martedì 21 agosto 2007

Rewind

Una quindicina di anni fa ho fatto il deejay. E' stato in quell'occasione che ho preso coscienza dell'inadeguatezza sociale dei miei gusti musicali.

Capodanno del 1992. Il mio ex-cognato aveva uno squallido barettino perso nelle nebbie tra Rivolta e Cassano; lì, nella taverna priva di agibilità, aveva organizzato la festa di fine anno. Recuperato un mixer di fortuna e un banco ante bellico, e in considerazione del fatto che era già sulle spese per tutto il resto, mio cognato mi chiese se ero interessato a mettere su la musica. Era l'occasione che aspettavo. Passai tutta la giornata a preparare il fagotto di dischi da portare, selezionando il meglio tra la roba che ascoltavo (e in parte ancora ascolto).


Arrivo, mi sistemo, metto in ordine i dischi, faccio qualche prova di missaggio, mi dò un tono. Cominciano ad avvicinarsi le ragazze (quelle due o tre che non avevano trovato un posto migliore in cui intristirsi) e mi chiedono Please don't go, non l'originale di KC and the Sunshine Band, ma la cover di un certo Haddaway, che oggi probabilmente sarà sotto un ponte qualunque in una qualunque città inglese.
Io le guardo schifato. Non ce l'ho quella roba. Le liquido. Tornano, "massì dai quella che fa: plis don go...don goooooooo", sì la conosco, ma non ce l'ho, mi spiace da morire.


Arriva il culmine della serata dopo qualche giochino idiota che nemmeno uno sceneggiatore della saga di Pierino avrebbe osato proporre, e si scende tutti in taverna per il deejay set.
Spengono le luci, l'unica strobo che c'è crea un effetto più deprimente che psichedelico, parto con il primo disco.
Ecco, non ricordo cosa ho messo, forse un pezzo di Terence Trent D'Arby, seguito da una versione veloce di Dub be good to me dei Beats International sulla quale ho fatto confluire Born in the USA di ...ehr..Springsteen. A quel punto sollevo lo sguardo estasiato e vedo tutti i convenuti fermi immobili a fissarmi come se stessi cagando sul dance floor. Preoccupato si avvicina il mio ex (ci tengo) cognato e mi fa: "cazzo cazzo metti un lento!". Mi metto a cercare imbarazzato tra la mia roba mentre Bruce continua a cantare alle bocche spalancate. "Metti questo, metti questo", mi impone l'ex cognato. Parte If you leave me now dei Chicago, la tensione si scioglie, le coppie si abbracciano, torna l'armonia.

Sembrava una scena da manicomio, l'imprevisto che manda nel panico i ricoverati, le pastigliette verdi che mettono tutto a posto.


Mi si avvicina un ragazzotto che conoscevo di vista per averci scambiato qualche parola lì al bar. Mi fa, raccogliendo tutta la diplomazia di cui è capace: "vedi, tu ascolti roba tosta. Cazzo, una vera figata. Ma alle feste...la gente...vuole ascoltare...altre cose. Vogliono sballare...agitare le mani...vogliono ascoltare QUESTA ROBA" E tira fuori una cassettina di techno. La guardo, me la giro tra le mani. E' bianca senza nemmeno i titoli delle canzoni. C'è la durata però. Un ora e mezzo di sballo non stop! Guardo la cassetta e la gente che balla i Chicago. La canzone sta per finire. Fisso il ragazzetto, vorrei ribattere puntigliosamente qualcosa. Non me la sento, troppo grande lo smacco, troppo pubblica la figura di merda. Mollo il colpo. Infilo la cassetta nell'impianto di diffusione e premo play.
Gli avventori apprezzano.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ha ha ha!!!!
ma dancing in the dark non l'avevi??
dai, tra meno di un anno faccio il trentesimo, se ti va puoi rifarti.
mauro

lafolle ha detto...

ci vollio essere anch'io.

Anonimo ha detto...

te suoni live no?
tipo jam sescio fino a una certa, voi fate il set e pure io mi arrangio. apriamo per voi che poi devo fare gli oneri di cashbah. poi dj set di digei monty che poi se se li rompe qualcuno gli dà il cambio, no? figurati..

al limite sbattiamo su qualche cd tamarro tipo subsonica che van (morrison)sempre bene e cmq respect e cose così.

la serata terminerà con un tedioso set acustico per chitarre, bonghi, flauti di traverso, triangoli (di pelo), shamisien, bontempi "ghe fa anghe le bbasi minghia", sternuti e discussioni tra me e Ale sulla leggendaria diatriba:
"POTTA E CHASONNIER, PROPEDEUTICITA'E AFFETTO. OVVERO: PER BACCALLIARE MELLIO MELLENCAMP O MEAT LOAF?"

scaletta del tedioso nonchè supponente set (ovviamente vorrete contribuire, ah zozzi)

1)Il porompompero
2)un pezzo A CASO dei Manowar perchè ci piacciono e perchè sono gay.
3)aveva gli occhi dell'aMMOre (ve-rdi)
4)l'odore delle rose medley con winds of change, se la tonalità non coincide, cambiare tonalità.
5)nell'aria c'è polline di te
6)sei come la mia moto sei proprio come lei
7)una pezzo A CASO tra i più scontati di Prince tipo just want your extra time, Garaz fa gli OW!
8)quel pezzo che scrivemmo io e la folle su testo di Petrolini che è già un hit
9)un pezzo A CASO di un gruppo A CASO proveniente da Seattle il cui cantante sia morto e quindi ritrovato già marcio un paio di settimane dopo (e pare avesse un colorito migliore di quella sera al Rolling)
10)un brano da un musical, mon dieu, tipo che ne so Grase. Tell me more tell me more e tutti devono ballare imitando ciuffone la strafiga bionda. (duetto Jumbolo-Monty)

Contate che per i trenta mi regalerei un trekking in Nepal quindi potrebbe essere la mia ultima festa prima di diventare un arancione, bonzo e segaiolo.

fermatemi
Mau

monty ha detto...

va beh
tra un anno e due settimane
faccio i quaranta.
ne vogliamo parlare?

Anonimo ha detto...

minchia auguri troppo in ritardo allora!
parliamone.
http://napolibella.bravepages.com/CarnevaleRio2001/11a47.jpg

mau

Filo ha detto...

per la festa dei 40 di Angelo, i dj li facciamo io e Ale.
Mi prenoto.

monty ha detto...

sì, è meglio