rete, e più in particolare un forum di discussione gestito dall'inglese Duncan, quarantenne archetipo del feticista musicale. Ha tutto e sa tutto di Crowe. Duncan convive da vent'anni con Annie. La loro relazione è stanca e routinante. Proprio grazie ad un vecchio disco di Tucker, pubblicato come inedito dalla sua casa discografica, e agli eventi che questo scatenerà, lei troverà la forza di provare a reagire alla sua situazione di insoddisfazione mista a pigra indolenza.


Anche se Nick Hornby torna a scrivere di musica, del rapporto che la musica ha nella vita delle persone, stavolta lo fa utilizzando questa sua passione per raccontare solitudini di coppia, insoddisfazioni ventennali, vite all'insegna dell'accontentiamoci del meno peggio. La protagonista principale è senza dubbio Annie, e in questo caso la sindrome di Peter Pan che attanaglia Duncan, il suo fidanzato, non scatena nel lettore musicofilo nessuna empatia, perchè lui è talmente superficiale e tutto piegato su se stesso e sulla sua professione di Croweologo da non lasciare la porta aperta a nient'altro.

Come sempre lo stile dello scrittore è perlopiù divertente, riesce a raccontare la miseria del rendersi conto di aver buttato via la parte migliore della vita con la persona sbagliata riuscendo a strappare sorrisi più che lacrime, però più di una volta perde di incisività smarrendo un pò per strada la concentrazione del lettore.
Hornby utilizza una miriade di personaggi secondari, alcuni veramente spassosi e azzeccati (Malcolm, lo psicologo sui generis di Annie e "Cazzo" il vicino di casa di Crowe), altri invece che sembrano messi lì solo perchè farebbero bella figura nella versione cinematografica (prossima futura) del film. D'altro canto un pò tutto il libro sembra essere scritto pensando molto al grande schermo.


Tutta un'altra musica è in definitiva un libro sul coraggio di fare scelte difficili, di cambiare vita in qualunque momento della propria esistenza e di avere poi la forza di conviverci, pagarne il prezzo insomma. Ma è anche un libro che descrive bene come la passione per un'arte nobile come quella della musica possa essere distorta e diventare fanatismo, una compulsione talmente ingombrante da occupare gli spazi di una vita intera, di sostituirsi a ogni altra cosa.


P.S. Il titolo del post è quello della versione originale del libro, ed è anche il titolo del disco di Crowe che fa da miccia agli eventi della storia

13 commenti:

Iacopo ha detto...

"Crowelogo"???? :P A me è piaciuto molto, son daccordo con te sul fatto che in alcune parti sembra pensato per la trasposizione cinematografica.

monty ha detto...

mi era scappata una "o"...
:-)

iacopo ha detto...

Immaginavo, ma mi garabava rompeTTi i coLLioni!! :)

Filo ha detto...

Ho appena passato la metà del libro.
Leggerò la tua rece quando l'ho finito.
baci.

drunkside ha detto...

ne ho qualcuno da smaltire, poi lo inizio.

Filo ha detto...

Ecco: io invece non ho riscontrato questa cosa che dite voi due. Non mi è neanche venuta in mente.

Angelo: ma neanche una parola sulla schede di wikipedia o quelle cose lì?
Io mi sono sentito abbastanza coinvolto, anche se - come sai - non son fan invasato di nessun gruppo o cantante in particolare.

monty ha detto...

E figurati se non mi sono sentito
coinvolto io, che fan compulsivo
lo sono stato davvero (anche se non
a quei livelli, neh).
Poi vabè, qualcosa mi è rimasto nella tastiera
del pc: i forum musicali, le schede
di wiki, le interpretazioni che i
fans fanno delle canzoni...
Ho preferito concentrarmi sugli aspetti
diciamo...esistenziali dell'opera.

Filo ha detto...

Anch'io mi sono dimenticato una cosa nella mia minirece: "Juliet, naked" non ti ha ricordato "Let it Be, naked", album postumo dei Beatles?

Iacopo ha detto...

A me subito Filo. Prima cosa che ho pensato appena letto Juliet naked. Le schede di wikipedia sono geniali!!!!

monty ha detto...

Immagino che la cosa di naked sia voluta, una sorte di citazione/tributo ai beatles.
Io ho trovato molto realistico e divertente lo scambio
di post del forum, sulle ultime
due pagine del libro...
:-D

Filo ha detto...

sì, sì, è vero: anche i Nickname che hanno.
Mi ricordo che ce n'era uno che mi ha fatto morir dal ridere.

Anonimo ha detto...

15, non vent'anni...Annie non fa mica scelte, butta solo fuori di casa Duncan, ma quando lui la tradisce...

monty ha detto...

e non la chiami una scelta, quella?
nella vita mica è un automatismo, scusa.
e poi il discorso delle scelte(giuste o sbagliate che siano)riguardava anche duncan, tucker, cat, le figlie e le ex di tucker...