lunedì 13 agosto 2007

Touched like the very first time

Esistono un buon numero di grandi canzoni storiche sputtanate dalla sovraesposizione e dalla pigrizia della maggior parte delle radio. Canzoni che hai sentito centinaia di volte, fino a trascurarne il valore. Penso a pezzi come Wish you were here dei Pink Floyd, un testo degno del miglior Dylan avvilito peraltro da troppe chitarrate sulla spiaggia. Cocaine di J.J.Cale (via Clapton) resa insopportabile nella sua reiterazione. Satisfaction dei Rolling Stones. Knocking on heaven's door di Dylan. I shot the sheriff di Marley. E si potrebbe continuare a lungo.

Ci sono però delle situazioni in cui, invece di farti scivolare addosso la canzone, le parole superano la tua carta millemiglia da hard listener e cominciano a scavare. A me è successo con una delle poche tracce di Springsteen che col tempo mi ha dato più rigetto: The river.

Sì, perchè Springsteen probabilmente si è persuaso che il pubblico italiano non può continuare a respirare se non gli suona The river. Non c'è fottuto tour dalla sua prima volta del 1985 ad oggi in cui questa canzone sia mancata durante le esibizioni, con la E Street, da solo o con accompagnatori estemporanei (92/93). Abbiamo dovuto perfino sorbirci una versione simil jazz di dieci minuti, durante il reunion tour del 99.
Quando parte l'intro di armonica la folla impazzisce (alimentando così la convinzione di Bruce sulla opportunità di riproporre il brano) e io lo mando a cagare mentre mi dirigo al bar o al cesso.
Come cantava Guccini però :"in un attimo, ma come accade spesso, cambia il volto d' ogni cosa", e l'altro giorno, complice l'ascolto dello straordinario boot dello show di Milano del Devils and dust tour, mi sono dovuto ricredere.

Detto per inciso, quel tour è uno dei migliori in assoluto di Bruce. Lui da solo, padrone del palco come con la E Street, senza le incertezze della turnè nei teatri dopo The ghost of Tom Joad, a pasticciare coi suoni, dal blues all' elettronica. A mettere alla prova la fedeltà del suo pubblico riducendo la voce ad un sussurro quasi impercettibile durante Long time coming e Brilliant disguise. Proponendo Open all night finalmente fedele all'originale e una Wreck on the higway al piano che chi non ha pianto non è di questa terra e nemmeno di questo mondo.

Ed è dal pianoforte che è seduto quando, dopo un breve e irriconoscibile intro, parte con "I come from down in the valley..." subito tributata a festa dai convenuti. Io sto per smadonnare ma stavolta mi trattengo. Ascolto davvero dopo tanto tempo le parole di questo racconto sulla fine dell'innocenza. Un tributo alla giovinezza, una fuga d'amore finita con poche righe scritte da lei riguardo la sua gravidanza. Su come, nel giorno del diciannovesimo compleanno, il protagonista riceva in regalo "una tessera del sindacato e un cappotto da cerimonia".

Su come poi il lavoro non basta a pagare i conti, l'amore lascia il posto al rancore,la passione all'inidifferenza: "le cose più importanti sembrano dissolte nell'aria. Mi comporto come se non ricordassi. Mary si comporta come se non le importasse più nulla."

Resta il ricordo, ma anche quello serve solo per aumentare il dolore: "Ma io ricordo le nostre corse nell'auto di mio fratello, il suo corpo abbronzato e bagnato giù al lago. Di notte su quelle sponde restavo sveglio e la stringevo a me solo per suo respiro. Adesso questi ricordi ritornano per perseguitarmi, mi perseguitano come una maledizione. Un sogno che non si avvera è una bugia o qualcosa di peggio?"

Fa male, cazzo se fa male.

17 commenti:

jumbolo ha detto...

stai diventando come il vecchio mucchio. parli solo di springsteen.

Anonimo ha detto...

uh, proprio l'altro ieri ho avuto un bruce moment guardando alta fedeltà... purtroppo l'orgasmo mi è arrivato quando nel negozio mettono inflammable material degli stiff little fingers. però il cammero di Bruce è simpatico!

ah bruce bruce... sabato come al solito ero da Marietto, al suo ristorante. con lui condivisi s. siro. ormai a entrambi importa solo di albert ayler e poco altro. diciamo che ce li siamo frantumati. insomma... carù a noi non la fa più, se dio vuole...
però ha insistito per mettere il live a Dublino. ha riacquistato qualche punto anche se non come Neil Young con Massey Hall. apprezzabile anche se, veramente... si capisce che lui non ha bisogno di rischiare, è questo che mi annoia. è una certezza! poi se torna con la E street corro, ovvio.. io lo amo così e basta. pure in acustico non l'ho mai adorato.

però quella the river nel 99 era davvero una palla assurda, madonna...

Brother, per il bene che ti voglio: The house that trane built è la Bibbia del 2000.
IL libro da avere in casa.
Giuro.

monty ha detto...

è una biografia di trane maurì?

ale
che ci vuoi fà, è più forte di me,
e pensa che mi trattengo.
però sbagli a non approfondire alcune sue
canzoni. che ti piaccia o meno
bruce, meriterebbero la tua
attenzione.

se vuoi ti faccio una lista...
(e qui ci voleva la faccina a
pernacchia)

jumbolo ha detto...

ma a me non dispiace mica luilì
lo rispetto un casino
però cazzo, mica è dio
scherzavo, ovviamente, non sei così ossessivo, ma sarebbe come se io ogni due post ne scrivessi uno sui kiss
loro si che sono dio
uno e quattrino

so forte

Anonimo ha detto...

no monty, è sulla storia della Impulse!
da seghe a due mani. recensioni, storie, foto, eleganza, miele ingoiato prima di suonare, morte, soldi, anni belli.

l'accoppiata kiss-bruce è qualcosa di talmente agghiacciante che vado a vomitare il double whopper all'istante.
(e vedi che amo entrambi eh)

jumbolo ha detto...

ognuno ha la sua tazza di té

Anonimo ha detto...

il punto è, anche qui, un altro (mi ricordi hail in questi casi hi hi hi): il punto è che un certo tipo di tè è the river, ben altro aroma è detroit rock city.

springsteen ha scritto canzoni che parlano di vita in fondo semplice e crescendo può capitare di vederle in modo differente.

coi kiss, che io amo se te ne ricordi, è un po' più difficile.....

ora smetto perchè sennò mi dici ancora di non mettermi in cattedra e sai com'è....

Anonimo ha detto...

ah monty postasse qualcosa di politica. dai dai... :D
vorrei essere d'accordo con Ale un giorno di questi, su una cosa qualsiasi eh
tipo:
hale berry o claudia cardinale?
ibra o suazo?
il mare o la montagna?
hahah

Mau

Anonimo ha detto...

una buona notizia e una cattiva.
nuovo del boss in arrivo e fin qui tutto bene, è con la Band. ok.

la cattiva è che è prodotto da Brendan o'stocazzo. ma perchè?

Monty, tu che sai e che sei saggio: perchè T Bone Burnett è sempre occupato a fare altro?
Perchè quel ciabattino?
Perchè quel lustrascarpe?

perchè non ha il coraggio di mettersi in gioco e chiamare Lanois?

mau

monty ha detto...

E chi lo capsice quello lì?
per anni (i suoi migliori) ha centellinato le uscite, si è fatto
pregare due lustri per pubblicare
un live (e quando l'ha fatto l'ha
sbagliato a mio parere), ha lasciato
fuori dai dischi canzoni epocali (per
fortuna in parte recuperate con tracks).
Eppoi, alla soglia dei sessanta è
un germogliare di dischi (siamo
quasi a uno all'anno), live,dvd...

Perchè Brendan stocazzo dunque?
Boh! O gli tira fuori quel nonsochè
o l'ha pagato per un tot di dischi
e come sanno tutti è troppo tirchio
per rimetterci.

Ti quoto T-Bone, ma piuttosto che
il numero di Lanois, gradirei che
componesse il cellulare di Rubin,
sarebbe un bel sentire.

Anonimo ha detto...

non osavo fare quel nome... però ieri si riascoltava teatro di Willie Nelson. Di per sè le canzoni le scriveva anch'io, ma c'è Lanois e c'è magia.

E' che il boss è bello se è roots... con quel suono si svaluta.
pensa a Mary's place! a me su disco stava sui coglioni, dal vivo fu una tempesta ormonale cazzo!
il boss è ormonale se no non è il boss.

jumbolo ha detto...

non so se ho capito male o mi sono spiegato male.
è cominciata come uno scherzo (una specie di "link" alla rivista citata piu volte da monty, e un paragone alla fissa sia del vecchio mucchio sia di monty), ma poi si è arrivati alla solita cosa: una sorta di razzismo verso la musica considerata "leggera".
non capisco perchè bruce si e i kiss no.
tanto piu che qui si parla di pezzi che acquistano una nuova luce dopo anni.

Anonimo ha detto...

perchè son diversi i temi trattati, tutto qua. e springsteen parla di cose che rigurdano spesso le persone normali, tutto qua.

io ho premesso apposta che amo i kiss per evitare che si parlasse di razzismo.

monty ha detto...

vi ho mai detto che ho adorato
i motley crue?
e ancora oggi, a volte...

e quelli sì che meriterebbero di essere
discriminati!

Anonimo ha detto...

hey hey ma perchè? rivalutiamo il rossetto, le pose da troia, la lacca!
w il glam come anestetico
(ecco, devo preferire la sana e lenta morte behind cerone e mascara o la svolta elegante rinascente tipo david sylvian?)
mau

ps appunti sparsi: dedicare la prossima serata allegra ai new york dolls.

jumbolo ha detto...

a parte che l'argomento sarebbe stato "canzoni che acquistano una luce diversa con gli anni", ma perchè, le persone normali non hanno voglia di chiavare?

Anonimo ha detto...

e infatti i Kiss, come la migliore black music, non passeranno MAI di moda, perchè tutti vogliono chiavare e una chiavata in musica è il top.
cosa c'è di più sexy di un baffuto negrone o di una cioccolatina ricciolina che cantano in falsetto, soffiano in un sax o accarezzano i tasti di un pianoforte?
-mi sto eccitando-

il Boss tocca temi di una semplicità assurda, racconti brevi che spesso negli anni leggi in maniera diversa. esempio: una canzone come Bobby Jean può crescere moltissimo, maturando.

Land of hope and dreams è la nipotina di Born to run ma con una luce molto diversa, ad esempio.

i Kiss sicuramente trasmettono sensazioni diverse e penso che entrambe siano necessarie.
poi se per qualcuno i pezzi dei Kiss assumono significati diversi col passare del tempo non vedo cosa ci sia di così strano. sono percezioni. ma sono mondi lontanissimi.

spero sia tutto chiaro.